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Non potè l’essere umano Arginar tormento Or quando ponendo sul cor la mano Nolente udì del suo peccato patimento. E venne il tempo dei ripari messi Quando l’uomo stesso ne indicò la cura: “Se a me confessi la tua anima tornerà pura”. Confidarono gli uni ciecamente Ponendo in palmo un cuor malato e afflitto Nel lasciar scrutar anima e mente Ove per contro, ne trassero in pochi gran profitto Nel soggiogar la superstiziosa gente Riverente e penitente sedere a quel convitto. E ora Dio è ancor lì che guarda le sue creature Scuotendo il capo su pecore e pastori: “Oh…., voi non siete ancor mature anime nude di coscienza e pseudo intercessori”.
Anonimo
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