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Tour della Sicilia Sud Orientale
 

4 mag. 2017

Noto

A Noto ci arriviamo dopo circa un’ora di strada. Parcheggiamo su Corso Vittorio Emanuele, la strada principale che attraversa il centro storico, nei presso dell’omonimo teatro.
La città fu fondata subito dopo il terremoto del 1693, quando la Noto Antica, di epoca medievale, andò completamente distrutta.

Noto
Palazzo Ducezio - Municipio

L’attuale città di Noto, infatti, è ubicata circa 20 km. più a Sud Est di quella antica, che dopo il sisma fu completamente abbandonata.
Anche a Noto, dunque, come in tutta la regione, ne conseguì che lo stile tardo barocco siciliano, molto in voga a fine settecento, fu adottato nella realizzazione di tutti quei edifici di maggior rilevanza ovvero nelle chiese e nei palazzi nobiliari ed aristocratici costruiti immediatamente dopo quel disastroso evento.

Passeggiamo lungo il Corso, fino a Palazzo Ducezio, sede del Municipio, ubicato di fronte alla monumentale Cattedrale dedicata a San Nicolò, simbolo della città, che svetta a monte di un’ampia scalinata. Visitiamo entrambi.

 

Noto - Cattedrale

La Cattedrale, nel corso del tempo, ha subito vari rimaneggiamenti, assumendo l’aspetto attuale solo dopo gli ultimi restauri, resi necessari a seguito del crollo di gran parte del tetto avvenuto nel 1996, terminati nel 2007.
La facciata è su due ordini, con torri laterali e colonne. L’interno è a tre navate. Seppure nel crollo del 1996 andò persa gran parte dell’iconografia originaria, al suo interno sono tutt’oggi custodite numerose opere d’arte, provenienti soprattutto dalla Noto Antica.

Di fronte c’è Palazzo Ducezio, un altro simbolo di Noto.

La facciata, costituita da 20 arcate sorrette da colonne nel settore inferiore e da finestroni in quello superiore, è bellissima.

Molto interessante, all’interno, è anche la Sala degli Specchi. Un tempo sala del consiglio comunale, oggi è utilizzata per celebrare matrimoni o per esigenze di rappresentanza. In essa, infatti, colpisce il realismo del trompe l’oeil presente sul soffitto, che proferisce alle forme un’incredibile profondità, tanto da far credere che trattasi di bassorilievi.
I due grandi specchi presenti nella sala ovale, inoltre, riflettendosi tra loro, restituiscono un effetto di rimando, quindi di profondità alla sala stessa.
La visita a Palazzo Ducezio costa 2,00 €., ma noi optiamo per il biglietto cumulativo, che al costo di 4,00 €. ci consentirà di visitare anche il Museo Civico ed il Teatro Vittorio Emanuele.
Nel Museo Civico, un tempo Monastero di Santa Chiara, sono custoditi alcuni reperti della Noto Antica. Al piano superiore, inoltre, una sezione è dedicata all’arte contemporanea; qui sono esposte opere dello scultore siciliano Giuseppe Pirrone, vissuto a Noto negli anni dell’adolescenza.
Proseguendo, arriviamo fino a Porta Reale, un arco trionfale che segna l’ingresso alla città, provenendo da Sud Est.

Noto
Palazzo Ducezio
Sala degli specchi

Tornando per un po’ sui nostri passi, prendiamo poi la salita di Via Dogali e Saati, che costeggia la Chiesa di San Francesco all’Immacolata, in cui entriamo.
Poi proseguiamo fino a raggiungere via Cavour, dove le nostre guide segnalano la presenza di altri palazzi nobiliari di notevole rilevanza artistica. E così è, infatti!
Alcuni di essi sono davvero straordinari. Soprattutto i panciuti balconi, con i loro raffinatissimi mascheroni, sono stupendi. Non facciamo altro che guardare all’insù e fotografare.

Noto - Palazzo Nicolaci

Arrivati all’altezza della Chiesa di Montevergine svoltiamo a sinistra, prendendo via Nicolaci. Notiamo subito l’omonimo Palazzo Nicolaci, davvero bello, in uno stile barocco raffinatissimo, colto, ricco. Il portale è fiancheggiato da colonne doriche, su cui poggia un balcone fantastico. Lateralmente, altri balconi più piccoli, tre per lato. Sarebbe possibile visitarlo anche all’interno, ma rinunciamo, e ce ne dispiace. Siamo già troppo stanchi.
Leggiamo che all’interno del Palazzo vi sono ben 90 vani, con arredi e affreschi molto raffinati, in cui tutt’oggi abitano discendenti della famiglia Nicolaci.

Al piano terreno, infine, vi è la Biblioteca Comunale Principe di Villadorata.
Proseguiamo lungo la discesa di via Nicolaci, fino a ritornare su Corso Vittorio Emanuele, dove facciamo una dolce pausa presso la Pasticceria Siciliana, ubicata proprio lì nell’angolo.
Leggiamo su una locandina che in Via Nicolaci, nei giorni 19, 20 e 21 maggio, ci sarà la tradizionale infiorata. C’è anche una foto: spettacolare!
Intanto ordiniamo delle cassate, e poi ancora due caffè, giusto per recuperare un po’ di energia.

Prima di andar via, visitiamo anche il Teatro Vittorio Emanuele, intitolato a Tina Di Lorenzo, una grande attrice discendente da una nobile famiglia di origine siciliana.
Il Teatro è una vera chicca. La facciata è in stile liberty, arricchita con statue, bassorilievi e motivi floreali. L’interno si rifà ai grandi teatri europei dell’epoca, chiaramente con dimensioni notevolmente ridotte, con ordini di palchi e galleria. Negli arredi, prevale il rosso porpora, che lo rende particolarmente vivace. La sua capienza è di 320 posti.
Inaugurato nel 1870, in esso hanno recitato tra i più grandi attori.

Noto
Teatro Vittorio Emanuele

Usciti dal Teatro, dall’altro lato della Piazza XVI Maggio, c’è la Chiesa di San Domenico, ma in questo momento è chiusa.
Decidiamo di rimetterci in macchina e di fare rientro a Siracusa.
 


Siracusa


Per cena, su TripAdvisor, individuiamo un altro ristorante, molto vicino al nostro B&B, che ha buone recensioni. Siamo stanchi e non abbiamo voglia di camminare molto.
Stasera abbiamo optato per una cena a base di carne.
Il Ristorante Arrusti e Mangia, in via Ronco Cristina n. 3, è una specie di braceria. Nel banco frigo hanno vari tagli di carne, da scegliere e grigliare al momento. Fanno anche altro, primi, antipasti, ma la loro cucina è molto semplice, rustica, senza tante pretese, così come il servizio. Il tutto, comunque, è a buon prezzo.

 

 


 

 

 

 
 
   

 

 

 

 

 

 

 

 


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