Un viale
porta all’ingresso dell’anfiteatro e prosegue fino al varco di
accesso al teatro. Da qui proseguiamo seguendo le indicazioni per
l’Orecchio di Dionisio, una grande cavità nella roccia nella quale è
possibile accedervi per circa 50 metri.
Parco Archeologico di Neapolis
Orecchio di Dionisio |
Al suo interno, la cavità funge da cassa acustica ed ogni
piccolo suono ne esce amplificato. Assieme a noi entra anche
una scolaresca. Il frastuono dei ragazzi è incredibile,
insopportabile. Quando loro finalmente escono dalla cavità
sentiamo un senso di pace, un gran silenzio. Una ragazza
accenna un canto; la sua voce si diffonde dolcemente
dappertutto, amplificata.
Accanto all’Orecchio di Dionisio si susseguono altre latonie,
cavità scavate nella roccia del Colle Temenite, come la
Grotta dei Cordari e tante altre, che però non sono
accessibili.
Proseguiamo raggiungendo l’antico Teatro Greco, che
purtroppo è quasi completamente coperto da una struttura in
legno che proteggerà i suo gradini durante un ciclo di
rappresentazioni classiche che avrà inizio prossimamente.
Il Teatro ha origine nel V sec. a.c. e fu rifatto nel III
sec. a.c.. Durante l’epoca romana, inoltre, ha subito
ulteriori modifiche. Oggi, nonostante le sue precarie
condizioni, resta uno dei più bei teatri classici al mondo,
per la sua grandezza, la spettacolarità e la posizione
panoramica che consente di ammirare, sullo sfondo della
scena, anche il mare e l’isola di Ortigia. |
La
cavea è costituita da ben 67 ordini di gradini suddivisi in 9
settori. L’edificio scenico, oggi, purtroppo è interamente
scomparso. Alcuni operai stanno già preparando la scena della
prossima rappresentazione; si inizia con “Sette contro Tebe”, di
Eschilo, una tragedia greca, che senz’altro sarà spettacolare.
A monte del
Teatro, sul piccolo colle Temenite, vi sono altre piccole
grotte, tra cui, al centro, la graziosa Grotta del Ninfeo,
sull’ingresso della quale, un tempo, erano collocate delle
statue di Muse. Questa, probabilmente, nell’antichità era il
Santuario delle Muse, sede della corporazione degli artisti,
che qui si riunivano prima di scendere al teatro.
All’interno della grotta, dalla parete sul fondo, da una
cavità, sgorga a cascata l’acqua che si raccoglie in una
vasca di forma rettangolare.
Qui, di fronte alla Grotta del Ninfeo, seduti su un muretto,
con un’ampia panoramica sull’intero Teatro, facciamo
un break e divoriamo il nostro |
Parco Archeologico di Neaplis
Il Teatro |
panino preparato dalla sig.ra Rosa Maria.
Altro
sito monumentale all’interno del Parco è l’Anfiteatro Romano, di cui
oggi resta ed è visibile solo la parte inferiore, che lascia ben
intendere quanto fosse grande ed importante quest’opera qui
realizzata nella prima età imperiale.
Lasciando il Parco Archeologico, attraverso la cancellata che ne
delimita il confine, intravediamo altre grotte; siamo nella parte
più settentrionale del Parco. Qui era ubicata la necropoli
Grotticelle, a cui, però, dall’interno del Parco non è possibile
accedervi. In una di queste cavità scavate nella roccia, così come
indicato su un cartello, si presume vi fosse la tomba di Archimede.
Ci portiamo in Via Nino Bixio n. 2, alle porte di Ortigia, l’isola
su cui vi è il centro storico della città di Siracusa. Qui è ubicato
il B&B “Casa Archimede”, in cui pernotteremo le prossime tre notti.
Ma prima di fare il check-in, ci gustiamo una buonissima granita
presso una gelateria ubicata nel vicino Corso Umberto I.
Il palazzone in cui è Casa Archimede è piuttosto fatiscente. Siamo
in una grande corte interna, su cui vi sono almeno sei portoncini di
ingresso. Alla corte si accede da due grandi portoni: uno da su via
Nino Bixio, l’altro su via Messina. Quando ci viene incontro la
titolare, contattata telefonicamente, ci rendiamo conto che il B&B è
appena accanto al portone di ingresso che da su via Messina. Appena
varcato il portone, infatti, sulla sinistra vi sono 4-5 gradini,
quindi una porta, attraverso la quale si accede ad un appartamento
finemente ristrutturato di recente ed arredato di tutto punto, con
mobili nuovi. L’appartamento è tutto a nostra disposizione. Vi sono
ben due camere ed una cucina attrezzata, che useremo solo per la
colazione. La casa è climatizzata e dotata di ogni confort. Unica
pecca, il bagno, dal quale proviene sempre cattivo odore. Ottima,
peraltro, la posizione della struttura, davvero a due passi da
Ortigia, zona interamente a traffico limitato. Qui, infatti, è
possibile parcheggiare liberamente l’automobile ed avventurarsi a
piedi nel centro storico.
Ottimo anche il rapporto qualità/prezzo (50,00 €. a notte, compresa
una buona scorta di merendine, biscotti, frutta, latte, caffè,
acqua, succhi e yogurt per la colazione).
Una volta sistemati, facciamo un giro per le vie di Ortigia.
Tornati su Corso Umberto I, superiamo l’antico Ponte Umbertino, fino
a giungere in Piazza Pancali, dove notiamo subito un’area recintata
in cui spiccano i resti dell’antico Tempio di Apollo (VI sec. a.c.).
Piazza Armerina - Villa del Casale |
Voltiamo a destra e raggiungiamo il bellissimo lungomare,
che guarda sul Porto Grande, un golfo naturale chiuso, da
Nord verso Sud, dal un lembo di terra ovvero l’Isola di
Ortigia. Siamo ora su Foro Vittorio Emanuele II, un grande
viale che costeggia le mura della città, sotto le quali ci
sono dei giardini e, di tanto in tanto, dei bar con tanti
tavolini. Passeggiamo senza fretta su un largo marciapiede,
fino ad arrivare all’edificio della Guardia Costiera, oltre
il quale ci ritroviamo in un giardino con dei ficus
secolari, davvero enormi, monumentali. Accanto vi è
l’acquario (ingresso 4,00 €.), quindi la Fonte Aretusa, uno
specchio d’acqua dolce sorgente, in cui crescono anche
piante di papiro. |
Proseguiamo su Lungomare Alfio, affollato di bar e localini, finché
non arriviamo in fondo e quindi rientriamo, sbucando in Piazza
Federico di Svevia, dove, oltre ad un grande edificio quadrangolare,
sede della Facoltà di Architettura, è ubicato l’ingresso al Castello
Maniace, che però, scopriamo, è aperto solo di mattina.
Giriamo un po’ a caso per i vicoli di Ortigia, sempre col naso
all’insù. Alcuni edifici sono davvero graziosi. La sovrapposizione
di stili architettonici è molto evidente. Si va dal romanico al
gotico, fino ai più elaborato e recente tardo barocco.
Ci ritroviamo in Piazza del Precursore, dov’è la Chiesa di San
Giovanni Battista, di epoca paleocristiana, ovvero risalente al IV
sec.. La chiesa, in cui ancora oggi nei giorni festivi si celebrano
funzioni, è completamente scoperta. La cosa è molto suggestiva.
Leggiamo sulle guide che in passato questo luogo di culto è stato
anche sinagoga ebraica, ma un foglio affisso all’ingresso, firmato
dal parroco, smentisce tale tesi. Pare anche che sotto la chiesa ci
fossero degli ipogei con bagni di purificazione, ma credo che nulla
di tutto ciò oggi sia più accessibile e visitabile.
Proseguiamo
ancora per via della Giudecca, fino alla Chiesa di San
Filippo Apostolo, in cui entriamo un attimo. Poi prendiamo
via Crocifisso, una stradina di fronte alla chiesa,
particolarmente addobbata con piante e fiori, che la rendono
molto caratteristica. Sbuchiamo in via Roma, una delle
strade principali di Ortigia, e ormai siamo in Piazza
Minerva, che fiancheggia alcuni importanti edifici, come l’Artemision,
nei cui sotterranei sono ben visibili i resti di un tempio
jonico dedicato ad Artemide, protettrice greca di Siracusa,
risalente al IV sec. a.c.. |
Siracusa - Piazza Minerva |
In
realtà, alcune ricerche proverebbero che il tempio non sarebbe mai
stato portato a termine, a causa della cacciata da Siracusa dei
Gamoroi, conseguentemente alla sconfitta inflitta da Ippocrate di
Gela, condottiero di origine sicula. Il nuovo tiranno, infatti,
avrebbe deciso di abbandonare la costruzione del tempio jonico
dedicato ad Artemide, a favore di un nuovo tempio dorico dedicato ad
Athena, edificato accanto al precedente. Successivamente, il tempio
dorico diventerà l’attuale Duomo di Siracusa. Le colonne del tempio,
infatti, sono sempre ben visibile, in quanto incastonate nelle
pareti laterali del Duomo.
Siracusa - Il Duomo |
Guardando il Duomo, restiamo affascinati da una così palese
sovrapposizione di stili e dalla magnificenza di questo
edificio monumentale che, dopo ben 2.500 anni, continua
ancora oggi a svolgere il suo ruolo di luogo di culto, da
protagonista. Davvero straordinario!
Piazza Duomo è una grande piazza nella quale si affacciano
numerosi edifici di prestigio, come il Municipio, il Palazzo
della Sovrintendenza ai Beni Culturali, risalente al 1800,
la Chiesa di Santa Lucia alla Badia, dedicata alla santa
Patrona di Siracusa, edificata sui resti di un preesistente
convento del XV sec. subito dopo il terremoto che scosse la
regione nel 1693, il Seminario Arcivescovile di Siracusa ed
altri bei palazzi.
Attraverso una porticina, sotto le mura dei giardini del
Palazzo Arcivescovile, si accede all’ipogeo, costituito da
una galleria principale, ed altre secondarie, che
nell’ultimo conflitto bellico fu utilizzato anche come
riparo dai siracusani durante i bombardamenti. Attraverso
queste gallerie, da Piazza Duomo, si arriva fino oltre le
mura, in corrispondenza del Foro Vittorio Emanuele II, in
prossimità della Marina. |
In
realtà, l’ipogeo in origine consisteva in una cava di pietra
utilizzata per la costruzione del Duomo. Successivamente, invece,
sarebbero state costruite altre gallerie per scopi diversi, come ad
esempio l’esigenza di rifornimento idrico del centro cittadino.
Oggi, dopo importanti lavori di restauro, l’ipogeo è stato reso di
nuovo accessibile e visitabile. Nelle sue gallerie sono oggi esposte
immagini scattate nel rifugio durante il periodo bellico.
L’ingresso costa 4,00 €. Vista l’ora, però, ci riserviamo di
visitare l’ipogeo, eventualmente, in un altro momento.
Ci incamminiamo verso casa prendendo Via Cavour. Lungo la via ci
ritroviamo davanti al ristorante “La Mareggiata”, consigliatoci
dalla titolare del nostro B&B. Guardiamo il menu, quindi decidiamo
di prenotare per le 21,00.
Dopo una doccia rigeneratrice, siamo di nuovo on the road, come
(quasi) nuovi.
All’ora prestabilita siamo alla Mareggiata. La simpatica cameriera
si stupisce per la nostra puntualità e si scusa con noi perché il
nostro tavolo è ancora occupato da altri clienti, che però stanno
per andar via. In effetti, pochi minuti di attesa, quindi ci
accomodiamo.
Dopo aver mangiato una grigliata di pesce e dei contorni, ne usciamo
sufficientemente soddisfatti. Anche il conto è ragionevole (47,00
€.).
Siamo stanchi, quindi, lentamente, torniamo definitivamente al B&B.
4 mag. 2017
Prima delle 09,00 siamo già su Ponte Santa Lucia, quello che
congiunge Via Malta ad Ortigia, quindi proseguiamo subito a destra e
sbuchiamo vicino a Porta Marina. In prossimità del molo ci sono dei
banchi che offrono escursioni in barca. Presso uno di questi, il Blu
Marlin (tel. 347 6596900) abbiamo già chiesto informazioni ieri
pomeriggio, quindi fissiamo subito l’escursione per le 11,00.
Un’escursione attorno all’isola di Ortigia costa 10,00 €. a persona,
mentre altri 10,00 €. costa il giro delle grotte, nella parte più a
Nord della città. Se si sceglie di fare entrambi le escursioni,
della durata complessiva di circa 2 ore, il costo è invece di 15,00
€. Noi, chiaramente, optiamo per quest’ultima scelta.
Visto che mancano quasi due ore, ci dirigiamo verso il Castello
Maniace, ubicato all’estremità dell’isola. Per arrivarci, facciamo
tutto il lungomare, questa volta passando prima sopra le mura, fino
alla Fonte Aretusa, per poi proseguire su Lungomare Alfeo.
In pochi minuti siamo all’ingresso del Castello.
Il bellissimo
Castello Maniace nasce come un Forte nel 1038, per volontà
dell’omonimo comandante bizantino, è successivamente fu
trasformato in Castello da Federico II di Svevia nel XIII
sec..
Il biglietto di ingresso costa 4,00 €. (2,00 €. ridotto –
ingresso gratuito per gli under 18 e gli over 65). La visita
è consentita dalla 9,00 alle 13,30.
Varcato l’ingresso, ci ritroviamo in un grande cortile, su
cui si affaccia anche la facoltà di architettura. Attraverso
una porta carraia, ricavata in un alto muro di cinta con
camminamento di ronda, accediamo ad un altro cortile. |
Siracusa - Castello Maniace |
Di
fronte a noi, ora abbiamo il Castello. Il maniero ha una forma
quadrangolare, con lati lunghi 51 metri, per 12 di altezza. Ai
quattro angoli vi sono altrettante torri circolari, perfettamente
inglobate nelle mura.
Al suo interno si accede attraverso un grande portale, con colonne,
che però risale ad un’epoca successiva (XVI sec.).
In origine, il portale aveva un ponte levatoio ligneo, che
scavalcava un fossato; tale fossato, che aveva funzioni difensive,
separava a Nord il Castello da Ortigia, mentre sul lato Sud lo
separava dallo sperone di roccia più meridionale dell’isola.
A Ovest ed Est, invece, le pareti del Castello cadevano a picco
direttamente in mare, finché nel XVI sec. non furono costruiti dei
contrafforti.
Il Castello, nel tempo, è stato utilizzato anche come roccaforte
militare, come prigione ed ancora come caserma fino a pochi anni
orsono. Nel 1704 una forte esplosione della sua polveriera lo
danneggiò seriamente, tanto da richiederne significativi interventi.
Contestualmente a quei lavori, sullo sperone di roccia più estremo,
nel retro del Castello, furono costruiti dei magazzini ed un cortile
esterno, il tutto protetto da roccaforti di notevole spessore.
Purtroppo, l’interno del Castello, al momento, non è visitabile, in
quanto soggetto a lavori di restauro, che in verità, come recita un
cartello, dovevano essere già terminati nel 2015.
Dal portale di ingresso si intravedono dei restauratori che
effettuano minuziosi interventi di recupero su delle pareti. Peccato
non poterci entrare!
Grazie ad una pedana in legno aggiriamo il maniero sul lato Ovest,
passando tra il contrafforte e le mura del Castello. Quindi ci
ritroviamo nel cortile retrostante, sotto il quale, come già
accennato, vi sono i magazzini, realizzati nel corso dell’ottocento,
in cui scendiamo.
Seppure non sia possibile accedere all’interno del Castello,
comunque la sua visita all’esterno si rivela interessante, se non
altro per la lunga storia che questo luogo ha da raccontare.
Suggeriamo, quindi, di non trascurarla.
Non manca molto alle 11,00, quindi dobbiamo tornare immediatamente
al molo, per l’escursione in barca.
Giusto il tempo di prendere un caffè al vicino chiosco, che ci fanno
cenno di salire a bordo.
Siracusa - Veduta panoramica
dal mare del Castello Maniace |
La barca non è molto grande, ma siamo solo in 6; noi, 3
signori inglesi ed il comandante/timoniere. C’è tantissimo
posto. Il giro dell’isola ci offre una splendida panoramica
dell’isola vista dal mare. Inoltre, il comandante, di tanto
in tanto, ci descrive quello che stiamo guardando, le
chiese, i palazzi, raccontandoci anche qualche aneddoto, sia
in italiani sia in inglese. Proseguiamo con l’escursione
alle grotte.
La costa di Siracusa, andando verso Nord, si fa piuttosto
alta e lungo la stessa si sono formate numerose grotte,
cavità, alcune delle quali molto scenografiche. |
In
alcune, più grandi, il nostro abile capitano ci porta anche dentro.
I raggi del sole che si riflettono sul fondale creano dei bei
riflessi, dei giochi di luce. Ci sono anche molti anemoni, di colore
rosso porpora, e pesci.
L’ingresso di una grotta ha la forma di un cuore, che sembra
chiudersi mentre ci muoviamo. Altre celano figure mitologiche
scolpite naturalmente dal vento e dall’acqua, che il comandante ci
tiene a farci notare.
In prossimità di una cavità ci soffermiamo. Due dei tre inglesi a
bordo desiderano fare un bagno veloce. L’aria è sufficientemente
calda, ma l’acqua assolutamente no. La temperatura del mare dovrebbe
essere sui 18 gradi, ma loro non esitano e, dolcemente, si calano in
acqua. Ma ci stanno davvero poco, giusto il tempo di una foto.
Evidentemente, l’acqua è fredda anche per loro.
Continuiamo l’escursione arrivando fino ai faraglioni, dei grossi
scogli isolati a poca distanza dalla costa, per poi rientrare. Si
sta bene in barca, protetti da un tendalino dai raggi del sole.
Al ritorno, per arrivare al molo della Marina, attraversiamo il
porto canale, passando sotto i due ponti che unisco Ortigia alla
terra ferma. Per passare sotto Ponte Umbertino, il più antico,
dobbiamo abbassarci molto e tirare giù anche il tendalino. Poco
dopo, soddisfatti, ritorniamo al molo.
Senza perder tempo, ci inoltriamo nel centro storico,
raggiungendo rapidamente Piazza Duomo, per visitare la
Cattedrale della Natività di Maria Assunta (il Duomo,
appunto!).
La Cattedrale, che come detto, poggia le sue fondamenta su
un preesistente tempio dorico risalente a 2500 anni fa, è
uno straordinario esempio di sovrapposizioni di stili
architettonici. Nelle pareti laterali sono ben visibili sia
all’esterno sia all’interno le antiche colonne doriche,
mentre sono ben individuabili successivi interventi
apportati in epoca normanna. Ulteriori interventi apportati
nel tempo sono di evidente gusto barocco ed anche rococò. |
Siracusa - Il Duomo |
Siracusa - Duomo
Cappella di Santa Lucia |
All’interno del Duomo vi sono innumerevoli tesori ed opere
d’arte, come tele, affreschi, mosaici, acquasantiere,
pulpiti e statue di inestimabile valore artistico, oltre
agli arredi sacri ed ai simulacri di vari santi. Ma in
particolare, custodito in una cappella a cui si accede dalla
navata destra, vi è il simulacro argenteo di Santa Lucia, di
origine siracusana, santa Patrone della città. Il simulacro
della Santa, tuttavia, non è esposto, in quanto custodito in
una nicchia posta sopra l’altare, dietro un quadro
raffigurante la stessa Santa Lucia. Il simulacro, molto caro
ai siracusani, devotissimi alla loro Santa, durante la
celebrazione della festività patronale viene portato in
processione per le vie della città.
Sono quasi le 13,30 ed in programma, nel pomeriggio, c’è la
visita alla città di Noto. Prima di metterci in macchina,
però, vorremmo magiare qualcosa. Tornando giù per via Roma,
raggiungiamo Piazza Archimede, circondata da bei palazzi, di
epoca medievale i più antichi, o barocca i più recenti,
occupata al centro dalla monumentale Fontana di Artemide,
risalente ai primi anni del XX secolo, opera dello scultore
Giulio Moschetti. |
Proseguendo per Corso Giacomo Matteotti, la via dello shopping,
giungiamo nei pressi del Tempio di Apollo, quindi prendiamo via de
Benedictis, in cui vi è l’Ortigia Street Market, un pittoresco
mercato popolare che offre cibo fresco, prodotti agricoli locali,
pesce e coloratissime spezie, nel quale sono anche presenti alcuni
ristoranti, gastronomie ed altri locali dove magiare qualcosa di
buono. In fondo alla via, sulla sinistra, c’è il mitico Caseificio
Borderi, che di fatto è una gastronomia.
Fuori c’è fila; incuriositi, ci avviciniamo. Tutti attendono
pazientemente il proprio turno per accaparrarsi il mega
panino che prepara il titolare, il sig. Andrea. E’ uno
spettacolo assistervi. Una moltitudine di prodotti genuini
assemblati con parsimonia ed esperienza.
Scopriamo solo ora che il Caseificio Borderi è ai primi
posti della classifica dei Street Food italiani. Un cartello
all’ingresso della bottega promuove un formaggio, la
tricotta, che sarebbe stata inventata da Archimede. In
realtà trattasi di formelle di ricotta grigliate da entrambi
i lati. |
Siracusa - Caseificio Borderi |
Vabbè,
un po’ di folklore non guasta!
Purtroppo, non vogliamo soffermarci troppo, quindi preferiamo
mangiare qualcosa da un’altra parte, magari mettendoci comodi.
Sempre su Via de Benedictis ci fermiamo da l’Isoletta, un ristorante
dall’aspetto discreto, senza tante pretese. Prendiamo due fritti
misti ed un’insalata di arance, tutto ottimo ed a buon prezzo.
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