Una città che affonda le
sue radici nella storia e nelle tradizioni, che oggi è proiettata
nel futuro.
Giovedì 23 ottobre 2008
Siamo usciti
di casa che erano passate le 09,00. Tanto, uscire prima a Valencia
sarebbe stato inutile. In fondo alla strada, nei pressi della
fermata della metro Colòn, il giorno prima avevamo
individuato un posto dove sarebbe stato possibile fare colazione.
Una specie di bar con una bella varietà di paste. E infatti, a
quell’ora, l’ampio locale era già pieno di gente.
Museo della ceramica
Dopo ci siamo
incamminati per le vie del centro. Alle 10,00, ovvero all’ora della
sua apertura, siamo entrati nel Museo delle Ceramiche. All’ingresso
era esposta una bella carrozza d’epoca. Nelle prime sale, una
collezione di ventagli. Poi iniziava l’esposizione di ceramiche
d’ogni tipo, utensili, piatti, tazzine, vasi, ma anche tavolini,
mobili rivestiti con la ceramica… Ed ancora una bellissima cucina
tipica valenciana, con le pareti tutte rivestite con piastrelle di
ceramica colorate, con un bel caminetto. Tutto davvero interessante,
così com’erano belle anche le ampie sale espositive, il loro
arredamento e la grande sala dei ricevimenti, con un bellissimo
divano al centro.
Lasciato il
Museo della Ceramica ci siamo diretti verso la grandissima
Plaza Ayuntamiento.
Anche qui vi era una bella
fontana tutta rivestita con ceramiche dai vari colori e
tonalità. Intorno alla piazza, oltre a tanti graziosi
palazzi signorili, spiccavano il bellissimo palazzo dell’Ayuntamiento,
ovvero il Municipio, ed il Palacio de Correos y
Telegrafos, ossia delle Poste e Telegrafo.
Come
sempre, abbiamo scattato alcune foto, poi siamo entrati nel
Palazzo del Municipio. Una grande scalinata portava al piano
superiore, dove in cinque sale è ospitato il
Museo Storico Municipale.
Plaza Ayuntamiento
Qui sono
esposti documenti, antiche mappe, sculture ed una biblioteca
contenente volumi storici sulla città.
Abbiamo fatto un giro nelle sale del museo (non più di 10
minuti), quindi abbiamo dato un’occhiata alle altre sale ed
agli spazi del palazzo accessibili ai turisti.
Proseguendo, abbiamo raggiunto Plaza de la Virgen.
Era poco più di mezzogiorno e, di fianco alla Cattedrale, si
stava concludendo la rappresentazione del Tribunal de las
Agua, un’istituzione antica più di mille anni,
chiaramente non più esistente, che aveva competenza
giuridica sulle contese riguardanti l’uso delle acque. Ogni
giovedì, a mezzogiorno, alcuni figuranti-attori, vestiti con
toniche nere, si riuniscono in questo sito simulando una
discussione, un esame giuridico, che termina in un verdetto.
Ma purtroppo siamo arrivati in ritardo! Abbiamo solo visto
questi strani personaggi alzarsi dalle loro antiche sedie
(dei troni), su cui noi ci siamo fatti anche una foto.
Attraversando Plaza della Reina, abbiamo visto
un’altra torre campanaria ed accanto una chiesa:
la Torre e la Iglesia di Santa
Catalina. Entrando nella chiesa, l'ambiente ci è apparso
poco illuminato, buio. L'edificio, risalente all XIII sec.,
è costruito in stile gotico ed è ad un'unica navata. Su
entrambi i lati vi sono
delle cappelle.
Sulla facciata, in alto, in direzione
della porta
d’accesso, vi è un grande rosone. Questa
chiesa, così come altri edifici religiosi cattolici a
Valencia, nacque sulle rovine di una precedente moschea,
risalente al periodo della dominazione araba.
Lasciata Santa Catalina, ci siamo resi conto di aver fame.
Abbiamo pensato di raggiungere il Mercato Centrale, dove
certamente avremmo trovato qualcosa da mangiare. Giunti nel
luogo, abbiamo fatto un giro all’interno, dove però abbiamo
acquistato solo due banane ed una scatolina di pimento, un
colorante alimentare da utilizzare nella preparazione della
paella. Questo perché, appena fuori dal mercato, avevamo
visto un chiosco che, oltre ai più internazionali hot dog,
serviva vari piatti tipici valenciani, compresa,
chiaramente, la paella.
Abbiamo mangiato qui,
confondendoci con i valenciani, così come piace a noi.
Dietro l’angolo, un negozio
vendeva souvenir e padelle di ogni dimensione, anche
gigantesche.
Ci siamo ricordati di non avere
più foto del Palau de la Lonja de Seda,
perché rimaste nella macchina fotografica andata persa.
Quindi, visto che eravamo lì, abbiamo fatto un salto al suo
interno per scattarne velocemente altre.
Plaza de Toros - L'Arena
Estacio du Nord
Dopodiché, lentamente ci siamo
diretti verso casa, ma allargando un pochino il giro, con
l’intento di raggiungere l’Arena, in Palza de Toros,
un’imponente struttura, di cui però abbiamo visto solo
l’esterno, in quanto chiusa. Sulla sua destra, la Estacio
du Nord, la stazione ferroviaria principale di Valencia,
un grande edificio in stile liberty.
Nel pomeriggio, dopo una breve
sosta nel nostro appartamento per riprendere fiato, abbiamo
preso la metropolitana fino al capolinea, verso il mare,
quindi un autobus, grazie al quale abbiamo raggiunto il
nuovo porto dell’America’s Cup. Intanto, il tempo, che già
dal mattino non era stato un granché, ora stava peggiorando.
Ma nonostante il vento e la pioggia, protetti da
impermeabili in nylon, abbiamo costeggiato i grandi hangar
che ospitavano le barche partecipanti alle regate.
Sugli stessi, si leggevano nomi risonanti come Luna
Rossa, Mascalzone Latino, Alinghi, etc.; erano tutti
qui! In giro c’era pochissima gente, certamente per
le pessime condizioni meteo. Quando siamo arrivati
in fondo al viale degli hangar, ci siamo resi conto
che c’era un piccolo porticciolo riservato alle
barche da pesca, che avevano accesso al mare aperto
attraverso un altro ingresso. Qui, alcuni pescatori
scaricavano delle casse. Avvicinandoci, abbiamo
notato che all’interno di uno stabile vi era un
gran movimento di gente ed alcune persone andavano
via
con sacchi di pesce. All’interno di
questo piccolo capannone avveniva una vendita
all’ingrosso del pesce appena pescato. Non era
un’asta, ma qui avvenivano delle contrattazioni tra
pescatori e privati acquirenti, magari ristoratori o
piccoli commercianti. Molto caratteristico!
Tornando sui nostri passi, siamo ritornati nella
grande piazza dove, un pò isolata, spiccava una
palazzina su cui sventolava la bandiera spagnola.
Era la Capitaneria di Porto, ovvero l’equivalente
istituzione iberica.
Alquanto infreddoliti, sempre sotto la pioggia,
siamo entrati in un bar per scaldarci. Abbiamo preso
un bel the caldo ed abbiamo usufruito dei servizi.
Ci siamo ripresi.
Tornando sul porto,
abbiamo raggiunto una moderna struttura, costruita
per ospitare la direzione di gara ed i giornalisti
durante le regate: il Veles e Vents. Era come
essere in un grande e famoso teatro, ma deserto.
Sarà stato per il mal tempo, ma quel posto metteva
un po’ di tristezza, sembrava abbandonato!
E infatti, mi risulta che, dopo l’America’s Cup del
2008, l’intero sito è alquanto abbandonato,
rianimandosi solo una volta l’anno, in occasione del
Gran Premio di Formula 1. Negli hangar, infatti,
trovano posto i vari team delle monoposto.
Proseguendo ancora, oltre il
porto, ecco che davanti a noi si aprivano le grandi,
profonde ed immense spiagge: Playa las Arenas e
Playa Malvarrosa. E lungo il viale pedonale prospiciente
le spiagge, un’interminabile fila di locali, ristoranti,
pizzerie. Stranamente, nessun negozio e pochi bar. In
realtà, sono gli stessi ristoranti che, nelle ore in cui non
viene servito il pranzo o la cena, fungono da bar. Qui,
d’estate, deve radunarsi una miriade di persone, deve essere
un luogo di divertimento sfrenato, soprattutto per giovani.
Abbiamo percorso un bel pezzo della passeggiata, poi abbiamo
abbandonato il mare, per portarci nelle strade più interne,
più protette dal vento, che ci infastidiva non meno della
debole pioggia. Siamo giunti nelle strade più interne,
quindi siamo tornati indietro su Calle Reina, lungo la quale
abbiamo potuto ammirare alcuni splendidi palazzi in stile
liberty, fino a raggiungere il luogo dove avremmo preso
l’autobus per rientrare in centro.
Prima di andare a cena, siamo
dovuti tornare nel nostro appartamento per una bella doccia
calda. Avevamo preso troppo freddo. La cena l’abbiamo
consumata in un ristorantino alquanto anonimo, dal momento
che di esso non ricordiamo alcunché, tanto meno cosa abbiamo
mangiato.
Tornati a casa, in TV apprendevamo
che poco più a Sud, nella provincia di Alicante, il cattivo
tempo aveva provocato anche esondazioni ed ingenti danni.