L’attuale città di Noto, infatti, è ubicata circa 20 km. più a Sud
Est di quella antica, che dopo il sisma fu completamente
abbandonata.
Anche a Noto, dunque, come in tutta la regione, ne conseguì che lo
stile tardo barocco siciliano, molto in voga a fine settecento, fu
adottato nella realizzazione di tutti quei edifici di maggior
rilevanza ovvero nelle chiese e nei palazzi nobiliari ed
aristocratici costruiti immediatamente dopo quel disastroso evento.
Passeggiamo lungo il Corso, fino a Palazzo Ducezio, sede del
Municipio, ubicato di fronte alla monumentale Cattedrale dedicata a
San Nicolò, simbolo della città, che svetta a monte di un’ampia
scalinata. Visitiamo entrambi.
Noto - Cattedrale |
La Cattedrale, nel corso del tempo, ha subito vari
rimaneggiamenti, assumendo l’aspetto attuale solo dopo gli
ultimi restauri, resi necessari a seguito del crollo di gran
parte del tetto avvenuto nel 1996, terminati nel 2007.
La facciata è su due ordini, con torri laterali e colonne.
L’interno è a tre navate. Seppure nel crollo del 1996 andò
persa gran parte dell’iconografia originaria, al suo interno
sono tutt’oggi custodite numerose opere d’arte, provenienti
soprattutto dalla Noto Antica.
Di fronte c’è Palazzo Ducezio, un altro simbolo di Noto. |
La
facciata, costituita da 20 arcate sorrette da colonne nel settore
inferiore e da finestroni in quello superiore, è bellissima.
Molto
interessante, all’interno, è anche la Sala degli Specchi. Un
tempo sala del consiglio comunale, oggi è utilizzata per
celebrare matrimoni o per esigenze di rappresentanza. In
essa, infatti, colpisce il realismo del trompe l’oeil
presente sul soffitto, che proferisce alle forme
un’incredibile profondità, tanto da far credere che trattasi
di bassorilievi.
I due grandi specchi presenti nella sala ovale, inoltre,
riflettendosi tra loro, restituiscono un effetto di rimando,
quindi di profondità alla sala stessa.
La visita a Palazzo Ducezio costa 2,00 €., ma noi optiamo
per il biglietto cumulativo, che al costo di 4,00 €. ci
consentirà di visitare anche il Museo Civico ed il Teatro
Vittorio Emanuele.
Nel Museo Civico, un tempo Monastero di Santa Chiara, sono
custoditi alcuni reperti della Noto Antica. Al piano
superiore, inoltre, una sezione è dedicata all’arte
contemporanea; qui sono esposte opere dello scultore
siciliano Giuseppe Pirrone, vissuto a Noto negli anni
dell’adolescenza.
Proseguendo, arriviamo fino a Porta Reale, un arco trionfale
che segna l’ingresso alla città, provenendo da Sud Est. |
Noto
Palazzo Ducezio
Sala degli specchi |
Tornando
per un po’ sui nostri passi, prendiamo poi la salita di Via Dogali e
Saati, che costeggia la Chiesa di San Francesco all’Immacolata, in
cui entriamo.
Poi proseguiamo fino a raggiungere via Cavour, dove le nostre guide
segnalano la presenza di altri palazzi nobiliari di notevole
rilevanza artistica. E così è, infatti!
Alcuni di essi sono davvero straordinari. Soprattutto i panciuti
balconi, con i loro raffinatissimi mascheroni, sono stupendi. Non
facciamo altro che guardare all’insù e fotografare.
Noto - Palazzo Nicolaci |
Arrivati all’altezza della Chiesa di Montevergine svoltiamo
a sinistra, prendendo via Nicolaci. Notiamo subito l’omonimo
Palazzo Nicolaci, davvero bello, in uno stile barocco
raffinatissimo, colto, ricco. Il portale è fiancheggiato da
colonne doriche, su cui poggia un balcone fantastico.
Lateralmente, altri balconi più piccoli, tre per lato.
Sarebbe possibile visitarlo anche all’interno, ma
rinunciamo, e ce ne dispiace. Siamo già troppo stanchi.
Leggiamo che all’interno del Palazzo vi sono ben 90 vani,
con arredi e affreschi molto raffinati, in cui tutt’oggi
abitano discendenti della famiglia Nicolaci. |
Al piano
terreno, infine, vi è la Biblioteca Comunale Principe di Villadorata.
Proseguiamo lungo la discesa di via Nicolaci, fino a ritornare su
Corso Vittorio Emanuele, dove facciamo una dolce pausa presso la
Pasticceria Siciliana, ubicata proprio lì nell’angolo.
Leggiamo su una locandina che in Via Nicolaci, nei giorni 19, 20 e
21 maggio, ci sarà la tradizionale infiorata. C’è anche una foto:
spettacolare!
Intanto ordiniamo delle cassate, e poi ancora due caffè, giusto per
recuperare un po’ di energia.
Prima di andar
via, visitiamo anche il Teatro Vittorio Emanuele, intitolato
a Tina Di Lorenzo, una grande attrice discendente da una
nobile famiglia di origine siciliana.
Il Teatro è una vera chicca. La facciata è in stile liberty,
arricchita con statue, bassorilievi e motivi floreali.
L’interno si rifà ai grandi teatri europei dell’epoca,
chiaramente con dimensioni notevolmente ridotte, con ordini
di palchi e galleria. Negli arredi, prevale il rosso
porpora, che lo rende particolarmente vivace. La sua
capienza è di 320 posti.
Inaugurato nel 1870, in esso hanno recitato tra i più grandi
attori. |
Noto
Teatro Vittorio Emanuele |
Usciti
dal Teatro, dall’altro lato della Piazza XVI Maggio, c’è la Chiesa
di San Domenico, ma in questo momento è chiusa.
Decidiamo di rimetterci in macchina e di fare rientro a Siracusa.
Siracusa
Per cena, su TripAdvisor, individuiamo un altro ristorante, molto
vicino al nostro B&B, che ha buone recensioni. Siamo stanchi e non
abbiamo voglia di camminare molto.
Stasera abbiamo optato per una cena a base di carne.
Il Ristorante Arrusti e Mangia, in via Ronco Cristina n. 3, è una
specie di braceria. Nel banco frigo hanno vari tagli di carne, da
scegliere e grigliare al momento. Fanno anche altro, primi,
antipasti, ma la loro cucina è molto semplice, rustica, senza tante
pretese, così come il servizio. Il tutto, comunque, è a buon prezzo.
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