della Provincia,
Palazzo Comitini, in Via Maqueda, in quanto abbiamo letto che qui
sarebbe stato possibile partecipare a visite guidate. Come sempre,
trovare un parcheggio non è facile, ma fortunatamente ne
individuiamo uno in una piccola piazzetta non lontana dai siti che
intendiamo visitare. Allorché, come al solito, un parcheggiatore
abusivo si avvicina; gli do tutti gli spiccioli che ho in tasca, 70
cent., ma lui, non soddisfatto, mi invita a dargli altro. Il suo
modo di porsi mi innervosisce, quindi gli chiedo chi sia, quale
ruolo abbia, per chi lavori, per il comune o per chi altro. Ma egli,
con disarmante naturalezza, mi risponde “Io guardo le macchine.
Quest’area è sotto il mio controllo”. Intanto, esamino la situazione
ed attivo con fatica il mio self-control. Capisco che è meglio
lasciar perdere, quindi gli rispondo che saremmo tornati presto,
entro un’ora, e che gli avrei dato altro più dopo.
Intanto, l’episodio mi ha messo un po’ d’ansia.
I parcheggiatori abusivi a Palermo sono una grande piaga, qualcosa
di molto fastidioso.
Raggiunto il Palazzo Comitini, prendiamo atto che è chiuso, così
come è chiuso il vicinissimo Archivio Storico Comunale, ubicato
nell’ex Convento di San Nicolò da Tolentino, di cui abbiamo letto
che ne sarebbe valsa la pena una breve visita, se non altro per
ammirare la particolare architettura di questo luogo e per la
straordinaria bellezza della sua sala di lettura.
Anche l’adiacente Chiesa di San Nicolò da Tolentino è chiusa. Che
irritazione! Come se i flussi turistici avessero dei giorni di
riposo settimanale!
Comunque, non ci perdiamo d’animo e ci dirigiamo subito verso un
altro importante sito, ovvero Casa Professa.
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La Chiesa del Gesù, detta Casa professa, è una delle più
importanti chiese barocche siciliane. Essa fu edificata nel
XVI sec. dai Gesuiti, dai quali tutt’ora è retta.
La facciata esterna è piuttosto sobria e non suscita
particolare interesse, ma una volta entrati, l’impatto
visivo suscita forti emozioni. Tutto è rivestito di marmo,
di intarsi, di bassorilievi marmorei policromi e di gruppi
statuari. Di marmo sono anche il pavimento, le colonne, i
muri, gli arredi e le decorazioni delle cappelle.
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Chiesa del Gesù - Detta
Casa Professa |
E’ straordinario ed impressionante quanto marmo sia stato utilizzato
per la costruzione di questa chiesa. Essa, in origine, fu costruita
in un’unica navata. Successivamente, furono abbattuti i muri
divisori delle cappelle laterali e furono così ricavate le altre due
navate laterali. L’ingresso è libero, ma per visitare tutta la
chiesa è richiesto un contributo di 5,00 €. a persona, che però
comprende la guida. Ci accompagna un ragazzo molto preparato,
appassionato. Le sue spiegazioni e descrizioni ci permettono di
comprendere tanti segni, particolari che altrimenti non avremmo
neanche notato. La visita dura circa 30 minuti e, oltre alla chiesa,
la guida ci mostra anche la sacrestia, alcune sale espositive con
arredi e oggetti sacri, nonché l’oratorio.
Anche in questa chiesta, prima di uscire, si
accingono a celebrare un matrimonio. Sarà un caso, ma
troviamo matrimoni dappertutto, ogni giorno e ad ogni ora.
Vorrà significare qualcosa?
Dietro il complesso di Casa Professa, che un tempo era un
grande convento Gesuita, individuiamo anche la Biblioteca
Comunale, un edificio con una bella facciata monumentale,
simile ad un tempio con grandi colonne, ma che chiaramente
non visitiamo, perché chiusa. |
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Biblioteca Comunale |
Dunque, decidiamo di andare a riprendere la macchina, se non altro
per spostarla altrove e cacciare via quell’ansia dovuta all’episodio
sopra descritto. Ma visto che siamo in macchina, decidiamo di andare
a visitare il Palazzo della Zisa, un antico edificio di epoca
normanna, edificato nel XII sec., utilizzato quale residenza estiva
dei re. Il Palazzo faceva parte di un grande parco, comprendente
anche fontane e specchi d’acqua. Esso ha mantenuto il suo aspetto e
l’architettura originaria fino la XVII sec., ma successivamente ha
subito numerosi rimaneggiamenti, in quanto adattato alle esigenze
abitative dei suoi proprietari, che ne hanno modificato in parte il
suo aspetto. Tuttavia, il Palazzo, che intanto era parzialmente
crollato, nel Novecento è stato acquisito dallo Stato ed è stato
sottoposto a lunghi interventi di restauro, che alla fine lo hanno
restituito a noi nel suo attuale splendore e soprattutto, nel suo
aspetto originario. Contestualmente, è stata ripristinata l’area
antistante, nella quale sono state costruite grandi fontane e
specchi d’acqua.
L’ingresso alla Zisa è a pagamento (6,00 €. a persona). Al suo
interno è ospitato anche il Museo d’Arte Islamica.
Ritornati in centro, ci rechiamo di nuovo all’Antica Focacceria San
Francesco, dove riprendiamo più o meno le solite specialità (sarde
beccafico, involtini di melanzane, cazzilli, pani ca’ meusa, etc.. e
per finire, cannoli mignon!). Mangiamo fuori, nella piazzetta, nella
quale vi sono anche due Apini cabrio ed un carretto siciliano che
invitano i turisti a salire a bordo per fare un tour della città.
Nel pomeriggio fa molto caldo e le nostre energie iniziano a
scarseggiare, quindi raggiungiamo molto lentamente le Poste centrali
in Via Maqueda, per un prelievo al Bancomat, e poi la Rinascente,
nella quale ci rifugiamo.
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All’ultimo piano del Centro Commerciale si sta bene. C’è un
bar, un ristorante, i servizi igienici, tavolini ed anche
divani, ma soprattutto l’aria condizionata. Prendiamo un
caffè e ci rilassiamo un pochino, per riprenderci.
Peraltro, dalle terrazze apprezziamo anche una bellissima
vista panoramica sulla città.
Lasciata la Rinascente, da Piazza San Domenico prendiamo un
vicolo parallelo a Via Maqueda, Discesa Caracciolo Viceré,
lungo il quale numerosi banchi e botteghe espongono e
vendono le loro merci. |
Piazza San Domenico -
Vista panoramica dalla terrazza della Rinascente |
Continuando,
sbuchiamo di nuovo in Via Vittorio Emanuele, e poi giù fino a Piazza
Marina, dov’è parcheggiata la nostra automobile. Qui, nei giardini,
ci impressiona la mole di alcuni ficus secolari, davvero enormi, mai
visti di tali dimensioni. Nella piazza si affaccia anche il Palazzo
Chiaramonte-Steri, che attualmente ospita il Museo
dell’Inquisizione.
Se da una
parte questo museo ci incuriosisce, dall’altra non ci va di
visitare altri luoghi macabri. E poi siamo fisicamente
stanchi. Continuiamo a passeggiare ancora un
po’, lentamente, osservando la graziosa Chiesa di Santa
Maria della Catena, che è chiusa, quindi sbuchiamo sulla
Cala, un tratto del lungomare palermitano che funge da
porticciolo, di cui percorriamo un bel pezzo.
Ma presto non resistiamo al sole ed al caldo, quindi
ritorniamo indietro. |
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Ficus monumentale in
Piazza Marina |
Ripresa la macchina,
con l’aria condizionata a palla, facciamo ancora un giro sul
lungomare Est, fino al Brancaccio, passando anche per l’elegante
zona del Foro Italico, quindi dal lato opposto, fino all’Ucciardone,
il carcere. Poi, alle 17,30 circa, raggiungiamo la zona di imbarco.
Alle 20,00 in punto, dal ponte 10 del traghetto, in poppa, salutiamo
definitivamente Palermo e l’isola.
Presto torneremo per il tour della Sicilia orientale.
Nicola Di Modugno
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