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Ulula il vento Il cielo s’increspa Chiuso in una stanza Fisso quell’abete che con destrezza S’inchina ripetutamente sul grande salice Che a dispetto della sua natura Sprizza felicità e gioia E con disinvolta bellezza Sfoggia la sua chioma Lasciando che il vento l’accarezzi e la scompigli.
Penso alla gioia che dovrà provare quell’abete Nel guardare la sua venere Al suo ardente cuore Alla complicità del vento Che con garbo Gli consente timidi approcci.
Penso a lei Così sbarazzina ed incredibilmente libera Così pura ed anche maliziosa Che con paziente attesa Spera in un più deciso slancio del proprio amato.
Tutto d’un tratto I miei pensieri si rendon conto d’essere poco discreti E la mente comanda ai miei occhi Di distogliere lo sguardo da quegli amanti.
I miei sensi si rimescolano dunque In un vorticoso astrattismo In cui si annullano e si rigenerano Per poi riprender forma.
La vista ripercorre tutta la stanza Urta pareti e quant’altro c’è in essa Fino a rifuggire fuori In compagnia dei miei pensieri.
Guardo la finestra, ma non la vedo. Non vedo più neanche quegli amanti Prima intenti nelle loro effusioni. Guardo oltre.
I miei pensieri viaggiano Visitando innumerevoli luoghi, persone, risvegliano ricordi. Viaggiano tanto che a volte li perdo di vista.
Poi ritornano e mi riconsegnano qualcosa. E subito rivanno. E mentre le membra si abbandonano al sonno I miei pensieri si mescolano ai sogni.
Anonimo
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