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Magnolia secolare nel giardino del
Museo delle Belle Arti |
Museo delle Belle Arti |
Chiostro del Museo delle Belle Arti |
Abbiamo attraversato nuovamente il Turia, e siamo tornati
nel centro storico.
La nostra tappa successiva era il Banos de Almirante,
un antico bagno pubblico. Trovarlo non è stato
semplicissimo, forse anche perché ci aspettavamo qualcosa di
diverso. Ci siamo introdotti in un palazzo, ma presto ci
siamo resi conto che si trattava di un ente pubblico.
Tuttavia, era un palazzo storico, interessante, quindi
osservavamo il suo cortile interno. Allorché, un signore ci
ha spiegato che, se avessimo voluto, sarebbe stato possibile
visitare anche alcuni ambienti interni, gratuitamente. E,
ricevuto il nostro assenso, si è subito precipitato a
chiamare una guida.
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Dipartimento di Economia della Generalitat
Valenciana |
E’ arrivata una signora.
Innanzitutto, ci ha chiesto la nostra nazionalità,
quindi ci ha detto che si sarebbe rivolta a noi in
castigliano, parlando lentamente. In ogni caso, se
non avessimo capito qualcosa, ce lo avrebbe ripetuto
con termini diversi, finché non avessimo inteso. Ed
in effetti, non c’è stato alcuno problema. La
signora era un funzionario del Dipartimento di
Economia della Comunità Valenciana (Generalitat
Valenciana), Ente che appunto stavamo visitando.
E con estrema gentilezza, la signora ci ha mostrato alcune
sale ed uffici, ed una scala particolarmente bella,
tutta rivestita con ceramiche policromatiche.
Inoltre, ci ha spiegato i compiti istituzionali di
quell’Ente e, brevemente, anche l’organizzazione
governativa ed amministrativa della Comunità Valenciana. Tutto molto interessante!
Tornati in strada, abbiamo
studiato meglio la nostra mappa, finché non abbiamo
trovato il Banos de Almirante. Il portoncino
di ingresso era chiuso, ma noi abbiamo suonato. Ha
aperto una ragazza che ci ha spiegato che le visite
si effettuavano con cadenza di 30’. In ogni caso,
saremmo potuti entrare ed attendere in una prima
sala, osservando un video introduttivo. Chiaramente
siamo entrati. C’erano delle panche e su una parete
veniva proiettato un video in lingua spagnola.
Abbiamo osservato soprattutto le immagini. Intorno
alla sala, in prossimità delle pareti, c’erano tanti
oggetti in ceramica, utensili. La sala in cui
eravamo, un tempo era la sala di attesa. Di lì in
avanti si susseguivano altri spazi, la sala calda,
la sala fredda e la sala templada, dove venivano
utilizzate, alternativamente, acque calde e fredde.
La sala in cui eravamo aveva il soffitto a travi,
mentre la sala calda, la più grande, aveva il
soffitto a cupola, a base ottagonale, costellato da
lucernai a forma di stelle. La sala fredda e quella
templada, invece, avevano le volte a botte. Un po’
ovunque, i soffitti erano sorretti da sottili
colonne. |
L’edifico risale al XIV, al periodo del regno aragonese, e presenta
un’architettura apparentemente arabeggiante, per via delle
volte e dei soffitti. Anche l’ingresso, a forma di ferro di
cavallo, lascia pensare ad uno stile arabo, ma in realtà
esso risale ad epoca ancora più recente, in quanto non è
quello originario.
Anche in questo caso, la guida ci ha condotti nei vari ambienti,
spiegandoci il funzionamento del termarium, le sale, i vari
oggetti, i metodi per produrre l’acqua calda e l’acqua
fredda, quindi ha concluso con alcune informazioni
riguardanti l’architettura dell’edificio.
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Ormai affamati, abbiamo deciso di pranzare nei
pressi di Plaza de la Reina, da Sagardi, un
posto speciale per mangiare tapas. Qui vengono
serviti aperitivi, ma praticamente si può
pasteggiare mangiando buonissime e svariate tapas.
Sul bancone del locale vi sono vassoi con le tapas
fredde. Bisogna prendere un piatto e servirsi da se.
Si può mangiare al banco oppure sedersi. Le tapas
calde vengono servite dal cameriere che gira per i
tavoli, presso i quali si può anche ordinare da
bere. Alla fine, si pagherà in base al numero ed
alla forma degli stuzzicadenti presenti nel piatto. |
Taperia |
Ogni tipologia di stuzzicadenti ha un costo diverso. Tuttavia, ne abbiamo
mangiati un bel po’, di deliziosi, ed abbiamo speso
una somma molto ragionevole. Eravamo così
soddisfatti, che ci siamo pentiti di non essere
venuti in questo locale nei giorni precedenti.
Avremmo voluto chiudere in bellezza, con un’Agua de
Valencia, un cocktail a base di cava (spumante
spagnolo), oppure di champagne, con l’aggiunta di
succo d’arancia, vodka e gin, ma abbiamo desistito,
dovendo partire da lì a poco.
Tornando a casa, siamo passati da Plaza de
Aiuntamiento, dove in un bar-torrefazione
abbiamo bevuto un ultimo caffè. |
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Quindi siamo passati a riprendere le nostre valigie,
abbiamo raggiunto la vicina stazione della metro
Colon e siamo partiti. Alle 15,00 eravamo in
aeroporto, pronti per l’imbarco.
Nonostante sia stato quasi sempre cattivo tempo, la
nostra permanenza a Valencia è stata fantastica; ci
siamo innamorati di questa città bellissima e molto
ospitale. |
Metropolitana |
Inoltre, seppure l’area urbana sia molto estesa
(conta oltre 800.000 abitanti e l’intera area
metropolitana supera 1.800.000 abitanti), il centro
storico risulta vivibile, a misura d’uomo, ordinato,
pulito e ben tenuto, ideale per lo shopping e le
passeggiate, per il ritrovo e per il divertimento. |
I mezzi pubblici sono efficienti e la metropolitana
collega il centro con l’aeroporto in poco più di 20
minuti. Anche il mare e le spiagge sono comodamente
raggiungibili con i mezzi pubblici, così come la
Città delle Arti e della Scienza. In sintesi,
Valencia è una città davvero interessante, che ha
un’ampia offerta di attrazioni per visitatori di
ogni età, per giovani e anziani, per coppie di
innamorati oppure per famiglie con figli, sia
piccoli che grandi. |
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Arrivederci al nostro prossimo viaggio.
Paola e Nicola |