Quindi, visto che, finalmente, questa
volta lungo la strada sono presenti dei cartelli turistici, ci
lasciamo guidare dalle indicazioni, che probabilmente ci condurranno proprio
a quella rocca che notavamo ieri sera.
E infatti, dopo aver percorso pochi km dal luogo in
cui abbiamo pernottato, ecco che raggiungiamo il castello.
Seguendo a piedi un breve sentiero, dopo
poco incontriamo la biglietteria. Il biglietto di ingresso intero
costa 12,00 €. (generalmente, in tutti i musei e siti archeologici
l’ingresso ha un costo ridotto del 50% per gli over 65, mentre è
gratis per tutti gli studenti dell’area UE, purché si possieda un
documento che attesti tale stato).
Una volta entrati, il sentiero che si
dirige al castello è fatto di scalini ovvero comunque in salita.
Fortunatamente l’aria è fresca. Di tanto in tanto incontriamo dei
ruderi. Sulla nostra sinistra si apre tutta la valle; sotto di noi
c’è il borgo moderno di Mystras, poi Sparta. Ma il panorama
apprezzabile è molto più ampio.
Finalmente raggiungiamo il castello,
costituito fondamentalmente da ruderi, che però rendono bene l’idea
riguardo all’importanza del sito e della sua imponente mole. Il
panorama da quassù è fantastico; davvero notevole!
Torniamo giù ripercorrendo il sentiero,
superando anche la biglietteria, e ci dirigiamo alla chiesa di Hagia
Sophia, un bellissimo edifico in stile bizantino ben conservato.
Da qui potremmo continuare a scendere,
seguendo i sentieri presenti nel sito, ma ci rendiamo subito conto
che ci conviene riprendere la macchina e spostarci più a valle, dove
si intravede un parcheggio.
Infatti, un altro ingresso presente nella
parte inferiore del sito ci consente di raggiungere più agevolmente
altri importanti edifici, come la cattedrale (Metropolis) ed altre
piccole chiese, ed il monastero di Patanassa, in cui tutt’oggi ci
vivono alcune suore.
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Il Castello |
Agia Sophia |
Una delle chiesa |
Mystras - Il borgo medievale patrimonio dell'UNESCO |
Il sito archeologico di Mystras merita
davvero una visita, se non altro perché trattasi di un borgo
medievale (patrimonio dell'UNESCO) tra i meglio conservati di tutta
la Grecia.
Per visitarlo sono necessarie almeno 3
ore, meglio se una mezza giornata. Sono consigliate scarpe comode,
magari da ginnastica, ed una buona scorta d’acqua.
Se possibile, conviene visitarlo nelle ore
o periodi più freschi, perché col caldo diventa davvero faticoso
percorrere i suoi sentieri piuttosto sconnessi e con dislivelli
notevoli.
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Dopo mezzogiorno abbandoniamo Mystras e,
seguendo una strada di montagna molto bella e panoramica, ci
portiamo sulla costa occidentale del Peloponneso. Dopo un breve
food-stop, proseguiamo fino ad Olympia, che raggiungiamo alle 16,00
circa.
Ci rechiamo direttamente al sito
archeologico, timorosi che esso possa chiudere prima dell’orario
previsto. Giunti alla biglietteria, comunque aperta, un signore
(quale fosse lo scopo della sua presenza, non lo abbiamo compreso!)
ci riferisce che il sito ha chiuso i battenti alle 15,00, essendo
oggi vigilia di Pasqua. Idem il museo! Chiaramente, domani, Pasqua,
sarà peggio: entrambi i siti resteranno chiusi!
Di conseguenza, qui ad Olympia non ci sarà
possibile visitare nulla.
Tuttavia, prima di allontanarci, seguiamo
a piedi la strada che costeggia la recinzione del sito archeologico sul lato
sinistro del suo ingresso. Essendo essa più sopraelevata
rispetto al sito stesso, riusciamo ad osservare chiaramente le
rovine più immediate, così come il mitico stadio, parte dei ruderi
del tempio di Zeus e degli edifici dedicati alla preparazione
atletica degli atleti che qui confluivano per partecipare ai giochi
olimpici.
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Sito archeologico di
Olympia |
In tal modo, per fortuna, ci facciamo
comunque un’idea di come sia fatto e di cosa ci
sia nel sito archeologico della mitica Olympia.
Quindi, localizziamo è raggiungiamo
la vicinissima Leonidaion Guesthouse, dove pernotteremo.
La Leonidaion (55 €. a notte) è un piccolo
albergo molto pulito, dotato di tutti i confort. La colazione è
compresa nel prezzo. C'è l’aria condizionata, un frigo, seppure
mignon, e la connessione Wi-Fi, che però non va (non importa, siamo
autosufficienti). Il titolare dell’albergo, Damiano, è italo-greco,
quindi parla perfettamente entrambe le lingue. Anche lui non tollera
affatto la chiusura del sito archeologico e del museo in occasione
della Pasqua e/o di altre festività; ammette che questa policy
provoca gravi danni a chi opera nel settore turistico. Dopo essersi
scusato con noi, comprendendo la nostra delusione, ci fornisce delle
informazioni utili su Olympia, su dove cenare, etc..
Dopo una bella doccia rigenerante ed un
po' di relax, usciamo.
Passeggiamo per le vie di Olympia
guardando le tante vetrine dei negozi di souvenir, i bar ed i
ristoranti, molti dei quali sono semivuoti. C'è poca gente in giro.
Ormai fervono i preparativi della Pasqua. Solo il Rodo Cafè e
l'omonimo ristorantino di fronte fanno eccezione. Sono quelli che ci
ha raccomandato Damiano. Stranamente, sembra che la poca gente in
giro si sia concentrata tutta qui, da Rodo. Prendiamo due insalate
greche, calamari fritti e gamberi grigliati e contorno di patate
fritte. Da bere, acqua ed una birra greca, l'Alpha. Tutto
buonissimo, compreso il conto; soli 32,00 €..
Intanto è raffrescato; decidiamo di tornare in
albergo per mettere addosso qualcosa in più. Una volta lì, decidiamo
di prendercela comoda. Usciamo che sono più delle 23,00 per recarci
nella vicina chiesa. Damiano, l'albergatore, ci ha suggerito di
andarci, perché alle 23,30 sarebbe iniziata la funzione della
resurrezione di Cristo. La chiesa è gremita di gente. Entriamo e ci
soffermiamo sull’ingresso, poi ci rendiamo conto di essere di
intralcio, quindi torniamo fuori e ci mettiamo in disparte ad
osservare, in attesa. La gente arriva sempre più numerosa, entra in
chiesa, bacia le icone di alcuni santi, poi preleva un cero, dopo
aver lasciato un’offerta. Quindi, torna fuori ed attende nella
piazza, che ben presto è colma. Alcuni arrivano già cero-muniti,
però entrano comunque per baciare le icone dei santi. Tutti hanno un
cero.
La funzione religiosa della Resurrezione di Cristo
Dieci minuti prima che sia mezzanotte
inizia l'esodo. Dalla chiesa inizia ad uscire gente col cero acceso. Le piccole luci
man mano si moltiplicano. Anche quelli fuori accendono il proprio
cero dalla fiammelle venute dalla chiesa. Ben presto, tutti hanno
acceso il proprio cero. Intanto, è venuto fuori anche il prete,
circondato da aiutanti e cantori. Si ferma dietro un piccolo altare
improvvisato sulle scalinate della chiesa. Da qui da inizio alla
lettura di alcune sacre
scritture, quindi annuncia la resurrezione e benedice i ceri. È
mezzanotte. Attorno alla piazza gremita di gente e sui tetti degli
edifici esplodono petardi, fuochi pirotecnici. È grande festa. Cristo è
risorto, uno dice all'altro in segno augurale. Ci si abbraccia, ci
si bacia. Noi, chiaramente, osserviamo e basta, molto incuriositi da
tali tradizioni e riti sacri e profani. Subito dopo, la gente si
avvia verso le proprie case con i ceri accesi, con l'intento di
portare la fiamma benedetta nelle proprie famiglie, nelle proprie
case. Vediamo delle persone in macchina, sempre col cero acceso! Nel
ristorante di un albergo osserviamo altra gente a tavola; mangiano
dolci. E’ finito il periodo di penitenza, di digiuno, di astinenza, di passione.
Sono iniziati i festeggiamenti.
Noi decidiamo di tornare il albergo.
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