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24.06.2011

Da La Ciotat siamo riparti alla volta di Arles, antica città romana sulle rive del Rodano.

ARLES
 
Arles è definita da molti la Roma della Provenza, in quanto conserva diversi monumenti Romani. Questa nomea è sicuramente eccessiva, ma la presenza in città di monumenti romanici quali l’obelisco, l’anfiteatro e il teatro, sicuramente l'accomunano alla città eterna.

Arles - Place du Marchè
Hotel de la Ville

Quindi, forse ci può anche stare, con le dovute differenze. I principali monumenti cittadini, di cui ben sette classificati dall’Unesco patrimonio dell’umanità, sono tutti raccolti intorno al delizioso centro storico. Da visitare è assolutamente l’Arena (4 €.), spettacolare anfiteatro romano costruito alla fine del I sec. d.C., che ospitava sanguinosi combattimenti di gladiatori ed era in grado di accogliere fino a 20.000 spettatori. Oggi al suo interno si svolgono corride e spettacoli, tra cui la famosa Feria d’Arles. Un’altra testimonianza del glorioso passato di Arles è il Teatro Antico (3 €.) costruito tra il 25 e il 27 a.C. per volontà di Augusto, del quale ancora oggi è possibile ammirare le colonne e il grande palcoscenico. Segnata, nell’alto medioevo, dalle lotte tra Franchi e Saraceni, la città rinasce nel XII secolo. Di questo periodo merita senz’altro una visita il bellissimo Chiostro della Chiesa di Saint Trophime (3,50 €.) dove, nel 1178, venne incoronato re Federico Barbarossa. Qui si può osservare anche lo splendido portale del Giudizio universale, il coro gotico e preziosi arazzi del XVII secolo. Di fronte, la Eglise Saint-Trophime, un tempo Cattedrale, che sorge nel sito di altre chiese più antiche. Per completare la vista della città, è d’obbligo una passeggiata nella bella Place de la République, con l’obelisco nel centro, e poi in Place du Forum, che ricorda Place du Tertre di Parigi, senza artisti, ma strapiena di ristorantini con i déhors nel centro.

Dopo aver visitato la città, ci siamo diretti verso Les Baux de Provence, quindi verso la vicina Mussane les Alpilles, dov’era ubicato il nostro prossimo albergo.
Lungo il percorso, a Fontvieille, abbiamo visitato anche una casa con un mulino a vento sulla facciata (rinomato, perché trattasi di quello immortalato da Alphonse Daudet – a circa 7 km. da Arles).

BAUX-DE-PROVENCE

Superato il villaggio di Fontvieille, ci siamo diretti verso le Alpilles (piccole Alpi).
Le Alpilles sono una piccola catena montuosa, o collinare (se confrontata alle Alpi), che è un prolungamento geologico del Luberon ed è molto particolare perché composta da massi rocciosi rotondeggianti che spuntano in una vegetazione brulla, composta in gran parte da ulivi. Nelle Alpilles sono stati rinvenuti i primi giacimenti di bauxite, le cui miniere hanno dato il nome al villaggio: Les Baux de Provence.
Les Baux è visitato ogni anno da oltre due milioni e mezzo di turisti, pari a Mont-Saint-Michel! Il Cardinale Le Richelieu definì la cittadella “nido per le aquile! Quando si entra nel borgo, ma soprattutto nel castello, si capisce il perché. Ci troviamo su un altopiano circondato da un paesaggio sottostante strepitoso, fatto appunto di ordinati ulivi, prati e campi di varie tonalità di verde e circondati dal paesaggio incantevole delle Alpilles. Il paesino è carino e brulica di turisti a caccia di souvenirs. Entrando nel Castello (a pagamento – possibilità di audioguida), si scoprono le varie zone diroccate. Nella parte dell’altopiano disabitata, dove sono esposti gli strumenti difensivi (arieti, catapulte, balestre e altri strumenti d’attacco), in alcune ore della giornata vi sono dimostrazioni pratiche dell’uso di tali armi. Poi si entra nella zona dei ruderi dell’enorme complesso, abitato un tempo dai Conti di Baux, che la leggenda vuole che discendano dal Re Magio Baldassarre. Per l’intera visita del complesso ci vuole circa 1h e ½.

Les Baux de Provence

Dopo aver vistato il grazioso borgo, ci siamo diretti in albergo, a Mussane les Alpilles, a pochissimi km. da Les Baux, dov'era ubicato il nostro prossimo albergo.

Pernottamento a Mussane les Alpilles presso il Best Western Hôtel Aurélia - 124 Avenue de la Vallée des Baux - Maussane les Alpilles – Costo del soggiorno €. 79,00 (1 gg. – 24.06.2011)

Breve pausa, doccia e via… in Camargue!

LES SAINTES-MARIES-DE-LA-MER

Come da tabella di marcia, alle 16,00 in punto (ma abbiamo dovuto premere un po’ sull’acceleratore per arrivare in tempo) eravamo a Les Saintes Maries de la Mer, sul molo, ad Ovest del villaggio, pronti per imbarcarci sul Tiki III per un’escursione sul Rodano, nel cuore del Parco Naturale Regionale della Camargue. E’ stato un interessante e gradevole pomeriggio, a pieno contatto con la natura, in un oasi di pace, circondati da uccelli di ogni tipo, cavalli, tori...

Prima di cena, c’è rientrato anche un giro in macchina nel parco, dove abbiamo potuto osservare altre varietà di uccelli, tra cui i fantastici fenicotteri rosa. Uno di questi, dai colori bellissimi, è passato sopra di noi… che spettacolo!

La visita al Parc Naturel Regional de Camargue è possibile con battelli che partono dal porto di Saint Marie de la Mer e da Port Gardian ed offrono escursioni sui canali che attraversano il Parco, oppure a cavallo, a piedi o in bicicletta. Per ammirare da vicino i 25.000 fenicotteri rosa che vivono in quest’area bisogna raggiungere i due maggiori specchi d’acqua, l’Etang de Vaccaies e l’Etang du Fangassie (munirsi di repellenti per zanzare ed insetti). Per noleggiare la bicicletta, rivolgersi a Velo Saintos o a Le Velociste, nella parte Est del paese. Questi forniscono itinerari dai 20 ai 70 km. con spiegazioni in lingua inglese. Ci sono piste ciclabili, ma è vietato portare la bicicletta in spiaggia. E’ anche possibile fare un giro in canoa (9,50 l’ora), noleggiandola presso il Kayak Vert (14 km. a Nord di Saintes Maries, percorrendo la D38C – www.kayak.camargue.fr) oppure con Le Petit Train Camarguais, un treno elettrico che partendo da Saintes Meries compie un giro di 12 km. in 45’. (5 €. – partenza ogni ora davanti all’Ufficio Turistico).

In serata, abbiamo fatto un giro per le vie di Saintes Maries de la Mer, la cittadina più nota della Camargue, posta al centro del Golfo di Beauduc e del Parco Naturale Regionale della Camargue. Questo villaggio deve il suo nome alla tradizione secondo cui, qui, nei primi anni del Cristianesimo, approdarono dopo aver vagato in mare su una barca, le tre Sante Marie: Maria Salomè, Maria di Giacomo e Maria Maddalena. Il centro del piccolo paese è interamente chiuso al traffico. Le sue stradine sono affollate di ristorantini e negozi di souvenir. Qui abbiamo mangiato una paella (buona, ma niente a che fare con quella mangiata a Valencia) e pepata di cozze accompagnate da patate fritte (normale in Provenza, strano abbinamento per noi italiani!).

Saintes Maries de la Mer

Nonostante la Spagna non sia vicinissima, in queste zone è stata importata la corrida. Infatti, a pochi passi dal lungomare vi è anche una “Plaza de toros” e nel villaggio si incontrano statue e sculture raffiguranti i tori e la tauromachia. Facendo un giro nelle strade del centro, sembra di essere in un paesino della costa meridionale spagnola, magari andalusa. Interessante l’Eglise des Saintes Maries (che purtroppo era già chiusa), una magnifica chiesa in stile romanico, fortificata, che conserva le spoglie di Santa Sara, protettrice dei Rom (questo luogo di culto in maggio e ottobre è meta di pellegrinaggio dei rom di tutta Europa). Dalla Terrasse de l’Eglise, che non abbiamo potuto visitare, sarebbe stato possibile godersi uno splendido panorama della città e delle circostanti e sconfinate radure del parco naturale. Vi è anche un anfiteatro (Les Arenes) visitabile soltanto nei giorni in cui vi si svolge la corrida.

In Camargue, oltre a Saintes Maries de la Mer, avremmo voluto visitare anche Aigues Mortes, ma ormai si era fatto tardi. Quindi, sfiniti, siamo ritornati in albergo, a Mussane les Alpilles.

 


 


 

 

 

 
 
   

 

 

 

 

 

 

 

 


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