Il giorno successivo, come
quasi per tutta la settimana, la sveglia ci è stata data alle 06,30.
Il telefono era sia in
camera sia in bagno. Quando questo ha squillato, abbiamo risposto
contemporaneamente ad entrambi (io ero già in bagno, Paola ancora a
letto), sentendo non altro che le nostre stesse voci. Che ridere!
La colazione era fissata per le 07,00, con valigie già riposte fuori
dalla camera.
Efeso - La biblioteca
Ed alle 07,30, come
programmato, siamo partiti in direzione delle prime mete del tour:
Efeso ed Afrodisia, due tra i maggiori siti
archeologici, un tempo importanti città dell’antica Grecia
nell’Egeo. Magnifica la facciata della biblioteca di Efeso, la via
principale della città ed il grande teatro. Stupendo il Tempio di
Afrodite ( I sec. a.c.), così come il suo immenso stadio; grazioso
anche il piccolo teatro.
Efeso - Il Teatro
Afrodisia -
Il Tempio di Afrodite
Afrodisia -
Lo stadio
Intanto, durante i trasferimenti in pullman, la guida ci erudiva con
cenni storici, parlandoci della civiltà ellenica e del ruolo delle
città greche nell’Egeo, nonché delle successive lotte con i
persiani. Poi continuava parlandoci dell’avvento dell’impero romano,
proseguendo con il medio evo, citando le crociate e la grandezza
dell’impero ottomano, durato fino al secolo scorso. E finalmente,
nel 1923, la proclamazione della Repubblica Turca. Uno stato laico,
nel quale la maggioranza dei cittadini è di religione musulmana. Per
finire, alcuni cenni sulla politica e sull’economia del Paese. Un
monologo molto utile per conoscere meglio questa parte del mondo.
A
pranzo ci siamo fermati presso un’azienda agricola, dove abbiamo
mangiato alcune cosine tipiche, ma nulla che abbia davvero
entusiasmato i nostri palati.
Proseguendo, nel pomeriggio abbiamo raggiunto Pamukkale, che
significa “castello di cotone”, una delle mete più straordinarie del
tour. Il nome Pamukkale è attribuito al luogo perché nel territorio
è molto diffusa la coltivazione del cotone. Inoltre, la sommità del
monte da cui sorgono e scorrono acque termali ha assunto nel tempo
una colorazione bianca, per via di spessi strati di calcare e
travertino che si sono depositati sul pendio, rendendo l’intera area
simile, appunto, ad un castello di cotone ovvero ad una cascata di
ghiaccio.
Giunti nel sito, abbiamo dapprima visitato i resti di un’altra
importante acropoli, Hierapolis e la sua annessa necropoli.
All’interno di quest’area archeologica vi è anche un centro termale,
nel quale è possibile accedere gratuitamente per visitarlo. Per
accedere ai servizi ed alla piscina termale, invece, è previsto il
pagamento di un ticket pari a 15 €.. La piscina termale è molto
particolare, direi unica per il suo genere. Circondata dal verde e
dalla forma irregolare, nelle sue acque giacciono grandi ed antiche
colonne che sarebbero crollate a seguito di un terremoto.
Quest’area, infatti, in tempo remoti è stata interessata da grandi
movimenti tellurici che, se da una parte hanno provocato ingenti
danni e distruzione, dall’altra hanno dato luogo alla formazione di
nuove fonti termali. Avremmo volentieri trascorso un paio d’ore in
quelle acque termali, ma non vi era tempo a sufficienza. Poi non
avevamo il costume!
Un’oretta prima del tramonto ci siamo spostati nella parte in cui le
acque termali scorrono giù verso valle, lungo un pendio dove nel
tempo hanno creato una lunga serie di terrazzamenti e piscine.
Un
luogo davvero straordinario, tutto bianco, surreale; sembrava di
essere sulla neve. Qui, con i piedi nell’acqua tiepida, passando di
piscina in piscina, di terrazza in terrazza, fotografando ogni
angolo, abbiamo atteso un incantevole ed impedibile tramonto!
Infatti, la guida, consapevole di ciò, ci aveva consigliato di non
perdere assolutamente questo spettacolo della natura.
Risaliti sul pullman, quando ormai s’era fatto buio abbiamo
raggiunto il C & H Pamukkale (****), un albergo con la facciata
anteriore tutta merlata, a modi castello, provvisto di area termale,
spa, bar, piscina e quant’altro; molto bello ed attrezzato. Ma qui,
esausti ed appagati dall’intensa giornata, non abbiamo desiderato
altro che cenare e rifugiarci in camera per riposare.