Nella visita di questi luoghi, però, non possiamo non includere
anche Chiusdino, il vicino borgo medievale in cui nacque e visse il
Santo, prima della sua conversione.
Ma per meglio comprendere questi luoghi suggestivi, non possiamo non
esimerci dal leggere alcuni brevi cenni storici sulla vita del
Santo.
Abbazia di San Galgano |
Sal Galgano
San Galgano, ovvero Galgano Guidotti, nacque a Chiusdino nel 1148
(la casa in cui visse è tuttora visitabile). Cavaliere, e di nobili
origini, dopo anni di vita dissoluta Galgano si convertì all’età di
32 anni, iniziando a predicare nei dintorni di Siena. Per
intercessione dell’Arcangelo Michele e per volontà dei 12 apostoli,
che gli apparvero in sogno, si ritirò su una vicina collina, a
Montesiepi, dove per il resto della sua breve vita visse in una
capanna, che fu il suo eremo. Qui avrebbe dovuto costruirvi una
rotonda.
Come atto indelebile della sua conversione, su Montesiepi compì il
suo primo miracolo, conficcando la sua spada in una roccia. Quello
che prima era l’oggetto più rappresentativo della sua vita dissoluta
da cavaliere, divenne dunque una croce, simbolo della sua
conversione, di pace. Da quel moneto in poi, Galgano divenne Servo
del Signore. |
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San Galgano
Chiesa di San Michele - Chiusdino |
Ben presto i suoi miracoli (nel processo di canonizzazione del 1195
se ne conteranno 19) attirarono a Montesiepi molti pellegrini, tanto
che, nel 1181, Papa Alessandro III lo benedirà e lo inciterà a
costruire un’Abbazia nei pressi del suo eremo. Galgano, tuttavia,
non ne ebbe il tempo, poiché nel dicembre dello stesso anno morì. Le
sue spoglie furono tumulate accanto alla sua spada.
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La Rotonda e la spada nella roccia -
Montesiepi |
La Rotonda di Montesiepi
La Rotonda di Montesiepi, dunque, fu edificata successivamente, tra
il 1182 ed il 1185, nel luogo in cui San Galgano visse il suo ultimo
anno di vita, proprio attorno alla roccia in cui infisse la sua
spada.
La Rotonda - Montesiepi |
Il piccolo complesso è costituito da una piccola pieve a pianta
circolare, interrotta solo da un piccolo abside in cui vi sono
affreschi del Lorenzetti.
La cupola è semisferica, costituita da un’alternanza di fasce
policrome.
Al centro della pieve, chiusa in una teca trasparente, vi è la
roccia in cui è conficcata la spada.
Sulla Rotonda, che di fatto ha la forma di una coppa rovesciata,
sulla roccia e sulla la spada, così come sulla stessa Abbazia,
aleggiano tante leggende e misteri, per via di similitudini con
altre storie, come quella della saga di Re Artù e sul mistero del
Santo Gral, che si dice potrebbe essere nascosto nei sotterranei
della Rotonda, dei quali però non ne sarebbe mai stato scoperto
l’ingresso.
Ma tornando ad asserzioni più terrene, la Rotonda, di fatto,
sarebbe stata la prima Tomba del Santo, i cui resti sarebbero poi
andati in gran parte perduti. La sua testa, tuttavia, sarebbe
tuttora custodita nella chiesta di San Michele a Chiusdino. |
L’Abbazia di San Galgano
Nei anni successivi, il vescovo di Volterra volle che in
quel luogo, vicino alla Rotonda, si edificasse una grande
Abbazia. I lavori, che furono affidati agli Abati
Circestensi, con cui il Santo ebbe contatti nell’ultimo
periodo della sua vita, durarono dal 1220 al 1268, anno in
cui fu finalmente
consacrata.
Essa fu costruita a forma di grande croce latina, a tre navate, in
uno stile architettonico ancora sconosciuto a quell’epoca nella
regione, che vedeva il tradizionale stile romanico fondersi col più
innovativo stile gotico proveniente dalla Francia.
L’Abbazia ebbe circa un secolo di grande splendore, a cui seguì una
lenta decadenza e poi di totale abbandono. Nel XIV secolo, infatti,
prima una dura carestia, poi la peste e per finire i continui
saccheggi da parte delle compagnie di ventura che scorazzavano in
quel territorio, fecero si che comunità monastica si riducesse ad
appena 8 unità.
La crisi continuò anche nel XV secolo, tanto che i monaci rimasti
fecero costruire un palazzo a Siena (Palazzo san Galgano), dove si
trasferirono, abbandonando definitivamente l’Abbazia, che quindi, da
quel momento in poi, fu affidata ad un abate commendatario. |
Abbazia di San Galgano |
Questo accelerò la decadenza del complesso,
tanto che, si dice, uno degli commendatari arrivò a smontare
il tetto in piombo che ricopriva la chiesa, rivendendolo.
Da quel momento in poi, chiaramente, le strutture deperirono
rapidamente. Nel 1786, infine, crollò anche il campanile, colpito da
un fulmine. Anche le sue campane del trecento, in bronzo, andarono
fuse. La chiesa, in seguito, fu definitivamente sconsacrata ed
abbandonata, mentre alcuni dei locali dell’Abbazia, nei primi
decenni dell’ottocento, furono ristrutturati ed utilizzati come
fattoria.
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Complesso dell'Abbazia di San Galgano |
Alla fine dell’ottocento nei confronti dell’Abbazia si risvegliò un
certo interesse, tanto che, dopo molti studi, nel 1924 iniziarono
dei lavori di restauro conservativi. Si cercò, dunque, di
consolidare le strutture e quanto ancora restava del complesso,
senza sovrapporre ad essa alcuna ricostruzione arbitraria,
integrazione o rimaneggiamento.
Conclusioni
Oggi il complesso dell’Abbazia, che è un luogo davvero
affascinante, è visitabile tutti i giorni dalle 09:00 al
tramonto.
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Il biglietto di ingresso al complesso, dal costo di €. 3,50,
comprende anche l’ingresso al Museo Civico e Diocesano d’Arte Sacra
di Chiusdino (Via Umberto I, n. 19),
in cui sono esposti paramenti ed oggetti sacri, dipinti,
resti dell’antica Abbazia di San Galgano e reperti che
raccontano la storia di questi luoghi e del Santo stesso.Il museo, ubicato in un bel palazzo storico di Chiusdino, è molto
vicino alla Chiesa di San Michele, in cui sono conservate le
reliquie del Santo, ed alla casa in cui lo stesso visse prima della
sua conversione.
Chiusdino, peraltro, è un borgo medievale molto bello ed
affascinante, ben conservato, che merita senz’altro una visita.
Nell’Abbazia, nei mesi di luglio ed Agosto, spesso si svolgono dei
concerti. Seppure le relative installazioni possono infastidire i
visitatori, questi eventi sono indispensabili per finanziare le
spese necessarie per il mantenimento del sito, che oggi è di
proprietà del Comune di Chiusdino.
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Borgo medievale di
Chiusdino |
Anche il piccolo complesso della Rotonda è visitabile tutti i
giorni, a partire dalle ore 09:00 fino al tramonto, con ingresso
gratuito.
Inoltre, ogni Domenica, alle ore 11:30, viene celebrata la Santa Messa.
Un'ultima chicca,
soprattutto per i più piccoli: nei pressi di Montesiepi,
a soli 6,5 km. più Ovest, vi è il Mulino delle Pile, quello
reso famoso dagli spot pubblicitari del Mulino Bianco
(esiste davvero!). Il Mulino è un Agriturismo, quindi
proprietà privata, e noi lo abbiamo trovato chiuso, quindi
non abbiamo potuto neanche vederlo. Ma riapre a Pasqua,
quindi da quel momento in poi sarà possibile visitarlo
almeno esternamente.
Per finire, alcuni piccoli suggerimenti. Per mangiare, in
zona vi è il Bistrò Dai galli a Ciciano, una semplice
trattoria che propone ottimi piatti maremmani, che ha ben
soddisfatto le nostre aspettative, e la Grotta di Tiburzi a
Chiusdino, un ristorante che non abbiamo avuto la
possibilità di sperimentare (non aveva posto), ma che ha
ottime recensioni.
28 gen. 2018
Nicola Di Modugno
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