Rubilandia.it - Alla scoperta di nuove terre

Registrati   |   Login

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Contatta gli autori via e-mail

     
Giovedì 27 giugno 2013

Lasciamo il B&B Stella di Mare alle 09,00 circa, diretti a Marsala, dopo aver ascoltato i suggerimenti di Enzo su ciò che avremmo potuto vistare più avanti, anche se su questo avevamo fatto un ampio studio.
Raggiunta Marsala, l’antica Mars Allah (porto di Allah – antico nome dato al luogo dagli arabi), detta anche Lilybeo, antico nome della città punica preesistente in questo sito (IV sec.a.c.), molto nota sia per lo sbarco di Garibaldi sia per il  nobile  vino  liquoroso  che  qui  si   produce,

Marsala - Porta Garibaldi

passiamo davanti alle Cantine Florio, una delle più rinomate aziende produttrici del Marsala. Qui ci sarebbe la possibilità di visitare le cantine e di fare delle degustazioni, ma l’argomento non ci interessa più di tanto, quindi proseguiamo.
Raggiungiamo così il lungomare, percorrendone un buon tratto, finché non siamo all’altezza del centro storico, in prossimità di Porta Garibaldi, dove quindi parcheggiamo.
E, varcando a piedi la Porta Garibaldi, entriamo nella zona pedonale ovvero in Via Garibaldi. Il centro storico ci fa subito una bella e piacevole impressione; è ben tenuto, pulito, colmo di bei negozi e botteghe, ed è vivace, pieno di gente. Proseguiamo su Via Garibaldi e sulla destra notiamo un grande palazzo con delle bandiere: è il Comune. Varcato il grande portale ci ritroviamo in un grande cortile, con dei giardini, attorno ai quali, al piano terra, si leggono le indicazione dei vari uffici aperti al pubblico. Molto carino!

Più avanti, in fondo a Via Garibaldi, arriviamo dinanzi al Duomo, la Chiesa Madre di Marsala, edificata nel XII sec. in onore di San Tommaso di Canterbury. La Chiesa, oggi, si presenta a croce latina, a tre navate, con ampie cappelle che si susseguono nelle navate laterali, ma in realtà la struttura originaria doveva essere molto diversa.
Essa, infatti, ha subito nel tempo numerosi rimaneggiamenti ed ampliamenti, assumendo tale forma ed uno stile prettamente barocco, seppure molto sobrio.

Il Duomo di Marsala

Tali lavori di ampliamento, peraltro, hanno creato notevoli problemi di stabilità alla struttura, tanto da provocarne il crollo della grande cupola centrale nel XIX sec., che venne ricostruita definitivamente solo nella metà del XX sec..
All’interno non mancano importanti opere d’arte e sculture, provenienti anche da altre chiese, che aiutano a tracciare un profilo della cultura artistica della Sicilia dal XV sec. in poi.

Lasciata la Chiesa Madre, proseguiamo raggiungendo il vicino Complesso Monumentale San Pietro, un ex convento di suore Benedettine, accuratamente ristrutturato. Esso attualmente ospita il Museo Civico con una sezione risorgimentale-garibaldina, in cui sono custoditi cimeli, armi, divise e documenti riguardanti l’impresa di Garibaldi e dei suoi Mille, una sezione archeologica, in cui sono esposti reperti rinvenuti in mare ovvero nell'acropoli di Lilybeo, l’antica città ellenica ubicata sullo stesso territorio dell’attuale centro abitato marsalese, ed una sezione dedicata alle tradizioni popolari ed all’opera dei pupi, in cui sono esposti alcuni costumi storici marsalesi tutt’ora utilizzati nel periodo pasquale, in occasione delle rievocazioni della Passione di Cristo.

Gli accessi al Complesso e la visita delle sue aree museali sono completamente gratuiti ed assistiti da guide. Bravissima la ragazza (una archeologa volontaria) che ci ha accompagnato nel museo archeologico, che ci ha saputo trasmettere anche un pizzico della sua passione.
Uscendo dall’ex convento torniamo in Piazza Loggia, quindi ripercorriamo Via Garibaldi, fino a raggiungere di nuovo l’omonima Porta. Guardando essa, sulla sua sinistra, notiamo una piazzetta su cui si affaccia un portale, sul quale è scritto “Antico Mercato”.

Complesso Monumentale San Pietro

Oltre il portale, botteghe di frutta e verdure, spezie, macellerie e pescherie. Un potpourri di profumi e di colori della Sicilia.
Ritornando nella piazzetta, notiamo gente in coda davanti ad una friggitoria; fanno pani e panelle! Possiamo resistere alla tentazione? Li servono col ketchup oppure col limone, ma una signora in coda ci suggerisce di prenderlo al limone, dal vero carattere siciliano. E così sia! Prendiamo un solo panino e chiediamo gentilmente di dividercelo in due. Lo troviamo buono, ma nulla di straordinario. Le panelle sembrano fette di polenta fritta, ma in realtà sono fatte di farina di ceci, patate e spezie. Comunque, se si visita la Sicilia, “vanno assaggiate”, come uso sempre dire riguardo alle specialità gastronomiche tipiche dei luoghi che visitiamo; “vanno assaggiate”! Con la solenne promessa, poi, di metterci rigorosamente a dieta una volta tornati a casa. Promessa, ovviamente, che non sarà mantenuta!

Da Porta Garibaldi proseguiamo addentrandoci nei vicoli del centro storico, passando davanti alla Chiesa del Purgatorio (chiusa), di fianco alla quale ci soffermiamo a guardare degli scavi che hanno riportato alla luce i resti di edifici di epoca romana. Proseguendo, sbuchiamo in Via XI Maggio, altra direttrice del centro storico che, da Piazza Loggia, conduce a Porta Nuova.
Lungo Via XI Maggio entriamo in una gastronomia e mangiamo delle ottime arancine al ragù, quindi raggiungiamo Porta Nuova, di fronte alla quale spicca il moderno Teatro Impero. Intorno ad esso, tutta recintata, l’area archeologica su cui un tempo sorgeva l’antica Lilybeo.

Baglio Anselmi
Museo archeologico - Sito archeologico di Lilybeo

Da qui, decidiamo di recuperare la macchina e di avvicinarci al Baglio Anselmi (ingresso a pagamento – 4,00 €. a testa), sul lungomare, altro importante museo archeologico cittadino che intendiamo visitare, nel quale sono custoditi soprattutto reperti locali (dell’antica Lilybeo), ma anche provenienti da altri siti limitrofi, nonché anfore ed oggetti recuperati in mare ed anche i resti di una nave da guerra punica.
Al riguardo, è da evidenziare che Lilybeo non era altro che la nuova città punica fondata dai superstiti della vicina Mozia, andata distrutta per mano di Dionisio.
Pertanto, essendo prima Mozia e poi Lilybeo uniche avanguardie puniche sul territorio siciliano, i reperti archeologici esposti nel Baglio Anselmi risultano straordinariamente importanti in quanto unici.

Nel primo pomeriggio raggiungiamo la Riserva dello Stagnone, un’area in cui si susseguono per chilometri saline, tra le quali spiccano dei bellissimi mulini a vento.

Questi ultimi servivano per azionare le pompe che spingevano l’acqua del mare nelle varie vasche di essiccazione. Il paesaggio è a dir poco fiabesco. Proseguendo lungo la strada che costeggia le saline, raggiungiamo l’imbarcadero, un canale da dove salpano piccoli battelli che conducono i visitatori sull’isola di Mozia, sulla quale sorgeva la prima ed unica antica città punica, costantemente minacciata dalla presenza delle vicine città elleniche, come Selinunte e Segesta.

Riserva dello Stagnone

Lasciamo la macchina al parcheggio di fronte all’imbarcadero (1,00 €.) e prendiamo il piccolo battello che in pochi minuti raggiunge l’Isola di Mozia (5,00 €. a testa). All’ingresso dell’area archeologica, gestita dal FAI, paghiamo altri 9,00 €. a persona. All’interno, in un Baglio (edificio o complesso di edifici con giardino, il tutto circondato da mura) sono esposti altri reparti archeologici, molti ritrovati sull’isola, altri in mare, altri ancora provenienti da altre antiche città limitrofe, soprattutto da Lilybeo. In altri edifici, invece, sono esposti attrezzi agricoli più o meno antichi.
Dopo una breve visita del Baglio (delle sale espositive accessibili al pubblico) decidiamo di fare un giro sull’isola. Lungo il percorso, in vari punti incontriamo scavi tutt’ora in corso, quindi tracce di antichi edifici e tombe.

Tutto molto bello e storicamente interessante, ma sinceramente, dopo aver visitato siti come la Valle dei Templi, Selinunte ed anche vari musei archeologici, tutto ciò ci pare piuttosto ripetitivo ed anche di minore interesse (forse perché siamo un po’ assuefatti). Più piacevole, invece, la passeggiata sull’isola, lungo la quale, però, non essendoci molte indicazioni, riscontriamo qualche difficoltà nel ritrovare la strada di ritorno al Baglio e, quindi, all’imbarcadero. Non c’è modo di perdersi, perché l’sola è piuttosto piccola, ma girare a vuoto sotto il sole è molto faticoso.

Isola di Mozia - Area archeologica

Alle 16,00 circa parte un battello, quindi decidiamo di prenderlo e ritorniamo sulla terra ferma che, ripensandoci, anch’essa è un’isola.

In realtà, Mozia, almeno in passato, non era raggiungibile solo via mare, ma anche via terra. Infatti, un’antica strada lastricata, lunga circa 7 km., è tuttora esistente appena sotto il livello dell’acqua, tanto che vi sono alcune vecchie foto che ritraggono carretti trainati da cavalli che sembrano camminare sull’acqua. La strada sarebbe ancora praticabile a piedi, partendo da Birgi, facendo molta attenzione a seguire i cippi che emergono dall’acqua.
Noi preferiamo proseguire, costeggiando le saline, per avvicinarci sempre più a Trapani, dove pernotteremo.
Lungo la strada incontriamo un altro imbarcadero. Dal parcheggio annesso sarebbe stato possibile raggiungere a piedi anche un mulino a vento, visitabile, adibito a Museo del sale. Ma ho solo scattato delle foto, poi sono risalito in macchina e siamo ripartiti. Se avessimo voluto fermarci anche soli 5 minuti, avremmo dovuto pagare di nuovo il parcheggio. Infatti, un parcheggiatore era già lì, in agguato. Qui in Sicilia, più volte abbiamo avuto la sensazione di essere polli da spennare!

Poco dopo le 17,00 arriviamo al B&B Il Cavaliere, ubicato in città, ma a circa 2 km. dal centro storico, in una zona piuttosto tranquilla. L’edificio è nuovo, con camere molto ampie, pulitissime e dotate di ogni comfort. Peraltro, abbiamo scelto questo B&B soprattutto perché dotato di parcheggio privato. Infatti, intendiamo trascorrere i prossimi due giorni a Favignana, lasciando la macchina a Trapani. E Piero, il titolare del B&B, ci ha confermato la disponibilità del suo parcheggio privato (5,00 €. al giorno) anche per i giorni che saremo a Favignana. La soluzione si è rivelata ottima, anche perché, l’alternativa consisteva nello spendere 10 €. al giorno lasciando la macchina in strada, in un parcheggio a pagamento in prossimità del porto.
Inoltre, Piero è stato gentilissimo e disponibilissimo. Infatti, oltre a fornirci utili informazioni sulla città, il mattino successivo si è offerto di accompagnarci al porto con la sua automobile, evitandoci il trasferimento con i mezzi pubblici, con valigie, borse e quant’altro. Ed altrettanto ha fatto al ritorno. Come d’accordo, è venuto a prelevarci al porto e ci ha riportati al suo B&B, dove abbiamo pernottato ancora.

Per cena vorremo andare alla Trattoria San Pietro, consigliata da amici pratesi di origine trapanese. Tuttavia, non c’è posto, quindi prenotiamo già per domenica prossima, ovvero quando torneremo da Favignana. Intanto, prima di andare in centro, decidiamo di andare a visitare Erice, da cui speriamo di goderci uno spettacolare e romantico tramonto. Vorremmo quasi prendere la funivia, ma per non essere condizionati dagli orari di esercizio di quest’ultima, decidiamo di andarci in macchina.

Erice

E lungo la strada, in effetti, il panorama si fa sempre più mozzafiato, ma raggiunta la vetta del monte, e soprattutto il centro storico di Erice, spiacevole sorpresa! Una fitta coltre di nebbia inizia ad avvolgerci, mentre in basso c’è così tanta foschia, che all’orizzonte il mare e la terra sembrano tutt’uno. Anche il sole si è nascosto; appena si percepisce la sua posizione.
Un vero peccato! Ma pare che qui, questo fenomeno si verifichi molto spesso!
Il centro storico di Erice è molto bello. E’ un piacere perdersi per i suoi vicoli, tra salite e discese, per poi ritrovarsi, per dolce destino, davanti alla pasticceria di Maria Grammatico e restarne incantati. Chi mai resisterebbe a tali tentazioni? Oh come si fa?
Le pasticcerie Grammatico, in realtà, sono due, entrambi appartenenti alle sorelle Grammatico. I loro dolci di mandorla e pistacchio, almeno a prima vista, devono essere davvero straordinari, ma la loro specialità assoluta è la “Genovese”. Pare che la loro sia la più buona in assoluto. E noi non ce la perdiamo! Ma ce la facciamo incartare e ce la riserviamo per il dopo cena, mentre lì, al momento, degustiamo dei mignon, anch’essi buonissimi.

Inoltre, acquistiamo un sacchetto di mustaccioli, dei biscotti durissimi da mangiare a colazione, imbevuti nel latte; ma questi, a dire il vero, seppure buoni, li abbiamo apprezzati un po’ meno. Dietro il banco della pasticceria, a servire, due ragazze gentilissime; pare siano le nipoti di una delle sorelle Grammatico.
Terminiamo la visita di Erice presso i Giardini del Balio, davanti al normanno Castello di Venere, da dove, se non fosse per la nebbia e la foschia che intanto ha quasi totalmente avvolto la città, assisteremmo certamente ad un tramonto indimenticabile.

Erice - Pasticceria Grammatico

Nonostante tutto, la città sotto di noi è ben visibile ed appare molto estesa e slanciata verso il mare. Infatti, tutto il centro storico di Trapani è praticamente una penisola, una lingua di terra che si allunga in mare e che termina in corrispondenza della Torre di Ligny, la punta estrema.
Dopo aver fotografato abbondantemente il paesaggio, più autunnale che estivo, ed il panorama, torniamo in città passando davanti a quel luogo che ben 30 anni fa costituì il mio primo approccio con mondo militare: la caserma, allora sede del 60° Battaglione Addestramento Reclute “Col di Lana”, ora sede di un altro reparto dell’Esercito. Quanti ricordi! E quanto è cambiata la città! A quel tempo la caserma era in periferia, oggi è quasi in centro. La città è cresciuta incredibilmente ed è diversa, evoluta, pulita ed ordinata.

Raggiunto il centro, parcheggiamo nella grande Piazza Vittorio Veneto e ci incamminiamo per via Garibaldi, quindi per via Torrearsa, ed infine per via Vittorio Emanuele, lungo le quali ci stupiamo, ci meravigliamo. Tutto appare curato, gli edifici, almeno nelle vie principali, sono tutti ristrutturati. Il centro è un salotto. Complimenti!
Nei miei remoti ricordi, Trapani era molto diversa.
Nell’area pedonale, tanti negozi, tanta gente, bar, pub, ristoranti. Passeggiare per quelle vie, oggi, è molto piacevole.

Trapani - Centro storico

Per cena un collega trapanese ci aveva consigliato anche un altro locale: la Pizzeria Mediterranea. Perché no! Anche perché, pare che qui facciano anche altre prelibatezze, oltre alle pizze. Decidiamo di andarci, convinti che si trovi in centro, ma quando la individuiamo sul navigatore, ci rendiamo conto che non è così vicina, quindi dovremmo andarci in macchina. Ci rifiutiamo! Quindi optiamo per il Ristorante Quartiere San Lorenzo, accanto alla Cattedrale, in Via Vittorio Emanuele. La cucina si rivela senza infamia e senza lode, ma la posizione è ottima; siamo seduti fuori, su una bellissima strada di passeggio. Ordiniamo un menù fisso, sempre a base di pesce, comprendente una pasta alle melanzane, spada e menta, una tagliata di tonno all’agrodolce, insalata mista e macedonia (50,00 €. per 2).
Dopo cena, facciamo ancora due passi per il centro storico ed una breve sosta da Colicchia, per un gelato, in via Torrearsa, posto rinomatissimo soprattutto per le granite.


 


 

 

 

 
 
   

 

 

 

 

 

 

 

 


Copyright © 2013 - 2014 by Rubilandia.it - All Rights Reserved
Created and updated by Nicola Di Modugno @ dien@libero.it
Prato - Italy