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Giovedì 5 maggio 2016

Oggi abbiamo in programma la visita al Museo Archeologico Nazionale (ingresso 10,00 €.), uno dei più importanti al mondo, per il suo genere, in quanto a dimensioni ed importanza dei reperti ivi esposti, le cui origini spaziano dal periodo neolitico al periodo classico, per finire a  quello romano e bizantino.

Lungo la strada, che percorriamo a piedi in circa 30 minuti, passiamo da piazza Omonia, più volte vista nei tv per le numerose recenti manifestazioni di protesta nella capitale.


 Museo Archeologico Nazionale
La maschera di Agamennone

Il tempo non è un granché; pioviggina e c’è vento. Tuttavia raggiungiamo tranquillamente il museo archeologico, un grande edificio costruito nel secolo scorso, in stile dorico, le cui sale espositive sono ubicate su due livelli.

Già nella prima sala vi è esposto il tesoro di Etreo, tra cui la cosiddetta maschera di Agamennone, reperti tutti provenienti dalla vicina Micene, risalenti, i più datati, al XVI – XV sec. a.c.. Nelle sale successive è tutto un susseguirsi di vasellame,

monete, monili, utensili, statue, parti di templi, di colonne. Tutto è diviso e catalogato per periodi, per città e/o regione di provenienza, per tipologia. Davanti ad ogni teca, ad ogni reperto vi è una breve descrizione, anche se solo in lingua greca ed inglese. Vi sono sale dedicate anche ai reperti provenienti da altre regioni della Magna Grecia, alcuni dei quali anche dall’Egitto. Il museo archeologico merita davvero una visita, in quanto offre una panoramica ampia ed esaustiva di tutto il mondo greco che spazia dalla fine del terzo millennio a.c. al periodo romano, ed anche bizantino.

Museo Archeologico Nazionale

Poco prima delle 14,00 lasciamo il museo stanchissimi; non stiamo più in piedi!

Torniamo a Piazza Omonia e da qui proseguiamo per via Aiolou, una strada pedonale piena di negozi, bar e ristoranti. Ci fermiamo in un fast food, ormai esausti. Abbiamo bisogno di recuperare un po’ di energie.

Mangiamo ancora pita; ci piace troppo! E poi è l'ultima occasione per gustarci questa specialità greca. Domani si torna a casa!

Ripartiamo, ma non abbiamo tanta voglia di camminare. Quindi, decidiamo di raggiungere la ormai vicina Piazza Syntagma e di salire a bordo del trenino turistico che, per 8,00 €. ci porta in giro per la città, per un'ora, toccando i siti di maggiore interesse ubicati in prossimità del centro cittadino. Passiamo davanti allo stadio Panatenaico, risalente al 4° sec. a.c., dove tutt’oggi ha termine la celeberrima maratona di Atene, dopo un percorso lungo 40 km che ha inizio, appunto, a Maratona. Il percorso originario, tuttavia, quello lungo il quale un soldato ateniese corse ininterrottamente da Maratona all’acropoli per annunciare la notizia della vittoria sui persiani nel 490 a.c., è lungo precisamente 42,195 km..

Chiesa di Panaghia Kapnikarea

Stadio Panathinaiko

Arco di Adriano

Proseguendo, il trenino ci porta davanti all’Arco di Adriano, fatto costruire dall’imperatore romano per celebrare una vittoria, ma anche per segnare il confine tra a città greca e la nuova città romana. Aldilà di questa linea di confine, infatti, sono subito evidenti dei ruderi di epoca romana, ma soprattutto il Tempio di Zeus Olimpio, anch'esso fatto costruire dall’ imperatore Adriano. E, strada facendo, sfiorando anche l’agorà romana e la cosiddetta torre dei venti, il trenino fa una sosta nei pressi dell’acropoli. Ci spiegano che, se vogliamo, possiamo scendere e riprendere il trenino successivo, che passerà di qui ogni mezzora, tenendo conto che il biglietto ha una validità di 4 ore totali.

Dunque, tenuto conto che intanto abbiamo recuperato un po’ di energie, decidiamo di approfittarne per visitare l'Antica Agorà, che è nelle vicinanze.

L'ingresso al sito archeologico costa 8,00 €.

In proposito, c’è da ricordare che questa parte della città era abitata fin dal 3000 a.c.. Essa rappresentava il cuore politico, amministrativo e commerciale di Atene, ma in essa vi erano anche luoghi di culto. Più volte distrutta nel tempo, prima dai persiani e poi anche dai romani, e di nuovo ricostruita, fù del tutto abbandonata dal 580 d.c. in poi. Nel XIX sec., invece, si è ripopolata ed in essa sono stati, ahimè, edificati anche edifici moderni. A partire dagli anni 50 del XX sec., un istituto americano ha demolito circa 400 edifici ed ha recuperato un’area archeologica di immenso interesse storico e culturale.   

Oltre ai numerosi ruderi presenti nel sito, particolarmente apprezzabili ed interessanti sono il tempio dorico dedicato ad Efesto, molto ben conservato, la Stoà di Attalo, un grande palazzo con portici, su due livelli, in cui, al piano superiore, è ospitato il museo dell’Agorà, e l’altare dei dodici dei, un santuario.

Antica Agorà - Stoà di Attalo

Antica Agorà - Il Tempio di Efesto

Intanto, sono quasi le 19,00. Lasciamo l'antica agorà uscendo dal lato Est, ritrovandoci nel bel mezzo del quartiere Monastiraki. Le strade sono affollate di gente. Anche qui, come a la Plaka, vi sono tanti negozi di souvenir, locali e ristoranti. C’è molta vitalità, tanta gente seduta ai tavolini dei bar. In piazza Monastiraki acquistiamo anche delle ciliegie. Poi, lentamente, osservando le vetrine, ci dirigiamo verso il nostro albergo.

Dopo una doccia rigenerante ed un po’ di relax, usciamo per cena. Questa volta torniamo nelle viuzze del quartiere Monastiraki, che ha fama di essere un pò meno sicuro di sera. Ciò è dovuto al fatto che nelle sue strade i negozi chiudono al tramonto, quindi probabilmente la notte il quartiere appare più deserto. Mentre alla Plaka c’è vita fino a tarda ora. Tuttavia, ci fermiamo in Platia Agoras, una piazzetta quasi al confine tra i due quartieri.

 

Ceniamo al Kariatis Restaurant, che pur essendo un ristorante frequentato da turisti, ci sorprende con pietanze gustose ed un conto onesto (37,00 €. in due).

Ci rendiamo conto di essere vicinissimi all'agorà romana, che praticamente è alle nostre spalle, quindi la raggiungiamo. Atene è pazzesca; ovunque si guardi spuntano reperti archeologici, delle rovine. L'antica agorà romana è un insieme di ruderi di antichi edifici risalenti ai primi secoli d.c.. Accanto ad essi vi è un edificio a pianta ottagonale, più o meno integro, risalente al II sec. a.c., denominato la torre dei venti, un tempo sormontata da una banderuola che indicava la direzione del vento.

Agorà Romana - La Torre dei Venti

Sulla parte superiore, sulle otto facciate dell’edificio, altrettanti bassorilievi raffigurano le divinità dei venti. 

Mentre osserviamo il sito, ci rendiamo conto di essere già passati di qui a bordo del trenino.

La torre dei venti e tutta l'agorà sono ben illuminati, così come è ben illuminata l’acropoli alle loro spalle. L'effetto scenico dato dalle luci è bellissimo, spettacolare, da cartolina.

Torniamo in albergo, dove prima di andare a letto prepariamo le valigie.

 

 


 

 

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