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Sabato 27 aprile 2013
 

Dopo aver fatto colazione, siamo partiti alla volta di Salò. Tuttavia, a causa di un incidente verificatosi sulla litoranea gardesana, poco prima di Limone, che ha comportato la chiusura temporanea della strada, abbiamo dovuto ritardare di almeno un’ora la partenza.
Peraltro, quando finalmente siamo giunti a Salò, pioveva incessantemente. Un tempo davvero pessimo!

Salò - Piazza della Vittoria

Nonostante tutto, imperterriti, armati di ombrello, di K-way e di fotocamera, siamo comunque scesi di macchina ed abbiamo iniziato il nostro tour nel centro storico della città, che affonda le sue radici in epoca romana. Ma prima di continuare a parlare della nostra passeggiata e di ciò che abbiamo potuto visitare, ritengo utile, prima, riepilogare alcune vicende storiche, anche per meglio comprenderne l’importanza di questa bellissima cittadina.

Salò ha sempre assunto un ruolo rilevante nella regione e da protagonista nella storia, tanto da meritarsi il titolo di Magnifica Patria dalla Serenissima nel XV sec.. Essa ha anche goduto di speciali autonomie concesse dalla città veneziana, tanto da potersi considerare, unitamente ai restanti territori della Federazione della Riviera, quasi uno stato autonomo, a se stante, per circa tre secoli e mezzo, anche se in tale periodo non sono mancati conflitti e brevi annessioni da parte delle vicine Brescia e Milano, che più volte hanno tentato di imporre la propria egemonia sulla riva occidentale del Garda, ed anche sull’intero bacino.
Tuttavia, l’arrivo di Napoleone, nel 1796, significò il definitivo tramonto della Magnifica Patria. Salò fu annessa all’impero asburgico, insieme ai restanti territori dell’ex stato della Serenissima, perdendo contestualmente il titolo di capitale.
Successivamente, Salò continuò a trovarsi al centro di numerosi fermenti e conflitti nella regione. Alla fine delle guerre di restaurazione tra l’impero napoleonico e quello asburgico, la città si riscoprì filo austriaca. Tuttavia, seppure Salò non abbia più riacquisito quell’autonomia di cui aveva goduto in passato, quello asburgico è stato per essa comunque un periodo florido, durante il quale hanno preso vita innumerevoli istituzioni culturali ed assistenziali, scuole ed un ospedale civile, che nel loro insieme, di fatto, hanno visto accrescere notevolmente l’importanza della città nell’intera regione.
Nel 1859, a seguito dei moti risorgimentali, Salò entrò definitivamente a far parte del Regno di Sardegna, che due anni dopo, nel 1861, divenne Regno d’Italia.
La città tornò ancora protagonista durante il I Conflitto Mondiale, in quanto terra di confine tra il Regno d’Italia e l’Impero Asburgico, ed ancora nel 1943, quando qui si instaurò la Repubblica Sociale Italiana (detta anche Repubblica di Salò), lo stato-fantoccio di Mussolini (il duce risiedeva a Gargnano), che da qui tentò disperatamente di restaurare un stato ormai ingovernabile, di fatto assediato dai tedeschi. Nonostante la capitale ufficiale restasse Roma, la scelta di trasferire il governo a Salò fu dettata dalla vicinanza della Germania, i cui confini, all’epoca, comprendevano anche il Trentino Alto Adige e si estendevano fino alla vicina Limone.
Tuttavia, se da un lato la Repubblica Sociale instauratasi a Salò poteva avvalersi della protezione nazista, dall’altro la lontananza da Roma rendeva estremamente difficile la gestione dei conflitti militari e politici che si moltiplicavano nel Paese.
Fortunatamente, il centro abitato non fu mai teatro di conflitti sia nel corso della Resistenza sia durante la ritirata tedesca. Quindi, nonostante nel 1901 un forte sisma abbia provocato ingenti danni alla città, sono numerosi gli edifici di interesse storico ed architettonico giunti fino ai nostri tempi. Gran parte di essi risalgono al periodo della Magnifica Patria, ma, se non altro per ciò che la città ha rappresentato nel passato più prossimo, molto interessanti sono anche i luoghi e gli edifici che durante il periodo fascista hanno ospitato gli uffici governativi della Repubblica Sociale Italiana.

Lungo il nostro tour, per iniziare, siamo entrati nel Duomo, dedicato a Santa Maria Annunziata, ubicato nell’omonima piazza, risalente al XV sec., in stile tardo gotico. Prima di entrare, abbiamo ammirato la sua facciata, incompleta, con al centro un grande portale marmoreo realizzato nel 1509. Al suo interno, di grande pregio architettonico, presentava tre navate; quella centrale molto più ampia rispetto alla altre due. Le pareti erano arricchite da diverse tele ed affreschi risalenti al XIV – XV e XVI sec..

Salò - Il Duomo

Casualmente, abbiamo ascoltato una guida che descriveva alcune opere, soprattutto in corrispondenza del piccolo altare ubicato nell’abside della navata destra; essa faceva notare ai suo uditori che l’artista usava firmare le sue opere disegnando un piccolo mezzo limone. Un particolare, questo, che effettivamente abbiamo riscontrato in altre opere presenti nel Duomo; se non lo avessimo saputo, non ce ne saremmo certo accorti!
Proseguendo, dopo il Duomo, abbiamo raggiunto Piazza della Vittoria, al centro della quale vi era il Monumento ai Caduti delle due guerre. Sulla stessa piazza si affacciava il Palazzo del Capitano, forse l’edificio più rappresentativo di Salò, un tempo sede del Consiglio della Magnifica Patria, ora Palazzo Municipale, nelle cui sale sono tuttora custoditi documenti storici dei 52 comuni della Riviera (una Federazione a cui appartenevano i comuni della riviera gardesana e gran parte di quella della Val Sabbia).

Sotto i portici del Palazzo dei Capitani, che si affacciavano sul lungolago Zanardelli, vi era la Loggia della Magnifica Patria, sulle cui pareti vi erano lapidi commemorative della visita in città di personaggi illustri come Mazzini, Camillo Benso Conte di Cavour e Garibaldi. Sulla facciata interna, su via Butturini, vi era invece un bellissimo antico orologio.
Questo edificio, durante la Repubblica di Salò, ha ospitato l’Ufficio Interpreti del Ministero degli Esteri.

Salò - Palazzo dei Capitani

Passeggiando sul bellissimo ed ampio lungolago Zanardelli, sempre sotto una pioggerellina insistente, abbiamo raggiunto il Bar Italia, un tempo Casa del Fascio. Questo edificio, durante la RSI, ha ospitato le Guardie di Mussolini.
Visto che la pioggia non cessava, abbiamo deciso di fare un breve giro per le viuzze interne del centro storico. Abbiamo così raggiunto la Torre dell’Orologio, che funge da porta di ingresso provenendo da Nord-Ovest, quindi siamo passati davanti ad altri edifici utilizzati durante la RSI ubicati in via Brunati, di interesse più simbolico che architettonico.
Tornati in Piazza della Vittoria, abbiamo fatto appena in tempo ad infilarci in un forno che, dopo aver servito noi, ha chiuso i battenti. Abbiamo comprato due pezzi di pizza e due pastine, che abbiamo mangiato in macchina, per metterci finalmente al riparo dalla pioggia.
Subito dopo, siamo ripartiti alla volta di Gardone Riviera, per la visita al Parco Monumentale del Vittoriale.

Abbiamo lasciato la macchina al parcheggio Oliveto (circa 200 m. prima dell’ingresso al Parco - €. 5,50 per l’intera giornata), poi abbiamo fatto i biglietti comprendenti l’ingresso al Parco Monumentale del Vittoriale degli Italiani, la visita guidata alla Prioria (la casa di Gabriele d’Annunzio) ed al Museo (per un totale di €. 16,00 a persona).
Anche qui, ritengo opportuno spendere alcune parole per meglio descrivere il Vittoriale.
Questi luoghi, sia per il clima molto gradevole sia per la loro straordinaria bellezza, soprattutto fino ai primi decenni del XX sec. sono stati molto alla moda e meta di villeggiatura. Molte, infatti, sono le testimonianze di frequentazioni da parte di teste coronate, principi, ministri ed alte personalità, alcune delle quali qui vi hanno anche costruito le loro residenze per i periodi di villeggiatura.
E qui, affascinato da questi luoghi, nel 1921, il condottiero Gabriele D’Annunzio decise di stabilirsi dopo le sue eroiche vicende militari di Fiume, al termine della I Guerra Mondiale, ritirandosi definitivamente sia dalla vita militare che politica del Paese.
Il Vate (ovvero il poeta capace di interpretare e guidare i sentimenti del popolo), Principe di Montenevoso (titolo nobiliare conferitogli dal Re Vittorio Emanuele II per le sue eroiche imprese di Fiume nel corso della I Guerra Mondiale), poeta e scrittore, amante di tutte le arti, negli anni in cui visse in questa villa (dal 1921 alla sua morte, nel 1938), trasformò questo luogo in un Parco Monumentale, che già in vita, nel 1923, donò allo Stato. Infatti, così recita una sua epigrafe scolpita su un portale di ingresso al Parco: “Io ho quel che ho donato” (una sorta di donazione della nuda proprietà, con diritto di usufrutto vita natural durante).

Nella sua villa, chiamata la Prioria, egli accumulò un enorme patrimonio di libri e documenti di rilevante importanza culturale e storica, nonché oggetti ed opere d’arte di valore inestimabile provenienti da tutto il mondo. Nella buia Prioria (al poeta infastidiva troppa luce) non è difficile incontrare anche copie di importanti sculture, come la Venere di Milo, la Vittoria Alata o altre, come ad esempio il David, realizzate dal suo “parente”, appellativo riferito a Michelangelo.

Gardone - Il Vittoriale - La Prioria

Numerosi sono anche i cimeli militari, le divise, le bandiere e gli stendardi presenti nella Prioria, mentre impressiona la moltitudine di oggetti, suppellettili ed utensili presenti nei bagni. Appassionato di cultura, di musica e di donne, diversi sono anche gli organi che si incontrano nelle varie stanze della villa, che pare fossero suonati soprattutto da Luisa Baccara, una pianista veneziana, compagna ufficiale di D’Annunzio durante tutto il periodo in cui visse al Vittoriale.
Curioso l’accesso allo studio in cui il Poeta componeva le sue opere, chiamato l’Officina: la porta è molto bassa, quindi, per entrare nella stanza è necessario “inchinarsi” alla cultura. Grandioso!
Per la visita guidata alla Prioria è stato necessario mettersi in fila per circa un’ora, ma ne è valsa davvero la pena.

Il Museo è un’altra struttura adiacente e comunicante con la Prioria. In esso vi sono esposti documenti, altri cimeli, mostre fotografiche, capi di abbigliamento ed anche due delle automobili possedute da D’Annunzio, una Isotta Fiaschini ed una Fiat T34; bellissime!
Completa la struttura l’auditorium, dalla capienza di 200 posti, nel quale viene ripetutamente proiettato un documentario su D’Annunzio e sul Parco Monumentale del Vittoriale degli Italiani.

Il Vittoriale - Fiat T34

Sul soffitto dell’Auditorium vi è appeso il piccolo aereo Ansaldo SVA, con cui D’Annunzio, a capo di una squadriglia di altri 8 velivoli, il 9 agosto del 1918 compì lo storico volò su Vienna lanciando 50.000 volantini.
La visita alla Prioria ed al Museo, se non altro, ci ha consentito di rivivere alcuni periodi della storia del nostro Paese, restando contestualmente al riparo dalla pioggia per almeno un paio d’ore.
Tornati all’aperto, invece, per visitare il parco, abbiamo dovuto riaprire l’ombrello.
Seguendo il percorso indicato nella mappa consegnatoci all’ingresso, abbiamo visitato, esposto in un hangar, il MAS (Motoscafo Anti Sommergibile) utilizzato nel I Conflitto Mondiale, a bordo del quale D’Annunzio partecipò anche alla “Beffa dei Buccari”. Fuori dall’hangar vi è il seguente acronimo di MAS coniato dal Poeta: Memento Audere Semper (ricorda di osare sempre). Peraltro, il MAS che oggi è esposto, un tempo era ormeggiato nella darsena di Torre San Marco e veniva utilizzato da D’Annunzio per le sue escursioni nel Lago di Garda.
C’è da dire, in proposito, che negli anni successivi al I Conflitto Mondiale il Poeta era un personaggio molto ingombrante e scomodo per lo stato, sia per le sue idee spesso divergenti sia per la sua capacità di interpretare e guidare il pensiero delle masse attraverso le sue opere letterarie.
Quindi, le sue stravaganze venivano spesso assecondate, anche da parte dello stesso Mussolini, affinché egli se ne restasse lontano dalla politica e dalle faccende di governo.

Peraltro, D’Annunzio aveva già donato tutto allo Stato, quindi, di fatto, tutto ciò che gli veniva regalato restava di proprietà del Paese; una sorta di investimento per il futuro. Ecco il motivo per cui la Marina gli donerà il MAS, così come, più avanti, addirittura la prua della Nave Militare Puglia, uno dei cimeli più suggestivi del Vittoriale, che sarà incastonata nel colle sui cui sorgerà il Mausoleo che custodirà le spoglie dello stesso Poeta. Bizzarrie e stravaganze che però oggi ci offrono l’opportunità di seguire un percorso storico straordinario, oltre alla possibilità di ammirare un luogo bellissimo e curatissimo.

Il Vittoriale - Prua della Nave Puglia

Peccato solo per il tempo, per la foschia che ci impedisce di godere anche di panorami certamente favolosi.
Proseguendo la visita al Vittoriale, abbiamo raggiunto il Mausoleo, fatto costruire dall’Arch. Maroni solo dopo la morte di D’Annunzio. Esso è un complesso marmoreo costituito da tre gironi, separati tra loro da altrettanti corridoi, ed una spianata superiore, al centro della quale vi è una colonna sulla cui sommità vi è l’arca che custodisce le spoglie di D’Annunzio, circondata da altre 10 arche più basse, in cui sarebbero simbolicamente custodite le spoglie degli eroi e dei legionari fiumani più cari al Poeta, comprese quelle dello stesso Arch. Maroni.

Da quest’anno, peraltro, in occasione delle celebrazioni dei 150 anni dalla nascita (12 marzo 1863) di Gabriele D’Annunzio, sulla spianata superiore del Mausoleo sono stati collocati dei cani scolpiti da Velasco Vitali, animali amatissimi dal Poeta, che pertanto montano la guardia al Mausoleo del Vate.
Numerose sono le opere d’arte presenti nel Parco del Vittoriale, le sculture, le fontane e gli stessi giardini che lungo il percorso assumono forme e colori sempre diversi. In ogni angolo si respirano momenti storici della vita del Paese e privati del Poeta, più o meno felici.

Il Vittoriale
Mausoleo di D'Annunzio

Lungo il percorso, spicca l’Arengo, un luogo simbolico dove D’Annunzio riuniva i suoi fedeli fiumani per cerimonie commemorative, ed il Laghetto delle Danze, a forma di violino, bellissimo per la sua armonia, attualmente non accessibile per problemi idrogeologici, ma ben visibile dall’alto. In fondo ai giardini privati della Prioria, invece, è ubicata la tomba di Maria Hardouin D’Annunzio, prima ed unica moglie del Poeta, qui sepolta all’atto della sua morte nel 1954. Mentre, poco più in là, vi è il cimitero dei cani, i suoi più cari amici.

Ed al termine del nostro percorso, eccoci giunti all’anfiteatro, ispirato a quello classico dell’antica Pompei, progettato dallo stesso Maroni tra il 1931 ed il 1938, ma finito di realizzare solo nel 1953. Nell’anfiteatro, che per la sua posizione gode di un panorama straordinario, in quanto affacciato sul lago con sullo sfondo il Monte Baldo, abbiamo appreso che in estate ha luogo una prestigiosa stagione di spettacoli.

Il Vittoriale - L'Anfiteatro
 

Soddisfatti e stanchi, abbiamo lasciato il Vittoriale e ci siamo incamminati verso il parcheggio, ma prima abbiamo dato un’occhiata anche al grazioso borgo di Gardone Riviera, ubicato proprio di fronte all’ingresso del Parco Monumentale.

Recuperata l’automobile, siamo ripartiti alla volta di Riva del Garda, osservando, lungo la riviera, alcune straordinarie ville nobiliari ubicate soprattutto nel tratto di strada tra Gardone Riviera e Gargnano.
Rientrati a Riva, siamo andati a cena, poi ci siamo soffermati al bar a chiacchierare con altri ospiti del villaggio.
 


 

 

 

 
 
   

 

 

 

 

 

 

 

 


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