Nonostante tutto, imperterriti, armati di
ombrello, di K-way e di fotocamera, siamo comunque scesi di macchina
ed abbiamo iniziato il nostro tour nel centro storico della città,
che affonda le sue radici in epoca romana. Ma prima di continuare a
parlare della nostra passeggiata e di ciò che abbiamo potuto
visitare, ritengo utile, prima, riepilogare alcune vicende storiche,
anche per meglio comprenderne l’importanza di questa bellissima
cittadina.
Salò ha sempre assunto un ruolo rilevante nella regione e da
protagonista nella storia, tanto da meritarsi il titolo di Magnifica
Patria dalla Serenissima nel XV sec.. Essa ha anche goduto di
speciali autonomie concesse dalla città veneziana, tanto da potersi
considerare, unitamente ai restanti territori della Federazione
della Riviera, quasi uno stato autonomo, a se stante, per circa tre
secoli e mezzo, anche se in tale periodo non sono mancati conflitti
e brevi annessioni da parte delle vicine Brescia e Milano, che più
volte hanno tentato di imporre la propria egemonia sulla riva
occidentale del Garda, ed anche sull’intero bacino.
Tuttavia, l’arrivo di Napoleone, nel 1796, significò il definitivo
tramonto della Magnifica Patria. Salò fu annessa all’impero
asburgico, insieme ai restanti territori dell’ex stato della
Serenissima, perdendo contestualmente il titolo di capitale.
Successivamente, Salò continuò a trovarsi al centro di numerosi
fermenti e conflitti nella regione. Alla fine delle guerre di
restaurazione tra l’impero napoleonico e quello asburgico, la città
si riscoprì filo austriaca. Tuttavia, seppure Salò non abbia più
riacquisito quell’autonomia di cui aveva goduto in passato, quello
asburgico è stato per essa comunque un periodo florido, durante il
quale hanno preso vita innumerevoli istituzioni culturali ed
assistenziali, scuole ed un ospedale civile, che nel loro insieme,
di fatto, hanno visto accrescere notevolmente l’importanza della
città nell’intera regione.
Nel 1859, a seguito dei moti risorgimentali, Salò entrò
definitivamente a far parte del Regno di Sardegna, che due anni
dopo, nel 1861, divenne Regno d’Italia.
La città tornò ancora protagonista durante il I Conflitto Mondiale,
in quanto terra di confine tra il Regno d’Italia e l’Impero
Asburgico, ed ancora nel 1943, quando qui si instaurò la Repubblica
Sociale Italiana (detta anche Repubblica di Salò), lo
stato-fantoccio di Mussolini (il duce risiedeva a Gargnano), che da
qui tentò disperatamente di restaurare un stato ormai ingovernabile,
di fatto assediato dai tedeschi. Nonostante la capitale ufficiale
restasse Roma, la scelta di trasferire il governo a Salò fu dettata
dalla vicinanza della Germania, i cui confini, all’epoca,
comprendevano anche il Trentino Alto Adige e si estendevano fino
alla vicina Limone.
Tuttavia, se da un lato la Repubblica Sociale instauratasi a Salò
poteva avvalersi della protezione nazista, dall’altro la lontananza
da Roma rendeva estremamente difficile la gestione dei conflitti
militari e politici che si moltiplicavano nel Paese.
Fortunatamente, il centro abitato non fu mai teatro di conflitti sia
nel corso della Resistenza sia durante la ritirata tedesca. Quindi,
nonostante nel 1901 un forte sisma abbia provocato ingenti danni
alla città, sono numerosi gli edifici di interesse storico ed
architettonico giunti fino ai nostri tempi. Gran parte di essi
risalgono al periodo della Magnifica Patria, ma, se non altro per
ciò che la città ha rappresentato nel passato più prossimo, molto
interessanti sono anche i luoghi e gli edifici che durante il
periodo fascista hanno ospitato gli uffici governativi della
Repubblica Sociale Italiana.
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Lungo il nostro tour, per iniziare,
siamo entrati nel Duomo, dedicato a Santa Maria Annunziata,
ubicato nell’omonima piazza, risalente al XV sec., in stile
tardo gotico. Prima di entrare, abbiamo ammirato la sua
facciata, incompleta, con al centro un grande portale
marmoreo realizzato nel 1509. Al suo interno, di grande
pregio architettonico, presentava tre navate; quella
centrale molto più ampia rispetto alla altre due. Le pareti
erano arricchite da diverse tele ed affreschi risalenti al
XIV – XV e XVI sec.. |
Salò - Il Duomo |
Casualmente, abbiamo ascoltato una
guida che descriveva alcune opere, soprattutto in
corrispondenza del piccolo altare ubicato nell’abside della
navata destra; essa faceva notare ai suo uditori che
l’artista usava firmare le sue opere disegnando un piccolo
mezzo limone. Un particolare, questo, che effettivamente
abbiamo riscontrato in altre opere presenti nel Duomo; se
non lo avessimo saputo, non ce ne saremmo certo accorti!
Proseguendo, dopo il Duomo, abbiamo raggiunto Piazza della
Vittoria, al centro della quale vi era il Monumento ai
Caduti delle due guerre. Sulla stessa piazza si affacciava
il Palazzo del Capitano, forse l’edificio più
rappresentativo di Salò, un tempo sede del Consiglio della
Magnifica Patria, ora Palazzo Municipale, nelle cui sale
sono tuttora custoditi documenti storici dei 52 comuni della
Riviera (una Federazione a cui appartenevano i comuni della
riviera gardesana e gran parte di quella della Val Sabbia).
Sotto i portici del Palazzo dei
Capitani, che si affacciavano sul lungolago Zanardelli, vi
era la Loggia della Magnifica Patria, sulle cui pareti vi
erano lapidi commemorative della visita in città di
personaggi illustri come Mazzini, Camillo Benso Conte di
Cavour e Garibaldi. Sulla facciata interna, su via Butturini,
vi era invece un bellissimo antico orologio.
Questo edificio, durante la Repubblica di Salò, ha ospitato
l’Ufficio Interpreti del Ministero degli Esteri. |
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Salò - Palazzo dei
Capitani |
Passeggiando sul bellissimo ed ampio
lungolago Zanardelli, sempre sotto una pioggerellina
insistente, abbiamo raggiunto il Bar Italia, un tempo Casa
del Fascio. Questo edificio, durante la RSI, ha ospitato le
Guardie di Mussolini.
Visto che la pioggia non cessava, abbiamo deciso di fare un
breve giro per le viuzze interne del centro storico. Abbiamo
così raggiunto la Torre dell’Orologio, che funge da porta di
ingresso provenendo da Nord-Ovest, quindi siamo passati
davanti ad altri edifici utilizzati durante la RSI ubicati
in via Brunati, di interesse più simbolico che
architettonico.
Tornati in Piazza della Vittoria, abbiamo fatto appena in
tempo ad infilarci in un forno che, dopo aver servito noi,
ha chiuso i battenti. Abbiamo comprato due pezzi di pizza e
due pastine, che abbiamo mangiato in macchina, per metterci
finalmente al riparo dalla pioggia.
Subito dopo, siamo ripartiti alla volta di Gardone Riviera,
per la visita al Parco Monumentale del Vittoriale.
Abbiamo lasciato la macchina al
parcheggio Oliveto (circa 200 m. prima dell’ingresso al
Parco - €. 5,50 per l’intera giornata), poi abbiamo fatto i
biglietti comprendenti l’ingresso al Parco Monumentale del
Vittoriale degli Italiani, la visita guidata alla Prioria
(la casa di Gabriele d’Annunzio) ed al Museo (per un totale
di €. 16,00 a persona).
Anche qui, ritengo opportuno spendere alcune parole per
meglio descrivere il Vittoriale.
Questi luoghi, sia per il clima molto gradevole sia per la
loro straordinaria bellezza, soprattutto fino ai primi
decenni del XX sec. sono stati molto alla moda e meta di
villeggiatura. Molte, infatti, sono le testimonianze di
frequentazioni da parte di teste coronate, principi,
ministri ed alte personalità, alcune delle quali qui vi
hanno anche costruito le loro residenze per i periodi di
villeggiatura.
E qui, affascinato da questi luoghi, nel 1921, il
condottiero Gabriele D’Annunzio decise di stabilirsi dopo le
sue eroiche vicende militari di Fiume, al termine della I
Guerra Mondiale, ritirandosi definitivamente sia dalla vita
militare che politica del Paese.
Il Vate (ovvero il poeta capace di interpretare e guidare i
sentimenti del popolo), Principe di Montenevoso (titolo
nobiliare conferitogli dal Re Vittorio Emanuele II per le
sue eroiche imprese di Fiume nel corso della I Guerra
Mondiale), poeta e scrittore, amante di tutte le arti, negli
anni in cui visse in questa villa (dal 1921 alla sua morte,
nel 1938), trasformò questo luogo in un Parco Monumentale,
che già in vita, nel 1923, donò allo Stato. Infatti, così
recita una sua epigrafe scolpita su un portale di ingresso
al Parco: “Io ho quel che ho donato” (una sorta di donazione
della nuda proprietà, con diritto di usufrutto vita natural
durante).
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Nella sua villa, chiamata la Prioria, egli
accumulò un enorme patrimonio di libri e documenti di rilevante
importanza culturale e storica, nonché oggetti ed opere d’arte di
valore inestimabile provenienti da tutto il mondo. Nella buia
Prioria (al poeta infastidiva troppa luce) non è difficile
incontrare anche copie di importanti sculture, come la Venere di
Milo, la Vittoria Alata o altre, come ad esempio il David,
realizzate dal suo “parente”, appellativo riferito a Michelangelo.
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Gardone - Il Vittoriale
- La Prioria |
Numerosi sono anche i cimeli militari, le
divise, le bandiere e gli stendardi presenti nella Prioria, mentre
impressiona la moltitudine di oggetti, suppellettili ed utensili
presenti nei bagni. Appassionato di cultura, di musica e di donne,
diversi sono anche gli organi che si incontrano nelle varie stanze
della villa, che pare fossero suonati soprattutto da Luisa Baccara,
una pianista veneziana, compagna ufficiale di D’Annunzio durante
tutto il periodo in cui visse al Vittoriale.
Curioso l’accesso allo studio in cui il Poeta componeva le sue
opere, chiamato l’Officina: la porta è molto bassa, quindi, per
entrare nella stanza è necessario “inchinarsi” alla cultura.
Grandioso!
Per la visita guidata alla Prioria è stato necessario mettersi in
fila per circa un’ora, ma ne è valsa davvero la pena.
Il Museo è un’altra struttura adiacente
e comunicante con la Prioria. In esso vi sono esposti
documenti, altri cimeli, mostre fotografiche, capi di
abbigliamento ed anche due delle automobili possedute da
D’Annunzio, una Isotta Fiaschini ed una Fiat T34;
bellissime!
Completa la struttura l’auditorium, dalla capienza di 200
posti, nel quale viene ripetutamente proiettato un
documentario su D’Annunzio e sul Parco Monumentale del
Vittoriale degli Italiani. |
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Il
Vittoriale - Fiat T34 |
Sul soffitto dell’Auditorium vi è appeso il
piccolo aereo Ansaldo SVA, con cui D’Annunzio, a capo di una
squadriglia di altri 8 velivoli, il 9 agosto del 1918 compì lo
storico volò su Vienna lanciando 50.000 volantini.
La visita alla Prioria ed al Museo, se non altro, ci ha consentito
di rivivere alcuni periodi della storia del nostro Paese, restando
contestualmente al riparo dalla pioggia per almeno un paio d’ore.
Tornati all’aperto, invece, per visitare il parco, abbiamo dovuto
riaprire l’ombrello.
Seguendo il percorso indicato nella mappa consegnatoci all’ingresso,
abbiamo visitato, esposto in un hangar, il MAS (Motoscafo Anti
Sommergibile) utilizzato nel I Conflitto Mondiale, a bordo del quale
D’Annunzio partecipò anche alla “Beffa dei Buccari”. Fuori
dall’hangar vi è il seguente acronimo di MAS coniato dal Poeta:
Memento Audere Semper (ricorda di osare sempre). Peraltro, il MAS
che oggi è esposto, un tempo era ormeggiato nella darsena di Torre
San Marco e veniva utilizzato da D’Annunzio per le sue escursioni
nel Lago di Garda.
C’è da dire, in proposito, che negli anni successivi al I Conflitto
Mondiale il Poeta era un personaggio molto ingombrante e scomodo per
lo stato, sia per le sue idee spesso divergenti sia per la sua
capacità di interpretare e guidare il pensiero delle masse
attraverso le sue opere letterarie.
Quindi, le sue stravaganze venivano spesso assecondate, anche da
parte dello stesso Mussolini, affinché egli se ne restasse lontano
dalla politica e dalle faccende di governo.
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Peraltro, D’Annunzio aveva già donato
tutto allo Stato, quindi, di fatto, tutto ciò che gli veniva
regalato restava di proprietà del Paese; una sorta di
investimento per il futuro. Ecco il motivo per cui la Marina
gli donerà il MAS, così come, più avanti, addirittura la
prua della Nave Militare Puglia, uno dei cimeli più
suggestivi del Vittoriale, che sarà incastonata nel colle
sui cui sorgerà il Mausoleo che custodirà le spoglie dello
stesso Poeta. Bizzarrie e stravaganze che però oggi ci
offrono l’opportunità di seguire un percorso storico
straordinario, oltre alla possibilità di ammirare un luogo
bellissimo e curatissimo. |
Il Vittoriale - Prua
della Nave Puglia |
Peccato solo per il tempo, per la foschia che
ci impedisce di godere anche di panorami certamente favolosi.
Proseguendo la visita al Vittoriale, abbiamo raggiunto il Mausoleo,
fatto costruire dall’Arch. Maroni solo dopo la morte di D’Annunzio.
Esso è un complesso marmoreo costituito da tre gironi, separati tra
loro da altrettanti corridoi, ed una spianata superiore, al centro
della quale vi è una colonna sulla cui sommità vi è l’arca che
custodisce le spoglie di D’Annunzio, circondata da altre 10 arche
più basse, in cui sarebbero simbolicamente custodite le spoglie
degli eroi e dei legionari fiumani più cari al Poeta, comprese
quelle dello stesso Arch. Maroni.
Da quest’anno, peraltro, in occasione
delle celebrazioni dei 150 anni dalla nascita (12 marzo
1863) di Gabriele D’Annunzio, sulla spianata superiore del
Mausoleo sono stati collocati dei cani scolpiti da Velasco
Vitali, animali amatissimi dal Poeta, che pertanto montano
la guardia al Mausoleo del Vate.
Numerose sono le opere d’arte presenti nel Parco del
Vittoriale, le sculture, le fontane e gli stessi giardini
che lungo il percorso assumono forme e colori sempre
diversi. In ogni angolo si respirano momenti storici della
vita del Paese e privati del Poeta, più o meno felici. |
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Il Vittoriale
Mausoleo di D'Annunzio |
Lungo il percorso, spicca l’Arengo, un luogo
simbolico dove D’Annunzio riuniva i suoi fedeli fiumani per
cerimonie commemorative, ed il Laghetto delle Danze, a forma di
violino, bellissimo per la sua armonia, attualmente non accessibile
per problemi idrogeologici, ma ben visibile dall’alto. In fondo ai
giardini privati della Prioria, invece, è ubicata la tomba di Maria
Hardouin D’Annunzio, prima ed unica moglie del Poeta, qui sepolta
all’atto della sua morte nel 1954. Mentre, poco più in là, vi è il
cimitero dei cani, i suoi più cari amici.
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Ed al termine del nostro percorso,
eccoci giunti all’anfiteatro, ispirato a quello classico
dell’antica Pompei, progettato dallo stesso Maroni tra il
1931 ed il 1938, ma finito di realizzare solo nel 1953.
Nell’anfiteatro, che per la sua posizione gode di un
panorama straordinario, in quanto affacciato sul lago con
sullo sfondo il Monte Baldo, abbiamo appreso che in estate
ha luogo una prestigiosa stagione di spettacoli. |
Il Vittoriale -
L'Anfiteatro
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Soddisfatti e stanchi, abbiamo lasciato il
Vittoriale e ci siamo incamminati verso il parcheggio, ma prima
abbiamo dato un’occhiata anche al grazioso borgo di Gardone Riviera,
ubicato proprio di fronte all’ingresso del Parco Monumentale.
Recuperata l’automobile, siamo ripartiti alla volta di Riva del Garda, osservando, lungo la riviera, alcune straordinarie ville
nobiliari ubicate soprattutto nel tratto di strada tra Gardone Riviera e
Gargnano.
Rientrati a Riva, siamo andati a cena, poi ci siamo soffermati al
bar a chiacchierare con altri ospiti del villaggio.
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