Quando usciamo sulla terrazza panoramica ci sembra di essere davvero
in aereo. Si vede non solo tutta Manhattan, ma anche Jersey City, al
di là dell’Hudson River, Brooklyn ed il Queens oltre l’East River, a
Sud c’è l’Ellis Island e la statua della Libertà, a Nord i quartieri
di Harlem e del Bronx. Poco distante da noi il mitico Central Park,
che da qui sembra un giardino, ma che il realtà è un rettangolo di 4
km. per 800 m.. Dall’altra parte individuiamo Medison Square, Macy’s,
il grande centro commerciale; la 5th Av., la strada dello shopping,
invece, è proprio sotto di noi. Ma soprattutto, osserviamo altri
grandi grattacieli che svettano verso il cielo. A Sud, nel Financial
District, si distingue chiaramente il One Word Trade Center (541
m.), la torre costruita laddove un tempo sorgevano le torri gemelle,
che adesso detiene il primato di edificio più alto della città. Ma
altri si distinguono inequivocabilmente, come la Bank of America
Tower (366 m.), il Chrysler Building ed il New York Times Building,
entrambi alti 319 m., o il Top of The Rock (259 m.).
Guardare New York City da quassù è davvero spettacolare.
Però, quando poi immaginiamo ciò che qui è accaduto quell’11
settembre, un po’ d’ansia ci assale. Ci rendiamo conto che chi era
quassù quel giorno avrà visto chiaramente tutto. Soprattutto dopo
l’impatto del secondo aereo sulle torre gemelle, quando ormai era
chiaro che non trattavasi di un incidente, deve essersi scatenato il
panico, il terrore.
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Panorama dall'86° piano
dell'Empire State Building |
Decidiamo di scendere.
Volendo si potrebbe raggiungere l’altro osservatorio, al 102°
ed ultimo piano, ma ci sembra eccessivo pagare altri 17,00 $. a
testa per salire ancora un po’.
Durante la discesa guardiamo il display dell’ascensore: non
indica tutti i piani, ma uno ogni 6-7. E’ troppo veloce per
visualizzare tutti i numeri.
Siamo di nuovo sulla 5th Av., mentre sono circa le 12:00.
Arrivando, stamani, poco prima dell’Empire, abbiamo visto un
edificio in stile dorico. Entriamo un attimo, incuriositi; è la
Biblioteca Pubblica. All’interno ci sono grandi sale di lettura, di
studio. Molto bella l’architettura dell’edificio, soprattutto il
grande atrio centrale.
Proseguiamo sulla stessa strada. Superiamo anche la 47th St.,
il Diamond District, la strada in cui avviene il 90% del traffico di
diamanti di tutti gli U.S.A.. In giro si vedono numerosi ebrei
ultraortodossi che, schivi, entrano ed escono dai negozi. Essi,
infatti, sono particolarmente attratti da questo genere di articolo
e di affari.
Top of The Rock - Rockefeller
Center |
Dunque, arriviamo al Rockefeller Center, un complesso di 19
edifici commerciali costruiti dall’omonima famiglia di
banchieri americani, al centro dei quali svetta il Top of
The Rock, un grattacielo di 70 piani in Art Déco, alto 259
m.. Anche per l’accesso all’osservatorio di questo
grattacielo il biglietto di ingresso costa 29,00 $.
Poco oltre, sempre sulla Fifth Av., di fronte al
Rockefeller Center, ecco la St. Patrick’s Cathedral, in cui
entriamo. Tuttavia, la chiesa è in restauro ed è piena di
ponteggi, sia all’esterno sia dentro, tanto che non
riusciamo neanche a vederne il soffitto. Poco dopo usciamo.
Facciamo una pausa per il lunch. Mangiamo un’insalata, così
ci riposiamo anche un po’. Poi riprendiamo il nostro
cammino, passeggiando lungo l’ultimo tratto della Fifth Av.,
prima di sbucare al Central Park. Ora i negozi diventano
sempre più lussuosi. Non si contano i grossi brand presenti
qui, anche italiani, come Bulgari, Prada, Trussardi, Bottega
Veneta, Diesel e tanti altri, poi finiamo davanti a Tiffany. |
Sembra quasi un superstore, su più piani. Fortunatamente, Paola non
mi chiede di entrare; tanto meno lo faccio io!
E ancora, sulla nostra destra, vediamo un grande cubo di
vetro. E’ un Apple Store. Il negozio è nel sottosuolo. Vi sia accede
grazie ad ampie scale di vetro. Per entrare, quasi bisogna mettersi
in fila.
Finalmente siamo al Central Park. Entriamo dalla 59th Street,
detta anche Central Park Street. Una volta dentro, dopo pochi passi,
sembra di essere già lontani dalla frenesia della città. Oltre la
vegetazione, svettano le punte dei grattacieli. E’ uno scenario
surreale. Il parco è immenso; è lungo ben 4 km. e largo 800 metri, e
non è tutto in piano. Vi sono delle collinette di roccia che
emergono dal terreno, dei laghetti, dei prati, fontane, terrapieni,
viali e sterrati. Il paesaggio varia continuamente. Su un laghetto
c’è un grazioso ponticino in pietra. Mi è familiare; l’ho già visto
altre volte, forse anche in qualche films. Perdiamo l’orientamento,
poi lo ritroviamo. Arriviamo al lago in cui vi sono decine di
piccole barche. Anche qui ci sarebbe da passarci la giornata, ma non
possiamo. La città sembra lontana. Qui c’è pace, silenzio. Ci
soffermiamo ancora un po’ ad osservare, poi decidiamo di andare.
Prendiamo la metro alla Stazione della 72^ St. e raggiungiamo
velocemente Times Square, il luogo che noi consideriamo il più
pazzesco di NYC, con l’intento di fare un po’ di shopping. Ma una
volta qui, il tempo vola, senza che si riesca a fare alcun acquisto.
Alla solita ora, attorno alle 17:00, ci incamminiamo verso la
Grand Central e da qui prendiamo la Metro-North per White Plains.
Per cena, barbecue a casa di Mary, nostra cugina.
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