La domenica di Pasqua, alle ore 10,00, partendo
dalla Chiesa di San Domenico, ha luogo la processione del simulacro
di Gesù Risorto, curata dalla Confraternita
Purificazione-Addolorata. Per circa due ore la processione si snoda
lungo le vie adiacenti al centro storico, seguita con aria festosa
da fedeli. Vi partecipano soprattutto tanti giovani e bambini.
Questi ultimi, peraltro, usano sventolare
bandierine del tricolore italiano.
I fedeli, al passaggio delle processione, espongono ai loro
balconi coperte e lenzuola colorate, contrariamente a quanto
avviene per le altre processioni, quando le lenzuola esposte
è previsto che siano bianche (in riferimento alla sindone).
Alcuni lanciano anche coriandoli o petali di fiori colorati.
Inoltre, come anticipato sopra, al passaggio del simulacro
del Gesù Risorto vengono fatte esplodere, con fuochi
pirotecnici, le Quarantone appese in alcune piazze
principali del paese.
Particolarmente spettacolari sono i
fuochi pirotecnici fatti esplodere in Piazza Matteotti, deve
il simulacro di Gesù Risorto viene fatto sostare per il
tempo necessario. Qui avviene lo scoppio di ben due
Quarantone. La popolazione applaude e fa festa al momento
della deflagrazione dei fantocci, che bruciano e si
disintegrano. Questo rito, in realtà, vuole sancire la
rivalsa della vita sulla morte, della gioia sulla tristezza.
Quindi, la banda
riprende a suonare motivi festosi e Gesù Risorto e
ricomincia a muoversi giù per Corso Antonio Gramsci, quindi
lungo Corso Ettore Carafa, in direzione della Chiesa di San
Domenico. Lungo tutto il percorso della processione vengono
lanciati anche degli aerostati, realizzati ad opera d’arte
dalla premiata Ditta Di Rella in carta velina ed altro
materiale leggerissimo. Questi aerostati, prendendo
velocemente il volo, sfiorando palazzi, cavi elettrici,
alberi e quant’altro, sono accompagnati sempre dagli
applausi della gente e dagli “oohhh…” dei bambini che li
inseguono con i loro sguardi stupefatti.
A mezzogiorno la processione raggiunge Piazza
Bovio ed il simulacro di Gesù Risorto viene collocato davanti al
portale di ingresso della Chiesa di San Domenico, di fronte alla
folla che intanto si raduna qui per assistere alla Santa Messa.
Essa, infatti, condizioni meteo permettendo, viene sempre celebrata
all’aperto, allo scopo di consentire a tutta la gente affluita di
assistervi.
Al termine della Santa Messa, dopo la benedizione e l’esortazione
del parroco Don Vincenzo Speranza, che invita i fedeli a portare in
famiglia e nel mondo il nuovo messaggio di pace, di speranza e di
rinascita, le migliaia di persone presenti in piazza volgono il
proprio sguardo in direzione del Museo Jatta, nei pressi del quale
prendono il via altri fuochi pirotecnici, che termineranno con lo
scoppio dell’ultima “Quarantone”, nel gran fragore festoso e gli
applausi della popolazione.
Al termine di quest’ultimo momento di festa, è strabiliante la
velocità con cui tutti i presenti abbandonano la grande piazza e si
dileguano, infilandosi in ogni via circostante e vicolo del centro
storico, attratti ed attesi dalle opulente tavole pasquali, già
approntate nelle case dei propri familiari.
Tutto ciò è una magia che si ripete, rinnovandosi, ogni anno sempre
più intensamente. Infatti, ai riti religiosi appena descritti, ed
anche a quelli più profani ad essi correlati, se ne aggiungono
sempre di nuovi. La Settimana Santa a Ruvo è come un’opera
sottoposta a continuo restauro, nella quale le nuove generazioni
desiderano ardentemente ripristinare tutte quelle antiche tradizioni
che nel tempo sono andate perdute. E Ruvo di Puglia è molto ricca di
antichi rituali, in quanto le sue origini si perdono nella notte dei
tempi.
Peraltro, non a caso, tali rituali attraggono sempre più visitatori
a Ruvo di Puglia, e non solo dai comuni limitrofi. Nella Settimana
Santa è evidente un incremento esponenziale del turismo stanziale
che, oltre ad assistere ai riti di carattere religioso, coglie
l’occasione per scoprire uno dei più bei centri storici della
regione, architetture sacre di rilevante importanza e tesori
archeologici inestimabili, nonché la possibilità di apprezzare ed
amare tanti prodotti agro alimentari locali.