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Tour della Sicilia Sud Orientale
 

Siracusa

Arriviamo a Siracusa attorno alle 11,00 e subito raggiungiamo il Parco Archeologico della Neapolis. Il biglietto di ingresso intero costa 10,00 €. (5,00 €. ridotto), ma è possibile acquistare altre forme di biglietti cumulativi che comprendono la visita di altri siti, come Villa Tellaro, Galleria Bellomo o Museo Paolo Orsi. Noi decidiamo di visitare solo il Parco (in estate, aperto dalle 09,00 alle 19,15).

Siracusa
Lungomare Alfio

Un viale porta all’ingresso dell’anfiteatro e prosegue fino al varco di accesso al teatro. Da qui proseguiamo seguendo le indicazioni per l’Orecchio di Dionisio, una grande cavità nella roccia nella quale è possibile accedervi per circa 50 metri.

Parco Archeologico di Neapolis
Orecchio di Dionisio

Al suo interno, la cavità funge da cassa acustica ed ogni piccolo suono ne esce amplificato. Assieme a noi entra anche una scolaresca. Il frastuono dei ragazzi è incredibile, insopportabile. Quando loro finalmente escono dalla cavità sentiamo un senso di pace, un gran silenzio. Una ragazza accenna un canto; la sua voce si diffonde dolcemente dappertutto, amplificata.
Accanto all’Orecchio di Dionisio si susseguono altre latonie, cavità scavate nella roccia del Colle Temenite, come la Grotta dei Cordari e tante altre, che però non sono accessibili.

Proseguiamo raggiungendo l’antico Teatro Greco, che purtroppo è quasi completamente coperto da una struttura in legno che proteggerà i suo gradini durante un ciclo di rappresentazioni classiche che avrà inizio prossimamente.
Il Teatro ha origine nel V sec. a.c. e fu rifatto nel III sec. a.c.. Durante l’epoca romana, inoltre, ha subito ulteriori modifiche. Oggi, nonostante le sue precarie condizioni, resta uno dei più bei teatri classici al mondo, per la sua grandezza, la spettacolarità e la posizione panoramica che consente di ammirare, sullo sfondo della scena, anche il mare e l’isola di Ortigia.

La cavea è costituita da ben 67 ordini di gradini suddivisi in 9 settori. L’edificio scenico, oggi, purtroppo è interamente scomparso. Alcuni operai stanno già preparando la scena della prossima rappresentazione; si inizia con “Sette contro Tebe”, di Eschilo, una tragedia greca, che senz’altro sarà spettacolare.

A monte del Teatro, sul piccolo colle Temenite, vi sono altre piccole grotte, tra cui, al centro, la graziosa Grotta del Ninfeo, sull’ingresso della quale, un tempo, erano collocate delle statue di Muse. Questa, probabilmente, nell’antichità era il Santuario delle Muse, sede della corporazione degli artisti, che qui si riunivano prima di scendere al teatro.
All’interno della grotta, dalla parete sul fondo, da una cavità, sgorga a cascata l’acqua che si raccoglie in una vasca di forma rettangolare.
Qui, di fronte alla Grotta del Ninfeo, seduti su un muretto, con un’ampia panoramica sull’intero Teatro,  facciamo  un  break  e divoriamo  il nostro

Parco Archeologico di Neaplis
Il Teatro

panino preparato dalla sig.ra Rosa Maria.

Altro sito monumentale all’interno del Parco è l’Anfiteatro Romano, di cui oggi resta ed è visibile solo la parte inferiore, che lascia ben intendere quanto fosse grande ed importante quest’opera qui realizzata nella prima età imperiale.
Lasciando il Parco Archeologico, attraverso la cancellata che ne delimita il confine, intravediamo altre grotte; siamo nella parte più settentrionale del Parco. Qui era ubicata la necropoli Grotticelle, a cui, però, dall’interno del Parco non è possibile accedervi. In una di queste cavità scavate nella roccia, così come indicato su un cartello, si presume vi fosse la tomba di Archimede.

Ci portiamo in Via Nino Bixio n. 2, alle porte di Ortigia, l’isola su cui vi è il centro storico della città di Siracusa. Qui è ubicato il B&B “Casa Archimede”, in cui pernotteremo le prossime tre notti. Ma prima di fare il check-in, ci gustiamo una buonissima granita presso una gelateria ubicata nel vicino Corso Umberto I.
Il palazzone in cui è Casa Archimede è piuttosto fatiscente. Siamo in una grande corte interna, su cui vi sono almeno sei portoncini di ingresso. Alla corte si accede da due grandi portoni: uno da su via Nino Bixio, l’altro su via Messina. Quando ci viene incontro la titolare, contattata telefonicamente, ci rendiamo conto che il B&B è appena accanto al portone di ingresso che da su via Messina. Appena varcato il portone, infatti, sulla sinistra vi sono 4-5 gradini, quindi una porta, attraverso la quale si accede ad un appartamento finemente ristrutturato di recente ed arredato di tutto punto, con mobili nuovi. L’appartamento è tutto a nostra disposizione. Vi sono ben due camere ed una cucina attrezzata, che useremo solo per la colazione. La casa è climatizzata e dotata di ogni confort. Unica pecca, il bagno, dal quale proviene sempre cattivo odore. Ottima, peraltro, la posizione della struttura, davvero a due passi da Ortigia, zona interamente a traffico limitato. Qui, infatti, è possibile parcheggiare liberamente l’automobile ed avventurarsi a piedi nel centro storico.
Ottimo anche il rapporto qualità/prezzo (50,00 €. a notte, compresa una buona scorta di merendine, biscotti, frutta, latte, caffè, acqua, succhi e yogurt per la colazione).
Una volta sistemati, facciamo un giro per le vie di Ortigia.
Tornati su Corso Umberto I, superiamo l’antico Ponte Umbertino, fino a giungere in Piazza Pancali, dove notiamo subito un’area recintata in cui spiccano i resti dell’antico Tempio di Apollo (VI sec. a.c.).

Piazza Armerina - Villa del Casale

Voltiamo a destra e raggiungiamo il bellissimo lungomare, che guarda sul Porto Grande, un golfo naturale chiuso, da Nord verso Sud, dal un lembo di terra ovvero l’Isola di Ortigia. Siamo ora su Foro Vittorio Emanuele II, un grande viale che costeggia le mura della città, sotto le quali ci sono dei giardini e, di tanto in tanto, dei bar con tanti tavolini. Passeggiamo senza fretta su un largo marciapiede, fino ad arrivare all’edificio della Guardia Costiera, oltre il quale ci ritroviamo in un giardino con dei ficus secolari, davvero enormi, monumentali. Accanto vi è l’acquario (ingresso 4,00 €.), quindi la Fonte Aretusa, uno specchio d’acqua dolce sorgente, in cui crescono anche piante di papiro.

Proseguiamo su Lungomare Alfio, affollato di bar e localini, finché non arriviamo in fondo e quindi rientriamo, sbucando in Piazza Federico di Svevia, dove, oltre ad un grande edificio quadrangolare, sede della Facoltà di Architettura, è ubicato l’ingresso al Castello Maniace, che però, scopriamo, è aperto solo di mattina.
Giriamo un po’ a caso per i vicoli di Ortigia, sempre col naso all’insù. Alcuni edifici sono davvero graziosi. La sovrapposizione di stili architettonici è molto evidente. Si va dal romanico al gotico, fino ai più elaborato e recente tardo barocco.
Ci ritroviamo in Piazza del Precursore, dov’è la Chiesa di San Giovanni Battista, di epoca paleocristiana, ovvero risalente al IV sec.. La chiesa, in cui ancora oggi nei giorni festivi si celebrano funzioni, è completamente scoperta. La cosa è molto suggestiva. Leggiamo sulle guide che in passato questo luogo di culto è stato anche sinagoga ebraica, ma un foglio affisso all’ingresso, firmato dal parroco, smentisce tale tesi. Pare anche che sotto la chiesa ci fossero degli ipogei con bagni di purificazione, ma credo che nulla di tutto ciò oggi sia più accessibile e visitabile.

Proseguiamo ancora per via della Giudecca, fino alla Chiesa di San Filippo Apostolo, in cui entriamo un attimo. Poi prendiamo via Crocifisso, una stradina di fronte alla chiesa, particolarmente addobbata con piante e fiori, che la rendono molto caratteristica. Sbuchiamo in via Roma, una delle strade principali di Ortigia, e ormai siamo in Piazza Minerva, che fiancheggia alcuni importanti edifici, come l’Artemision, nei cui sotterranei sono ben visibili i resti di un tempio jonico dedicato ad Artemide, protettrice greca di Siracusa, risalente al IV sec. a.c..

Siracusa - Piazza Minerva

In realtà, alcune ricerche proverebbero che il tempio non sarebbe mai stato portato a termine, a causa della cacciata da Siracusa dei Gamoroi, conseguentemente alla sconfitta inflitta da Ippocrate di Gela, condottiero di origine sicula. Il nuovo tiranno, infatti, avrebbe deciso di abbandonare la costruzione del tempio jonico dedicato ad Artemide, a favore di un nuovo tempio dorico dedicato ad Athena, edificato accanto al precedente. Successivamente, il tempio dorico diventerà l’attuale Duomo di Siracusa. Le colonne del tempio, infatti, sono sempre ben visibile, in quanto incastonate nelle pareti laterali del Duomo.

Siracusa - Il Duomo

Guardando il Duomo, restiamo affascinati da una così palese sovrapposizione di stili e dalla magnificenza di questo edificio monumentale che, dopo ben 2.500 anni, continua ancora oggi a svolgere il suo ruolo di luogo di culto, da protagonista. Davvero straordinario!
Piazza Duomo è una grande piazza nella quale si affacciano numerosi edifici di prestigio, come il Municipio, il Palazzo della Sovrintendenza ai Beni Culturali, risalente al 1800, la Chiesa di Santa Lucia alla Badia, dedicata alla santa Patrona di Siracusa, edificata sui resti di un preesistente convento del XV sec. subito dopo il terremoto che scosse la regione nel 1693, il Seminario Arcivescovile di Siracusa ed altri bei palazzi.
Attraverso una porticina, sotto le mura dei giardini del Palazzo Arcivescovile, si accede all’ipogeo, costituito da una galleria principale, ed altre secondarie, che nell’ultimo conflitto bellico fu utilizzato anche come riparo dai siracusani durante i bombardamenti. Attraverso queste gallerie, da Piazza Duomo, si arriva fino oltre le mura, in corrispondenza del Foro Vittorio Emanuele II, in prossimità della Marina.

In realtà, l’ipogeo in origine consisteva in una cava di pietra utilizzata per la costruzione del Duomo. Successivamente, invece, sarebbero state costruite altre gallerie per scopi diversi, come ad esempio l’esigenza di rifornimento idrico del centro cittadino. Oggi, dopo importanti lavori di restauro, l’ipogeo è stato reso di nuovo accessibile e visitabile. Nelle sue gallerie sono oggi esposte immagini scattate nel rifugio durante il periodo bellico.
L’ingresso costa 4,00 €. Vista l’ora, però, ci riserviamo di visitare l’ipogeo, eventualmente, in un altro momento.
Ci incamminiamo verso casa prendendo Via Cavour. Lungo la via ci ritroviamo davanti al ristorante “La Mareggiata”, consigliatoci dalla titolare del nostro B&B. Guardiamo il menu, quindi decidiamo di prenotare per le 21,00.
Dopo una doccia rigeneratrice, siamo di nuovo on the road, come (quasi) nuovi.
All’ora prestabilita siamo alla Mareggiata. La simpatica cameriera si stupisce per la nostra puntualità e si scusa con noi perché il nostro tavolo è ancora occupato da altri clienti, che però stanno per andar via. In effetti, pochi minuti di attesa, quindi ci accomodiamo.
Dopo aver mangiato una grigliata di pesce e dei contorni, ne usciamo sufficientemente soddisfatti. Anche il conto è ragionevole (47,00 €.).
Siamo stanchi, quindi, lentamente, torniamo definitivamente al B&B.

4 mag. 2017


Prima delle 09,00 siamo già su Ponte Santa Lucia, quello che congiunge Via Malta ad Ortigia, quindi proseguiamo subito a destra e sbuchiamo vicino a Porta Marina. In prossimità del molo ci sono dei banchi che offrono escursioni in barca. Presso uno di questi, il Blu Marlin (tel. 347 6596900) abbiamo già chiesto informazioni ieri pomeriggio, quindi fissiamo subito l’escursione per le 11,00. Un’escursione attorno all’isola di Ortigia costa 10,00 €. a persona, mentre altri 10,00 €. costa il giro delle grotte, nella parte più a Nord della città. Se si sceglie di fare entrambi le escursioni, della durata complessiva di circa 2 ore, il costo è invece di 15,00 €. Noi, chiaramente, optiamo per quest’ultima scelta.
Visto che mancano quasi due ore, ci dirigiamo verso il Castello Maniace, ubicato all’estremità dell’isola. Per arrivarci, facciamo tutto il lungomare, questa volta passando prima sopra le mura, fino alla Fonte Aretusa, per poi proseguire su Lungomare Alfeo.
In pochi minuti siamo all’ingresso del Castello.

Il bellissimo Castello Maniace nasce come un Forte nel 1038, per volontà dell’omonimo comandante bizantino, è successivamente fu trasformato in Castello da Federico II di Svevia nel XIII sec..
Il biglietto di ingresso costa 4,00 €. (2,00 €. ridotto – ingresso gratuito per gli under 18 e gli over 65). La visita è consentita dalla 9,00 alle 13,30.
Varcato l’ingresso, ci ritroviamo in un grande cortile, su cui si affaccia anche la facoltà di architettura. Attraverso una porta carraia, ricavata in un alto muro di cinta con camminamento di ronda, accediamo ad un altro cortile.

Siracusa - Castello Maniace

Di fronte a noi, ora abbiamo il Castello. Il maniero ha una forma quadrangolare, con lati lunghi 51 metri, per 12 di altezza. Ai quattro angoli vi sono altrettante torri circolari, perfettamente inglobate nelle mura.

Al suo interno si accede attraverso un grande portale, con colonne, che però risale ad un’epoca successiva (XVI sec.).
In origine, il portale aveva un ponte levatoio ligneo, che scavalcava un fossato; tale fossato, che aveva funzioni difensive, separava a Nord il Castello da Ortigia, mentre sul lato Sud lo separava dallo sperone di roccia più meridionale dell’isola.
A Ovest ed Est, invece, le pareti del Castello cadevano a picco direttamente in mare, finché nel XVI sec. non furono costruiti dei contrafforti.
Il Castello, nel tempo, è stato utilizzato anche come roccaforte militare, come prigione ed ancora come caserma fino a pochi anni orsono. Nel 1704 una forte esplosione della sua polveriera lo danneggiò seriamente, tanto da richiederne significativi interventi. Contestualmente a quei lavori, sullo sperone di roccia più estremo, nel retro del Castello, furono costruiti dei magazzini ed un cortile esterno, il tutto protetto da roccaforti di notevole spessore.
Purtroppo, l’interno del Castello, al momento, non è visitabile, in quanto soggetto a lavori di restauro, che in verità, come recita un cartello, dovevano essere già terminati nel 2015.
Dal portale di ingresso si intravedono dei restauratori che effettuano minuziosi interventi di recupero su delle pareti. Peccato non poterci entrare!
Grazie ad una pedana in legno aggiriamo il maniero sul lato Ovest, passando tra il contrafforte e le mura del Castello. Quindi ci ritroviamo nel cortile retrostante, sotto il quale, come già accennato, vi sono i magazzini, realizzati nel corso dell’ottocento, in cui scendiamo.
Seppure non sia possibile accedere all’interno del Castello, comunque la sua visita all’esterno si rivela interessante, se non altro per la lunga storia che questo luogo ha da raccontare. Suggeriamo, quindi, di non trascurarla.

Non manca molto alle 11,00, quindi dobbiamo tornare immediatamente al molo, per l’escursione in barca.
Giusto il tempo di prendere un caffè al vicino chiosco, che ci fanno cenno di salire a bordo.

Siracusa - Veduta panoramica
 dal mare del Castello Maniace

La barca non è molto grande, ma siamo solo in 6; noi, 3 signori inglesi ed il comandante/timoniere. C’è tantissimo posto. Il giro dell’isola ci offre una splendida panoramica dell’isola vista dal mare. Inoltre, il comandante, di tanto in tanto, ci descrive quello che stiamo guardando, le chiese, i palazzi, raccontandoci anche qualche aneddoto, sia in italiani sia in inglese. Proseguiamo con l’escursione alle grotte.
La costa di Siracusa, andando verso Nord, si fa piuttosto alta e lungo la stessa si sono formate numerose grotte, cavità, alcune delle quali molto scenografiche.

In alcune, più grandi, il nostro abile capitano ci porta anche dentro. I raggi del sole che si riflettono sul fondale creano dei bei riflessi, dei giochi di luce. Ci sono anche molti anemoni, di colore rosso porpora, e pesci.
L’ingresso di una grotta ha la forma di un cuore, che sembra chiudersi mentre ci muoviamo. Altre celano figure mitologiche scolpite naturalmente dal vento e dall’acqua, che il comandante ci tiene a farci notare.
In prossimità di una cavità ci soffermiamo. Due dei tre inglesi a bordo desiderano fare un bagno veloce. L’aria è sufficientemente calda, ma l’acqua assolutamente no. La temperatura del mare dovrebbe essere sui 18 gradi, ma loro non esitano e, dolcemente, si calano in acqua. Ma ci stanno davvero poco, giusto il tempo di una foto. Evidentemente, l’acqua è fredda anche per loro.
Continuiamo l’escursione arrivando fino ai faraglioni, dei grossi scogli isolati a poca distanza dalla costa, per poi rientrare. Si sta bene in barca, protetti da un tendalino dai raggi del sole.
Al ritorno, per arrivare al molo della Marina, attraversiamo il porto canale, passando sotto i due ponti che unisco Ortigia alla terra ferma. Per passare sotto Ponte Umbertino, il più antico, dobbiamo abbassarci molto e tirare giù anche il tendalino. Poco dopo, soddisfatti, ritorniamo al molo.

Senza perder tempo, ci inoltriamo nel centro storico, raggiungendo rapidamente Piazza Duomo, per visitare la Cattedrale della Natività di Maria Assunta (il Duomo, appunto!).
La Cattedrale, che come detto, poggia le sue fondamenta su un preesistente tempio dorico risalente a 2500 anni fa, è uno straordinario esempio di sovrapposizioni di stili architettonici. Nelle pareti laterali sono ben visibili sia all’esterno sia all’interno le antiche colonne doriche, mentre sono ben individuabili successivi interventi apportati in epoca normanna. Ulteriori interventi apportati nel tempo sono di evidente gusto barocco ed anche rococò.

Siracusa - Il Duomo

Siracusa - Duomo
Cappella di Santa Lucia

All’interno del Duomo vi sono innumerevoli tesori ed opere d’arte, come tele, affreschi, mosaici, acquasantiere, pulpiti e statue di inestimabile valore artistico, oltre agli arredi sacri ed ai simulacri di vari santi. Ma in particolare, custodito in una cappella a cui si accede dalla navata destra, vi è il simulacro argenteo di Santa Lucia, di origine siracusana, santa Patrone della città. Il simulacro della Santa, tuttavia, non è esposto, in quanto custodito in una nicchia posta sopra l’altare, dietro un quadro raffigurante la stessa Santa Lucia. Il simulacro, molto caro ai siracusani, devotissimi alla loro Santa, durante la celebrazione della festività patronale viene portato in processione per le vie della città.

 

Sono quasi le 13,30 ed in programma, nel pomeriggio, c’è la visita alla città di Noto. Prima di metterci in macchina, però, vorremmo magiare qualcosa. Tornando giù per via Roma, raggiungiamo Piazza Archimede, circondata da bei palazzi, di epoca medievale i più antichi, o barocca i più recenti, occupata al centro dalla monumentale Fontana di Artemide, risalente ai primi anni del XX secolo, opera dello scultore Giulio Moschetti.

Proseguendo per Corso Giacomo Matteotti, la via dello shopping, giungiamo nei pressi del Tempio di Apollo, quindi prendiamo via de Benedictis, in cui vi è l’Ortigia Street Market, un pittoresco mercato popolare che offre cibo fresco, prodotti agricoli locali, pesce e coloratissime spezie, nel quale sono anche presenti alcuni ristoranti, gastronomie ed altri locali dove magiare qualcosa di buono. In fondo alla via, sulla sinistra, c’è il mitico Caseificio Borderi, che di fatto è una gastronomia.

Fuori c’è fila; incuriositi, ci avviciniamo. Tutti attendono pazientemente il proprio turno per accaparrarsi il mega panino che prepara il titolare, il sig. Andrea. E’ uno spettacolo assistervi. Una moltitudine di prodotti genuini assemblati con parsimonia ed esperienza.

Scopriamo solo ora che il Caseificio Borderi è ai primi posti della classifica dei Street Food italiani. Un cartello all’ingresso della bottega promuove un formaggio, la tricotta, che sarebbe stata inventata da Archimede. In realtà trattasi di formelle di ricotta grigliate da entrambi i lati.

Siracusa - Caseificio Borderi

Vabbè, un po’ di folklore non guasta!

Purtroppo, non vogliamo soffermarci troppo, quindi preferiamo mangiare qualcosa da un’altra parte, magari mettendoci comodi.
Sempre su Via de Benedictis ci fermiamo da l’Isoletta, un ristorante dall’aspetto discreto, senza tante pretese. Prendiamo due fritti misti ed un’insalata di arance, tutto ottimo ed a buon prezzo.
 

 


 

 

 

 
 
   

 

 

 

 

 

 

 

 


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