La giornata è iniziata con una vista alla vicina
fabbrica di tappeti. Qui un italo-turco con un perfetto accento
lombardo ci ha mostrato le varie fasi della lavorazione ed i diversi
tipi di manifattura, oltre a decine di tappeti bellissimi in lana,
cotone ed in seta. C’è da dire che il tappeto è un manufatto
importante nella tradizione e nella cultura turca, tanto che esso si
trova praticamente ovunque. Un oggetto di arredo presente in ogni
casa, che può assumere un valore elevatissimo sia affettivo che
economico. Inoltre, quella della lavorazione del tappeto è tutt’oggi
un’attività molto diffusa nel Paese, soprattutto nelle zone rurali.
La fabbrica dei tappeti
Le donne imparano quest’arte in
età giovanile e spesso la coltivano per molti anni ancora,
producendo tra le mura domestiche veri e propri capolavori, anche su
commissione, destinati al proprio ambito familiare o alla vendita. E
infatti, nella fabbrica visitata ci hanno spiegato che lì c’erano
solo poche lavoranti (immagino solo per mostrare ai turisti le varie
fasi della lavorazione), mentre centinaia di donne producevano
presso il proprio domicilio e consegnavano il loro manufatto finito
in fabbrica, che provvedeva alla vendita. E questo ciclo
produttivo/commerciale, sostenuto e coordinato totalmente dallo
stato, comprendeva tutti i soggetti in campo, la
fabbrica-cooperativa, le lavoranti, la nostra guida e noi stessi,
ignari turisti/visitatori, condotti in quella fabbrica perché
potenziali acquirenti. Comunque, fin qui poco male, dato che, tutto
sommato, la visita si è rilevata anche interessante.
Fabbrica di tappeti - La show
room
Fabbrica di
tappeti - Paola e Nicola nella shop room
Usciti dalla fabbrica, siamo
saliti sul pullman. Ripreso il viaggio, poco dopo abbiamo iniziato a
vedere le prime formazioni calcaree tipiche del fantastico e
fiabesco territorio della Cappadocia.
Quindi, abbiamo fatto una prima sosta in un sito disseminato di
strane forme, a volte somiglianti ad animali, come il cammello,
l’elefante, etc… altre che sembravano frutto dalla bizzarra
creatività di un artista. Qui la nostra guida ci ha concesso pochi
minuti di libertà per scattare delle foto, quindi abbiamo
immediatamente percorso un sentiero di poche centinaia di metri che,
tra ripide salite e discese, ci ha condotti al centro di alcune di
queste forme fantastiche. E qui Paola è anche scivolata,
procurandosi delle escoriazioni. Ma niente di grave! In effetti,
bisognava fare molta attenzione, dato che il terreno era molto
accidentato!
Anatolia - Cappadocia
Come ordinato dalla nostra guida,
pochi minuti dopo eravamo di nuovo a bordo del pullman, come
giapponesi esemplari, pronti per il successivo trasferimento. E così
per tutta la giornata. Di sito in sito, abbiamo visitato paesaggi
straordinari, davvero fantastici, peraltro ricchi di storia. Abbiamo
visitato Goreme, un luogo mistico disseminato di chiese e monasteri
rupestri, dove si sarebbero insediate le prime comunità cristiane.
Qui si sarebbe fermato anche San Pietro durante il suo cammino verso
Roma. Abbiamo visto intere colline bucherellate, un tempo abitate.
La guida le chiamava “antichi condomini”. Impressionante! Qualcosa
di simile, in Italia, sono i “Sassi di Matera”. Ma qui niente era
stato edificato all’esterno della roccia. Tutti gli spazi erano
stati ricavati scavando quel tufo, quella formazione calcarea molto
friabile. Abitazioni, stalle, locali, chiese. In alcune di queste
ultime erano presenti anche alcune iconografie, rare per la verità,
in quanto vietate e quindi eliminate durante il periodo iconocasta.
Bellissime le iconografie ed il cromatismo degli affreschi e dei
mosaici presenti in una chiesetta antistante il parcheggio degli
autobus a Goreme, appena fuori dall’area archeologica.
Il pranzo lo abbiamo consumato in zona,
presso un ristorante attrezzato per ospitare grandi gruppi
turistici.
Qui, in particolare, abbiamo mangiato il güvec, un ottimo
spezzatino di vitello, melanzane, pomodori, aglio, pepe
verde e altre spezie, cotto lentamente per almeno due ore in
una pentola in terracotta (chiamata güvec, appunto)
sigillata con crosta di pane. Quando ci hanno servito questa
pietanza è partita tutta la sceneggiata; il cameriere ha
portato la pentola in tavola ed ha chiesto la collaborazione
di alcuni di noi per rompere, con l’aiuto di un coltello, il
tappo che lo chiudeva ermeticamente (la pasta di pane, ormai
abbrustolita). Comunque, davvero buono!
Il güvec
Nel pomeriggio abbiamo visitato
altri siti, differenti dai precedenti, come i cosiddetti “camini
delle fate”, ovvero delle formazioni calcaree di colore chiaro
(tufo) molto simili a camini, appunto, sovrastati da uno strato di
roccia più scura, di colore grigio (granito), a modi cappello.
Incredibile, meraviglioso, uno dei luoghi più surreali al mondo!
Fino ad ora, questa era stata una
giornata davvero faticosa, ma non potevamo ancora rilassarci.
Tornati in albergo, abbiamo avuto giusto il tempo di fare una doccia
veloce e di consumare la cena.
Dopodiché, siamo subito ripartiti per raggiungere un locale, dove
avremmo assistito a delle danze locali. Questa, come specificato
dalla nostra guida, era una delle pochissime cose/escursioni non
incluse nel pacchetto “Gran Tour della Turchia”, che però abbiamo
acquistato volentieri (costo €. 35,00 a persona).
Il locale, non molto lontano dal nostro albergo, era stato ricavato
anch’esso nella roccia, così come tante vecchie abitazioni
nell’area.
C’era uno spazio centrale, la pista in cui si sarebbero esibiti i
ballerini, e di qui, a raggiera, partivano 6 gallerie, cinque delle
quali, leggermente in pendenza verso il centro, ospitavano i tavoli
per i turisti. La sesta galleria costituiva l’ingresso ed ospitava
anche i locali di servizio.
Eravamo tutti turisti, gruppi, lo si deduceva anche dai pullman
parcheggiati nell’adiacente parcheggio.
Servivano birra no-spot, a fiumi, mentre frutta secca e fresca,
varie bevande ed il Raki, tipico liquore turco a base di anice,
erano già presenti sui tavoli.
La serata è iniziata con balli e musiche tipiche originarie delle
varie regioni turche. Particolarmente bella è stata la danza dei
Dervisci rotanti e la danza del ventre. La guida ci ha spiegato che
si trattava di ballerini dilettanti, ma davvero bravi comunque!
Unica eccezione, la ragazza che si è esibita nella danza del ventre.
Bravissima! Unica professionista esibitasi durante la serata. Mai
visto un sincronismo così perfetto; pareva essere comandata dalla
musica, dalle percussioni.
La serata si è conclusa con il
coinvolgimento degli ospiti, invitati a partecipare dapprima alle
loro danze, e poi a balli moderni e più internazionali.
Una bella serata, da non perdere, anche se abbiamo considerato il
prezzo pagato un pò eccessivo, se rapportato all’offerta. Ma che
importa!
Siamo andati a letto che era quasi l’una. Il mattino successivo era
prevista l’escursione in mongolfiera, per chi l’aveva acquistata.
Davvero senza tregua! Per loro la sveglia era prevista alle 4,45.
Prima dell’alba dovevano essere già pronti, in loco, in quanto le
mongolfiere, per sollevarsi, devono sfruttare l’escursione termica
che si crea proprio alle prime luci del giorno. Al solo pensiero che
essi dovessero svegliarsi così presto, stavo male per loro. Noi non
abbiamo acquistato questa escursione, in quanto abbiamo ritenuto il
suo costo davvero eccessivo (ben 150 €. a persona). A tutto c’è un
limite. Ma abbiamo constatato che molti non si sono posti lo stesso
problema.