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Notte di San Lorenzo

 

Mi diressi verso luoghi sperduti
Remoti dai frastuoni urbani
Dove il buio soffoca ogni luce
Su piagge volgenti al mare
Scrutanti radi navigli notturni solcar le acque.
Sostai lassù
Catturato dal fragore di onde infrangersi
Su inerti scogli erosi
Dal sibilio del vento vezzeggiante l’erba
E lieve giungere a lambir la pelle
Dall’effluvio di fiori non scorti
La cui essenza garbava all’anima.
Plagiato da tal sublimi percezioni
Mi distesi ammaliato sulla fresca erba
A contemplar nient’altro che il cielo
Sciami di stelle adornanti
Che mai prima ebbi a notare.
E poi, suggestivo accadimento
Che come in sogno condusse il cuore
Lieve e alato nel saggiar un’estasi di gioia
All’ormai lontano mondo estranea
Quando che scorsi un frammento d’astro cadente
attraversar il cielo
E lesto, lì volsi la mano
E su di essa espirai la brama.
Chiusi gli occhi.

Anonimo

 

Pubblicata in data 09/01/2014

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