Riguardo al biglietto del traghetto,
c’è da evidenziare che il costo per ogni singola tratta è pari ad
6,50 €., mentre andata e ritorno per Malcesine, senza possibilità di
scalo intermedio, costa 19,50 €.. Ciò significa che, ove si voglia
fare scalo in due o più località, conviene acquistare il biglietto
giornaliero, che appunto non pone alcun limite nell’utilizzo.
Alle 09,30 il traghetto ha lasciato il pontile, dirigendosi verso
Limone sul Garda, costeggiando la riva occidentale del lago. Ma dopo
un breve scalo a Limone, il traghetto ha attraversato il Garda,
puntando dritto verso Malcesine, nostra prima tappa della giornata,
dove siamo giunti in meno di 60 minuti di navigazione totale. Il
centro abitato, così come un po’ tutti i borghi antichi affacciati
sul lago sembrava magico, una cartolina! Le casine tutte colorate,
il porticciolo, un castello eretto sulla viva roccia sulla sinistra
e, dietro, tanto verde, la montagna, che faceva da sfondo.
|
Il colpo d’occhio era
stupendo, lasciava senza fiato noi oggi, così come i nostri
avi in passato. Infatti, si narra che nel 1786 la polizia
della Serenissima sia stata allarmata per la presenza di un
turista intento nel prendere appunti, fare schizzi, come
fosse una spia. Fermato dai gendarmi, l’uomo rivelò di
essere Goethe, il grande scrittore tedesco, che colpito
dalla bellezza di questo luogo non poté resistere al
desiderio di disegnare su dei fogli la magia di Malcesine. |
Malcesine - Panorama |
Alcuni di questi disegni e
schizzi, oggi, sono esposti nel Castello, sede del Museo di
Storia Naturale del Garda e del Monte Baldo.
Avendo deciso di rimandare al pomeriggio la visita del borgo
e la passeggiata nelle viuzze già colme di turisti, ci siamo
diretti alla funivia, ubicata appena fuori dal centro
storico, per salire sulla vetta del Monte Baldo.
Il Monte Baldo, in realtà, non è un’unica vetta, ma una
catena montuosa lunga circa 40 km., che in alcuni punti
supera abbondantemente i 2000 metri (come ad esempio la
vetta di Monte Altissimo – 2079 m., che comunque pare non
sia la più alta), tanto da essere, per la sua altitudine,
già considerata alpina.
La funivia (nel caso si arrivi in macchina, sotto la sua
stazione è disponibile un grande parcheggio sotterraneo,
utile anche per la sola visita al centro storico), da
Malcesine parte ogni 30 minuti, ma se c’è molta gente, come
nel nostro caso, parte immediatamente. Noi, infatti, siamo
partiti non appena il countdown delle persone entrate in
cabina ha visualizzato “0”. Per arrivare in vetta al Monte Baldo (€. 19,00 a persona a/r) abbiamo fatto un cambio di
cabina nella stazione intermedia di San Michele, ubicata a
poco meno di metà percorso. Sarebbe stato possibile anche
fermarsi qui (€. 9,00 a persona a/r), dato che da questo
punto di osservazione si gode comunque un panorama sublime,
e magari tornare a Malcesine a piedi (circa un’ora
percorrendo sentieri). Ma noi, chiaramente, abbiamo
proseguito (e, a posteriori, lo consigliamo vivamente a
tutti). Nel secondo tratto, infatti, il panorama è diventato
molto più strepitoso. Peraltro, la cabina, mentre
silenziosamente e velocemente ha iniziato a salire
vertiginosamente di quota, ha iniziato anche a ruotare
lentamente su se stessa, lasciando i presenti senza parole;
pare che questa sia una particolarità unica per una funivia.
Durante la salita, in quei
brevi minuti, non sapevamo dove posare lo sguardo. Malcesine
si allontanava, divenendo sempre più piccola, mentre il
Lago, visto dall’alto, lasciava meglio percepire le sue
grandi dimensioni; si distinguevano più chiaramente anche i
borghi sulla sua sponda opposta. E sotto di noi tanto verde.
Prima spiccavano alcuni oleandri in fiore disseminati tra
gli uliveti e gli agrumeti, poi, salendo ancora di quota, si
scorgevano solo querce e castagni, finché la vegetazione non
diventava sempre più rada, in prossimità della vetta. |
|
Malcesine
La funivia per il Monte Baldo |
Mentre su, sul crinale, il candore
della neve sembrava attenderci.
Raggiunta la stazione terminale sul Monte Baldo, l’atmosfera si è
rilevata unica e magica. Fuori, tutt’intorno, c’era neve, mentre, di
fronte a noi, l’infinito, uno spettacolo mozza fiato.
Peraltro, avevamo avuto molta fortuna, la giornata era stupenda,
ideale! Un bellissimo sole e poca foschia. Lo sguardo si perdeva
percorrendo distanze illimitate. Ci siamo soffermati nel piazzale
della funivia per alcuni istanti, per renderci conto di cosa fare,
di dove andare. Attorno a noi una vicina seggiovia, un impianto
sciistico ormai chiuso, persone sdraiate sui lettini su un solarium,
alcune a dorso nudo. Nonostante ci fosse neve, era piuttosto caldo.
Al sole, sarebbe stata sufficiente una camicia, una polo, ma noi
avevamo addosso una maglia di cotone ed il giubbotto. Ma, tutto
sommato, soprattutto all’ombra, ci stavano bene.
Presto ci siamo resi conto che tutti andavano nella stessa
direzione, lungo un sentiero sul quale la neve ormai si era quasi
completamente sciolta, ma che a tratti risultava poco praticabile,
per via del fango che ne restava e per l’acqua che continuava a
scorreva. Avremmo avuto bisogno di un equipaggiamento più adatto, da
trekking, ma tutto non si può avere!
Comunque, evitando l’evitabile, ci siamo portati su un’altura, su
cui vi era anche una cappella. La gente proseguiva sul crinale,
dirigendosi verso quello che, in lontananza, poteva apparire un
punto di osservazione, un belvedere. Abbiamo deciso di imitarla, di
seguirla, anche perché il sentiero si rivelava più praticabile di
quanto prima non apparisse.
Ma ci siamo dovuti fermare spesso, molto spesso. I panorami, gli
orizzonti davanti a noi erano tanto strepitosi quanto infiniti.
Sembrava di guardare un grande plastico dall’alto, costruito così
perfettamente, per fedeltà dei colori, per i particolari, da
sembrare perfetto, realistico.
Da una parte del crinale avevamo la neve, oltre la quale lo sguardo
scivolava fino a valle, dritto nel grande bacino del Benaco (il
Garda), scorgendone chiaramente i suoi confini da Sud a Nord, da Est
ad Ovest. Dall’altra, la montagna, altre vette della stessa catena
montuosa che, sull’altro versante, abbiamo letto, diventavano sempre
più basse, fino ad affacciarsi sulla Val d’Adige, che a noi,
chiaramente, restava nascosta.
Monte Baldo - Panorama
In lontananza, sotto di noi, si scorgeva anche
un piccolo bacino, con tanto di diga, forse utilizzato da una
centrale elettrica.
Continuando, siamo arrivati in fondo al sentiero, al termine del
quale il crinale terminava, scendendo sensibilmente di quota. Ed
anche qui, spettacolo indescrivibile. Questo era senz’altro il più
bel punto di osservazione raggiunto sul Monte Baldo. Dominava
l’intera valle lacustre ed offriva anche un ampio panorama della
montagna circostante. Da qui sembrava che le altre vette del Monte Baldo si potessero toccare, mentre lo sguardo fuggiva fino a
raggiungere le vicine Alpi, le cui pendici erano tutte imbiancate.
Un simile panorama sarebbe stato visibile anche da un aereo, ma in
questo caso, in aggiunta, eravamo liberi di muoverci e, soprattutto,
di respirare a pieni polmoni quell’aria pura, incontaminata e
fresca.
Dopo aver scattato decine e decine di foto, abbiamo preso la strada
del ritorno. Intanto, sul crinale, stavano giungendo numerosi
ragazzi muniti di parapendio.
|
Ci siamo soffermati ad osservarli. Preparavano
la loro attrezzatura, poi, correndo, si lasciavano andare e volavano
via, come uccelli, come grandi aquile. I più abili e fortunati,
incontrando correnti d’aria calda ascendenti, riuscivano facilmente
a riprendere quota, sorvolando anche noi stessi, che meravigliati li
seguivamo con lo sguardo. Poi scendevano lentamente sul versante del
lago, fino a raggiungere destinazioni a noi sconosciute.
Provavo invidia per la loro libertà, per il loro ardire e per
l’impagabile spettacolo a cui loro, solo loro, erano ammessi. |
Monte Baldo |
Ormai s’era fatto tardi. Avevamo piuttosto
fame. Sulla via del ritorno siamo ripassati davanti ad un
ristorante; fuori, tanti tavolini, lettini per prendere il sole e
tanta gente. Ci siamo avvicinati, ma i prezzi sul menu ci sono
sembrati un pochino elevati, per cose che a noi sono sembrate
piuttosto commerciali. Poi, dalla gente che c’era, avremmo dovuto
attendere un bel po’ il nostro turno.
Abbiamo così deciso di proseguire. Il self-service della stazione
della funivia, invece, peraltro già notato all’arrivo, ci ha
convinti subito. Qui abbiamo preso due contorni a testa, consistenti
in verdure grigliate miste e funghi trifolati con fette di polenta
grigliata. Tutto ottimo, pasto leggero ed economicamente conveniente
(il conto non superava i 20,00 €.).
Abbiamo pranzato fuori, sul solarium, e dopo ci siamo messi un
attimo sui lettini. Ma a me sembrava tempo perso. Il programma di
oggi prevedeva ancora la visita di Malcesine, di Limone sul Garda e di
Torbole.
Quindi, constatato che una cabina della funivia si apprestava a
partire, ci siamo affrettati e siamo tornati subito giù a Malcesine.
Raggiunto di nuovo il centro storico
del paese, abbiamo fatto un giro per le viuzze affollate di
turisti, colme di negozi di souvenir, di prodotti tipici
locali, nonché di gallerie d’arte. Abbiamo fatto anche un
giro attorno al Castello, senza entrarci. Straordinario!
Sembra una propaggine della roccia su cui era stato
edificato, quasi un monolite che aveva assunto tale forma
grazie al lavoro dello scultore che lo aveva lavorato.
E sotto di esso, una scaletta portava ad una piccola e
graziosa spiaggetta, molto romantica; bellissima, ma vorrei
vedere d’estate! Certamente inaccessibile! |
|
Malcesine
- Il Castello |
Un po’ accaldati, abbiamo deciso di prendere un
gelato, quindi abbiamo continuato a passeggiare lentamente,
scrutando ed osservando tutte le cose belle che ci circondavano.
Alle 15,35, ormai sufficientemente esausti, abbiamo preso il
traghetto per Limone sul Garda. Durante la traversata, durata circa
30 minuti, grazie anche al fresco “vento dell’ora”, che sul Garda
compare e scompare all’improvviso, abbiamo recuperato parte delle
energie.
|
Limone sul Garda, per certri
aspetti, è un po’ simile a tanti altri borghi che si
affacciano sul lago. Innanzitutto, è anche lei una cittadina
la cui economia è quasi totalmente alimentata dal turismo.
Quindi, anche qui, come a Riva del Garda o Malcesine, nel centro
storico sono numerosi gli Alberghi, i ristoranti, i caffè, i
negozi di souvenir e/o di prodotti tipici. Il lungolago è un
susseguirsi di locali e tavolini, dove i turisti trascorrono
parte del loro tempo chiacchierando ed ammirando uno dei più
bei spettacoli della natura. |
Limone sul Garda |
Tuttavia, questa volta, lo spazio che la
montagna ha concesso all’uomo è davvero limitato, anzi, nullo!
Infatti, la cittadina nasce su una stretta striscia di terra
costituita da detriti alluvionale. Quindi, in questo caso, gli
edifici, anch’essi variopinti, sono tutti incastonati alle pendici
del monte che la sovrasta. Ne risulta che, ad esclusione del
lungolago, le stradine ed i vicoli del centro storico formino un
sali scendi in grado di mettere alla prova il turista, così come gli
stessi residenti. Ma ciò che rende davvero diversa e particolare
Limone sul Garda, ed il nome lo lascia già intendere, è dato dalla
presenza delle sue antiche limonaie, dei suoi agrumeti, ben visibili
anche a chi giunge in battello. Peraltro, pare che a queste colture,
ovvero ad una proteina in esse contenuta, sia riconducibile il
motivo della longevità di cui godono gli abitanti di Limone sul Garda.
Se da una parte potrà apparire strana la presenza di tante limonaie
in una regione così prossima all’arco alpino, dall’altra bisogna
considerare, come già anticipato, che qui il clima è mite tutto
l’anno, condizione evidentemente ideale per tale tipologia di
coltura.
Tuttavia, con l’approssimarsi dell’inverno, le limonaie vengono
adeguatamente protette. Guardando le numerose limonaie, infatti, non
sfugge il fatto che esse siano ubicate in terrapieni protetti e
circondati da colonne in pietra/tufo e da assi di legno. Queste, in
realtà, sono strutture (le colonne) su cui vengono montati grandi
infissi in legno con vetrate, mentre grandi e spessi teli vengono
distesi sul soffitto, sorretti dalle assi in legno.
E, durante la visita a Limone sul Garda, non
abbiamo potuto esimerci dal visitare (ingresso €. 4,00 a persona)
una di queste limonaie, forse la più rappresentativa, in quanto
ubicata in un complesso (il Castello) di rilevante importanza
storica, la “Limonaia del Castel”.
Peraltro, l’occasione è stata
propizia per ascoltare una guida che ci ha edotti su tanti
aspetti riguardanti l’argomento, sulle varietà e sui metodi
di coltivazione e di cura di questi particolari frutti,
nonché per apprendere la storia di quella limonaia, ridotta
in stato di totale abbandono ed ormai destinata ad essere
sostituita da una struttura ricettiva, che invece il Comune
ha voluto acquisire, restaurandola e restituendo ai
cittadini ed ai turisti un importante patrimonio culturale e
storico, oggi visitato ed apprezzato da tanta gente.
|
|
Limone sul Garda
La limonaia del Castel |
Nei locali del “Castel”, attualmente, è in fase
di allestimento (ma già accessibile) un “Museo per le limonaie del
Garda”.
Ritornati giù verso il porto, attraverso stretti vicoli e viuzze,
abbiamo visitato anche la vicina Chiesetta di San Rocco, dalla cui
piazzetta, peraltro, abbiamo ammirato un discreto panorama del lago
e del borgo. Sotto di noi, sulla terrazza di un albergo, alcune
persone si godevano il sole sui lettini ubicati a bordo piscina sul
terrazzo di un albergo (beati loro!).
Alle 17,00 abbiamo preso il traghetto per Torbole, ultima località
in programma per questa giornata (e pensare che Paola si auspicava
una vacanza tranquilla, di relax…), dove siamo giunti circa mezz’ora
dopo.
Passeggiando sul lungolago, abbiamo raggiunto il porticciolo, in
prossimità del quale siamo stati attratti dalla bellezza di un
graziosità di un edificio, l’antica Casa del Dazio, antica sede
della Dogana Austriaca, risalente alla prima metà del settecento
(visitabile solo esternamente).
|
Proseguendo la passeggiata, ci siamo
resi conto che ciò che più caratterizzava questa località
era la presenza di spiagge, molto più numerose ed ampie
rispetto alla vicinissima Riva del Garda, ma anche rispetto
alle altre località dell’Alto Lago. Inoltre, abbiamo
scoperto che Torbole è anche la località top per gli amanti
del surf, in quanto pare che qui il vento sia una costante.
Siamo giunti nei pressi di un bar (La Sega) sulla
passeggiata, adiacente ad un’ampia spiaggia; qui abbiamo
preso un buon caffè (€. 1,20 a testa, al banco). |
Torbole - La Dogana
Austriaca
|
Ci siamo ricordati che, nella mattinata,
osservando il versante Nord del Lago di Garda dal Monte Baldo, in
prossimità Torbole l’acqua assumeva un colore più chiaro nel punto
in cui il Fiume Sarca sfociava nel Lago. Abbiamo quindi deciso di
raggiungere quel sito!
Passeggiando su un lungolago molto curato, passando d’avanti a
numerosi camping, villaggi turistici ed un grande club di surfisti,
abbiamo finalmente raggiunto la nostra meta.
Torbole - Foce del Sarca
Qui abbiamo scattato alcune foto, poi
lentamente siamo tornati sui nostri passi, chiacchierando su quanto
avevamo visto durante la giornata.
Entrambi abbiamo concordato sul fatto che qui, nel bacino del Benaco,
sia stata adottata una buona politica turistica, un’ottima
strategia. In sintesi, ogni centro abitato, oltre a sfruttare le
bellezza naturali offerte dal luogo e dal Lago, ha saputo sviluppare
un valore aggiunto, diversificando la propria identità e quindi
offerta turistica. In tal modo, al visitatore non resta che
l’imbarazzo della scelta, potendo disporre di una gran varietà di
offerte, dai parchi tematici alla montagna, dalla vacanza balneare
alle escursioni, dagli sport acquatici alle più rilassanti
passeggiate, sempre restando in un contesto naturalistico, culturale
e storico di altissimo livello.
Infatti, Arco, visitata il giorno prima, è chiaramente la regina
prediletta dagli amanti del trekking (qui abbiamo notato tantissimi
negozi di articoli sportivi che offrivano roba tecnica per tale
attività), delle escursioni, Malcesine, con la funivia, è un
trampolino di lancio per Monte Baldo, capace di richiamare turismo
anche nella stagione invernale, Limone sul Garda attrae per le sue
antiche e straordinarie limonaie, su cui giustamente investe
tantissimo, Torbole offre le sue ampie spiagge e si afferma anche
come località top per gli amanti di surf lacustre, mentre Riva del Garda attrae il turista non solo per la bellezza del suo centro
storico, ma anche per la straordinaria e vicina Grotta Cascata del Varone e per l’escursionismo. Da
Riva del Garda, peraltro, e più precisamente
dal porto, parte uno dei più bei sentieri panoramici che abbiamo
visto. Esso, arrampicandosi lungo la parete del Monte Oro, sale
lentamente, passando anche attraverso gallerie, offrendo certamente
dei panorami strepitosi. Il sentiero credo si possa percorrere sia a
piedi sia in mountain bike. Infatti, nella mattinata, durante la
navigazione sul lago, abbiamo notato gente che saliva anche in
bicicletta, oltre che a piedi. Questa, purtroppo, è una delle poche
cose che non abbiamo avuto il tempo di fare. Ma ciò non significa
che non si possa fare in futuro!
Alle 19,20 ci siamo nuovamente imbarcati, alla volta della vicina
Riva del Garda, dove siamo giunti dopo soli 15 minuti. Peraltro,
durante la navigazione siamo passati anche davanti alla foce del
Fiume Sarca, prima raggiunta a piedi.
A Riva del Garda, un altro evento ha
attratto la nostra attenzione nei pressi del porto.
Nell’adiacente Piazza Catena ed in Piazza Garibaldi, era in
corso un raduno di mezzi militari americani d’epoca.
Numerose camionette, camion, una vecchia ambulanza, moto.
C’era di tutto. Almeno una cinquantina di mezzi, con tanto
di figuranti che indossavano divise delle truppe alleate
dell’epoca. Chiaramente, abbiamo fatto un giro tra questi,
scattando anche delle foto. |
|
Riva del Garda - Piazza
Catena
Raduno mezzi storici militari |
A me è parsa un’idea geniale quella di
rievocare in tal modo la “Liberazione” da parte delle truppe
alleate. Peraltro, era, appunto, il 25 aprile. Bellissimo! Grandi!
Sfiniti, siamo tornati nel nostro alloggio. Quindi, doccia e cena al
ristorante del villaggio.
Dopo cena, ci siamo soffermati a chiacchierare un pochino con altri
ospiti del villaggio, poi siamo andati a letto, ormai esausti.
|