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Lunedì
2
maggio 2016
Alle 08,00 in punto facciamo colazione e lasciamo celermente
l’albergo; se arriviamo all'apertura forse vorremmo, forse
riusciamo a non fare code all'ingresso del sito
archeologico. E infatti ce la caviamo con pochi minuti di
attesa (il biglietto intero costa 12,00 €. e comprende
l’ingresso al museo).
L’area dell'antico santuario è tutta in salita ed è ubicata
sulle pendici del monte Parnaso. |
Tempio di Apollo |
Fortunatamente, l’aria è ancora fresca ed il cielo è parzialmente
nuvoloso. Il percorso che conduce al Tempio di Apollo è disseminato
di reperti archeologici, di ruderi; parti di edifici e monumenti
realizzati dalle città stato greche in onore ed adorazione del dio
Apollo. Si susseguono resti di colonne, piedistalli, capitelli,
massi è sassi lì posizionati da oltre 2500 anni. Vi è anche il
cosiddetto tesoro di Atene, consistente nel dono votivo della città
al santuario. Esso, in realtà, è oggi un edificio in gran parte
ricostruito, di cui mancano molte parti originarie, che un tempo
conteneva internamente ed esternamente veri tesori, soprattutto di
valore artistico. Ora, alcuni di essi sono custoditi nel museo
adiacente al sito archeologico, mentre molti altri sono disseminati
nei vari musei del mondo.
Camminando ancora lungo la via sacra, giungiamo al tempio, che
chiaramente è il fulcro dell'intero sito. Questo luogo era meta di
pellegrinaggio da tutto il mondo greco. Qui avvenivano gli oracoli,
alcuni dei quali hanno condizionato gli eventi e la storia della
Grecia nel periodo classico.
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Il basamento rettangolare del tempio è mal messo, tuttavia
mantiene le sue originarie dimensioni. Solo alcune parti
delle sue colonne sono state ripristinate, così da dare il
senso di quelle che erano le sue dimensioni, la sua mole.
Oltre il tempio, continuando lungo il camminamento che
grazie a dei brevi tornanti si inerpica sulla pendici del
Parnaso, c’è il teatro, in un discreto stato di
conservazione. Qui, ogni 4 anni, si svolgeva una rassegna di
spettacoli in concomitanza con delle competizioni sportive,
considerate
seconde, per importanza, solo a quelle di Olympia. |
Il teatro di Delphi |
Tali giochi si svolgevano nello stadio, ubicato poco più su,
facilmente raggiungibile proseguendo lungo la via sacra, in
cui sono ben apprezzabili la lunga tribuna, i blocchi in pietra di
partenza dei corridori ed i pili di arrivo.
L'intero sito archeologico noi l'abbiamo visitato in circa
due ore, con tranquillità. Poco più di 40 minuti, invece, è
durata la visita al museo archeologico, nel quale sono
esposti numerosi reperti provenienti dall'adiacente sito,
alcune parti di monumenti, statue, suppellettili, manufatti,
monete, etc.. Qui, inoltre, alcuni documenti, piante,
plastici e foto rendono meglio l'idea di come fosse
originariamente il santuario 2500 anni fa. |
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Lo stadio di Delphi |
Alle 11,30 lasciamo Delphi diretti a Nafplio (Nauplia), con
l’intento, però, di fermarci poco prima, a Micene, per la visita
dell’antico sito archeologico.
Dopo pochi km attraversiamo Arachova, una ridente cittadina di
montagna, indicataci anche da Damiano, l’albergatore di Olympia
(ricordate?), quale località sciistica molto frequentata dai greci,
ma soprattutto dagli ateniesi. Il paese sembra ben tenuto. Gran
parte degli edifici sono in pietra, in stile bizantino, molto
graziosi. |
Arachova - Festa di San Giorgio |
C’è molta gente in giro ed anche molto traffico; la cosa ci
pare un po’ strana, trattandosi di un giorno feriale. Lungo
la strada notiamo delle persone soffermarsi a guardare
qualcosa. Avvicinatici in quel luogo, scorgiamo sul ciglio
della strada una grande grigliata improvvisata e delle
persone impegnate a girare grandi spiedi. Sulla griglia ci
sono una dozzina di agnelli. Mai vista una cosa del genere.
Sembra quasi un’immagine restituita a noi dai tempi della
Grecia classica. Sembra sia stato compiuto un sacrificio di
agnelli in onore degli dei. |
Mi documento un po’: scopro che sono tutt’ora in corso i
festeggiamenti di San Giorgio. La mega grigliata è organizzata dal
comune. L’agnello verrà distribuito gratuitamente a tutti i
presenti. Leggo anche che ieri pomeriggio, Pasqua, l’icona di San
Giorgio è stata portata in processione accompagnata da 500 persone
in costume. Peccato non averlo saputo prima!
Proseguiamo verso Micene.
Arrivati nei pressi di Corinto, in prossimità del canale
decidiamo una piccola deviazione. Dunque lasciamo
l’autostrada; a soli due passi, ecco il canale che unisce il
Golfo di Corinto all’Egeo. Costruito tra il 1981 ed il 1993,
il canale è lungo 6345 metri e largo circa 25 metri. La
profondità dell’acqua è di 8 metri.
In realtà, il primo progetto di costruire un canale che
tagliasse l’istmo, consentendo di evitare circa 700 km di
circumnavigazione attorno al Peloponneso, risalirebbe
addirittura al VII sec. a.c.. Chiaramente, però, a quei
tempi l’opera apparve impossibile da realizzare, quindi mai
iniziata. I lavori, invece, furono davvero avviati nel 67
d.c., ad opera dell’imperatore romano Nerone, che inviando
in loco circa 6000 schiavi, dette inizio agli scavi.
Comunque, anche Nerone dovette ben presto desistere, in quanto l’opera
apparve faraonica ed i costi insostenibili. |
Il Canale di Corinto |
Sul ponte carrabile, in entrambi le direzioni, vi sono dei passaggi pedonali
che permettono ai turisti di osservare tranquillamente il canale. In
questo momento vi sono due piccole imbarcazioni che lo stanno
attraversando. Pare che vi transitino circa 12000 imbarcazioni
l’anno. Niente male!
In questo momento non c’è molta gente, ma è evidente che questo
luogo solitamente è molto visitato, vista la vicinanza di più bar,
ristoranti e venditori di souvenir.
Micene - L'acropoli - XVI sec.
La porta dei leoni |
Riprendiamo la marcia dopo non più di 15 minuti di sosta.
Raggiungiamo il sito archeologico di Micene alle 15,30
circa. L'ingresso costa 12,00 euro. Nel biglietto è compresa
la visita al museo, ubicato all'interno dello stesso sito.
Per la visita completa del sito occorrono circa 3 ore.
Varcato il cancello di ingresso, un viale a sinistra porta
al museo, mentre proseguendo dritto si giunge alla ciclopica
porta dei leoni, ingresso principale dell'antica città di
Micene. Varcata la porta, subito a destra, vi è parte della
necropoli (il Grave Circle A). |
All'interno di un grande cerchio vi sono dei fossati che un tempo
furono tombe reali.
Proseguendo lungo il percorso si raggiunge il palazzo reale, che
domina la vetta del monte. Ai piedi di esso si intravedono i ruderi
degli delle case delle botteghe del popolo miceneo. Sul versante opposto della città,
invece, la possente fortificazione è interrotta da una seconda porta
di accesso alla città, molto più piccola. Nei pressi di essa, degli
scalini scendono in un antro scavato nella roccia fino alla
profondità di 18 metri, che termina in una cisterna d'acqua di forma
quadrata; oggi, solo alcuni metri dell’antro sono accessibili.
Nel museo sono esposti reperti venuti alla luce durante gli scavi,
peraltro tuttora in corso, monete, armi, manufatti ed oggetti d'ogni
tipo.
Nei pressi del museo vi è anche una grande tomba reale a
tholos, ovvero costituita da un lungo corridoio che conduce,
attraverso una porta di ingresso, ad una grande camera
circolare a volta, purtroppo crollata (la Lion Tholos
Tomb). Nei pressi dell'ingresso del sito archeologico,
subito a destra, sono invece presenti altre tre tombe a
tholos (Grave Circle B), di cui una con la volta
intatta. In quest’ultima fu rinvenuto il celeberrimo tesoro
di Etreo, di cui fa parte la maschera di Agamennone, che qui
vi regnò nel XV sec. a.c.. |
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La tholos - Una tomba
dei re |
Il tesoro di Etreo, quello originale, è attualmente esposto al museo
archeologico di Atene. Una replica dello stesso, invece, è esposta
nel museo interno al sito archeologico di Micene.
Lasciamo Micene alle 18,30 circa, diretti a Nauplia, vivacissima
cittadina balneare poco più a Sud, dove soggiorneremo per due giorni
presso il Kapodistrias Hotel (60 €. a notte, compresa la colazione).
Nauplia, città che oggi conta 33 mila abitanti, è un’importante
città greca, tanto da essere stata la prima capitale del paese,
subito dopo l'indipendenza dagli ottomani conquistata nel 1830. Pur
essendo le origini della città molto remote, il suo attuale centro
storico risale al XVII sec. ed i suoi edifici e le vie sono di
impronta veneziana.
Le vie del centro storico ed il suo lungomare sono un susseguirsi di
negozi, locali, ristoranti. Passeggiare per queste vie è molto
piacevole e rilassante, anche perché il centro è una grande isola
pedonale. Il fulcro del centro storico è piazza Syntagma, bellissima
coi suoi dehors ed affollata di gente, nella quale ha sede anche il
museo archeologico. In esso sono esposti anche molti reperti
provenienti dalla vicina Micene. Nel territorio sono inoltre
presenti anche tre castelli e roccaforti.
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