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Lunedì 24 giugno 2013
 

Alle 05,30, sveglia! Gli altoparlanti della nave annunciano che ci stiamo avvicinando al porto di Palermo e ci invitano ad apprestarci a lasciare le cabine, mentre i bar sono a disposizione per le colazioni.
Ci vestiamo in fretta, quindi raggiungiamo il ponte 10, all’esterno, per ammirare il panorama. Ci rendiamo conto che per l’alba siamo in ritardo; il sole si è svegliato parecchio prima di noi ed accarezza già la città con una luce dolce, calda.

Palermo - Veduta panoramica da Monreale

Siamo già nell’ampio golfo di Palermo, nella Conca d’Oro, e la città si estende tutta davanti a noi, riempiendo tutto il golfo. Sulla nostra destra, il Monte Pellegrino nasconde Mondello, la vicinissima località balneare frequentatissima dai palermitani.
Puntuale la nave attracca. Le operazioni di sbarco sono velocissime, tanto che alle 07,00 siamo già per le vie di Palermo. Nonostante l’ora, il traffico è già intenso, soprattutto in prossimità del porto, per la presenza di molti mezzi pesanti che ostacolano la circolazione.
Per iniziare bene la giornata, impostiamo Via Torre Grossa 10 sul navigatore, dove ci attende la rinomata Pasticceria Cappello, dato che abbiamo preferito non fare colazione sulla nave. Girare in macchina per le vie di Palermo ci è parsa subito impresa non facile. La segnaletica è carente, soprattutto quella orizzontale, ed agli incroci vige la regola del più forte; se non ti infili, non passi! Quindi, capisco che devo adottare immediatamente uno stile di guida più aggressivo e prestare massima attenzione, con occhi puntati soprattutto sullo specchietto retrovisore e sui lati, dai quali sbucano e sfrecciano scooter dappertutto.
Giunti davanti alla pasticceria, la vista del locale delude un po’ le nostre aspettative; ci aspettavamo chissà quale vetrina, che ingresso! Ma una volta entrati, la varietà e l’evidente qualità delle prelibatezze esposte confermano la grande fama del pasticcere. Non sappiamo cosa ordinare, assaggeremmo chissà quante di queste bontà, ma alla fine ci limitiamo a divorare dei mega-cornetti ripieni, il mio con crema e granella al pistacchio, quello di Paola con ricotta ai canditi. Buonissimi!
A Palermo abbiamo prenotato una camera presso una foresteria militare, ma poiché non sono che le 08,30, decidiamo di fare una prima passeggiata ricognitiva per le vie della città.

Così parcheggiamo in via Carini, nei pressi di Porta Carini, che funge da ingresso al Mercato del Capo, e ci incamminiamo per Via Volturno, fino a raggiungere il Teatro Massimo, un bellissimo edificio ottocentesco costruito per celebrare l’Unità d’Italia. Notiamo che uno degli ingressi è aperto, quindi entriamo e chiediamo informazioni alla reception.
Qui, una gentile signorina ci informa che il teatro sarebbe visitabile internamente, ma non lunedì, in quanto giorno di chiusura infrasettimanale.
Poco male, tanto alla fine del nostro tour trascorreremo altri due giorni a Palermo, quindi avremo altre possibilità.

Teatro Massimo

Percorriamo delle stradine ad Ovest di Via Maqueda, verso il mare, e ci ritroviamo in Piazza dell’Olivella, sede del Museo Archeologico, il cui ingresso però è ostruito da un cantiere. Qui vi sono lavori di ristrutturazione in corso, ma non ci preoccupiamo affatto di verificare se vi sono altri ingressi o se il museo è visitabile, in quanto esso non è incluso nel nostro itinerario. In seguito, avremmo vistato fin troppi siti archeologici!

Pochi metri oltre il museo notiamo la Chiesa di Sant’Ignazio all’Olivella, un edificio in stile barocco, costruito tra il XVI ed il XVII sec.. La facciata presenta ai lati due alti campanili, mentre attraverso una scalinata chiusa da inferriata accediamo alla chiesa. L’interno è a croce latina, a tre navate, con ai lati le cappelle. La chiesa è arricchita da marmi, affreschi, stucchi e addobbi sontuosi, nel rispetto del tipico gusto barocco. Ma la particolarità di questa chiesa è soprattutto il fatto che essa pare sia stata edificata nel luogo esatto in cui sarebbe esistita l’abitazione di Santa Rosalia, la Patrona di Palermo, veneratissima in città ed in tutta la regione.
Proseguendo, sbuchiamo in Via Roma, un’altra grande arteria del centro, molto animata durante il giorno, grazie alla presenza di tanti negozi. In questa via, particolare ed imponente è l’edificio delle Poste, di epoca fascista, mentre più avanti vi è la Chiesa di San Domenico, nell’omonima piazza, che però è chiusa.

Palermo - Sant'Ignazio all'Olivella

Dunque, ci infiliamo in altri vicoli e viuzze, fino a raggiungere Via Vittorio Emanuele, quindi Piazza Marina, ed ancora, risalendo per Via Merlo, sbuchiamo in Piazza San Francesco, dov’è l’omonima chiesa, che non visitiamo, in quanto anch’essa chiusa, così come chiuso risulta l’adiacente oratorio di San Lorenzo.
Riguardo a ciò, anche in seguito, ci siamo resi conto che ogni chiesa ha diversi orari e giorni di apertura, ma tale problema è riscontrabile anche presso altri siti di interesse turistico gestiti da enti pubblici.
La sensazione è che gli orari di apertura dei siti turistici siano stati calibrati più alle esigenze dei dipendenti che non dei flussi turisti, che invece hanno orari più ampi e non prevedono giorni di riposo infrasettimanale. E ciò, nonostante sia noto che qui a Palermo vi sia una disponibilità sproporzionata di dipendenti pubblici.
Non c’è molta organizzazione in tal senso. Il turista, a Palermo, deve necessariamente contare su una buona dose di fortuna e di pazienza, soprattutto nel caso intenda visitare le chiese. Su una nota guida turistica, riguardo agli orari, c’è addirittura specificato "orari di visita variabili". Suona più come una battuta ironica, che come informazione.

Di fronte alla chiesa di San Francesco, nella piazza, notiamo l’Antica Focacceria San Francesco, uno dei nostri riferimenti gastronomici (per il fast food o street food) qui a Palermo, che frequenteremo in seguito.
Da San Francesco, risalendo, raggiungiamo Piazza Bellini. Qui ci soffermiamo ad ammirare le Chiese di Santa Caterina, della Martorana e di San Cataldo, oltre al piccolo Teatro Bellini, che si affacciano sulla piazza.

Entriamo nella Chiesa di Santa Caterina (ingresso a pagamento), anche perché essa è l’unica che, per l’appunto, apre proprio in questo momento (09,30 circa).
Santa Caterina è una chiesa edificata nel XVI sec. ed è attigua al monastero fondato nel trecento dalle suore domenicane. Accediamo ad essa attraverso un’ampia scalinata. Appena varcato l’ingresso, di fronte a noi si apre un aula ad unica navata. Sopra l’ingresso, il coro, retto da due colonne, dal quale le suore presenziavano alle funzioni religiose senza essere viste. Tale soluzione architettonica la riscontreremo anche il altre chiese palermitane.

Palermo
Chiesa di Santa Caterina

L’interno della chiesa è sontuosamente decorato con numerosi e diversi marmi pregiati, nonché affreschi e stucchi che si alternano e si fondono tra loro in completa ed assoluta armonia. La chiesa è molto bella e rappresenta uno dei massimi esempi di architettura sacra in città, quindi assolutamente da non perdere.

Lasciata Santa Caterina, decidiamo di andare a riprendere la macchina e di raggiungere la foresteria militare, dove avremmo pernottato in questo primo giorno a Palermo.
La stanza è molto sobria e decorosa (42,00 €. al giorno), ma soprattutto vi è un parcheggio custodito, motivo per il quale abbiamo optato per questa soluzione.
La foresteria è in Corso Calatafimi, lungo la strada che conduce a Monreale. Quindi, dopo aver posato i nostri bagagli ed esserci rinfrescati, torniamo subito verso il centro, lungo Corso Calatafimi, che quindi diventa Via Vittorio Emanuele dopo Piazza Indipendenza. E passando in questa Piazza, notiamo una piccola manifestazione e forze dell’ordine. Ci avviciniamo e ci rendiamo conto che siamo davanti al Palazzo della Presidenza della Regione Siciliana. Poco oltre, sempre in Piazza Indipendenza, ecco il grande Palazzo dei Normanni, nel quale entriamo (ticket 8,50 €. a persona + 5,00 €. per un’unica audio guida con due auricolari).

Il primo nucleo del Palazzo Reale risale al IX sec., durante il periodo della dominazione araba, e fu costruito sui resti dei primi insediamenti punici, nel punto più elevato della città.
I Re Normanni modificarono ed ampliarono notevolmente l’edificio, adattandolo alle proprie esigenze. Fu così sviluppato un complesso di edifici turriformi uniti tra loro da portici, cortili e giardini, nel quale trovavano posto anche laboratori orafi e tessili. Inoltre, un camminamento interno collegava il palazzo alla vicina Cattedrale.

Palazzo dei Normanni

Nel XII sec., sotto il regno di Ruggero II, fu costruita la Cappella Palatina, con i suoi straordinari mosaici bizantini, che è oggi qualcosa di veramente eccezionale, assolutamente da non perdere, sia per la sua straordinaria bellezza sia per il suo valore artistico e storico.
Anche successivamente, sotto gli Svevi, il Palazzo continuò ad essere un centro di arte e di cultura e del potere politico. Lo stesso Federico II, seppure qui vi risiedette solo in gioventù, mantenne nel Castello le attività amministrative e di cancelleria del regno, ospitandovi anche la Scuola Poetica Siciliana.
Successivamente, dopo un lungo periodo di oblio e di decadenza, il Castello fu ulteriormente ampliato, ristrutturato e fortificato durante l’epoca dei viceré spagnoli.
I Borbone, infine, apportarono ulteriori modifiche al Palazzo, costruendo la Sala Rossa, la Sala Gialla e la Sala Verde, e ristrutturardo la bellissima Sala d’Ercole, così chiamata perché arricchita con affreschi che rappresentano scene delle vicende dell’eroe mitologico. Quest’ultima, dal 1947, è sede dell’Assemblea Regionale Siciliana (il Parlamento Siciliano).
In proposito, è da tener presente che l’accesso a queste Sale non è consentito nei giorni in cui vi sono i lavori dell’Assemblea. Quindi, se si ha l’opportunità di fermarsi in città per più giorni, conviene informarsi prima in tal senso, in modo da non perdersi anche questa interessante opportunità.
Per concludere la visita, scendiamo rapidamente anche nei sotterranei, dove sono ben visibili delle mura puniche, appartenenti ad edifici preesistenti, su cui fu costruito il primo nucleo del Palazzo Reale.

Usciamo dal Palazzo che sono circa le 14,00. Decidiamo, dunque, di recarci subito a Monreale, ma non prima di aver mangiato della pizza in Corso Calatafimi.
Giunti in Piazza Vittorio Emanuele, a Monreale, dinanzi a noi ammiriamo la grande mole del Duomo.
Ma prima di entrare in chiesa, accaldati, gustiamo un’ottima granita al limone al bar all’angolo, mentre osserviamo il barista è indaffarato nel prepararne dell’altra, spremendo un gran numero di limoni freschi. E la differenza si sente!

La facciata

La navata centrale Il chiostro

Entriamo nel Duomo, ovvero nella Cattedrale di Santa Maria Nuova, principale luogo di culto di Monreale.
Esso fu edificato tra il XII ed il XIII sec., ma ulteriori modifiche ed ampliamenti furono apportati nei secoli successivi, come il portico sulla facciata sinistra ed il pavimento interno, realizzati nel cinquecento, ed il portico sulla facciata anteriore, risalente al XVIII sec.. Nell’ottocento, inoltre, fu ricostruito il soffitto, andato distrutto a seguito di un incendio.
Il Duomo, oggi, così come si presenta, è un’opera assolutamente unica, soprattutto per la presenza di straordinari mosaici su sfondo oro, creati da maestranze locali e veneziane, ma di scuola bizantina.
Appena varchiamo la soglia di ingresso il colpo d’occhio che ne riceviamo e davvero strabiliante.
Lo sguardo corre dappertutto, soprattutto sui sfavillanti colori e riflessi oro dei mosaici. I nostri occhi puntano verso l’alto scene raffiguranti il Vecchio ed il Nuovo Testamento, quindi il soffitto a travi in legno, il pavimento in granito e porfido, ed ancora l’altare maggiore, un importante opera in argento, sopra il quale, nell’abside semicircolare, domina ancora un magnifico e straordinario mosaico raffigurante il Cristo Pantocratore. E poi gli spazi, l’ampiezza dell’edificio, dell’aula, suddivisa in tre navate terminanti con absidi semicircolari, divise tra loro da colonne ed archi a sesto acuto, di tipo arabo.
L’ingresso al Duomo è libero. Tuttavia, al suo interno è possibile visitare anche il Tesoro della Cattedrale, nel quale sono custoditi arredi sacri, e le terrazze. Per entrambi sono richiesti due distinti contributi (2 + 2 €. a persona).
Noi, chiaramente, non ci facciamo mancare nulla. Quindi, ormai che ci siamo, completiamo la visita. E così apprezziamo anche le straordinarie Cappelle del Crocifisso e di San Benedetto, un grande esempio del barocco siciliano, e godiamo delle strepitose viste panoramiche della città e della Conca d’Oro dal camminamento esterno sui tetti del Duomo.
Unico neo, il Chiostro, al quale si accede dall’esterno, che non possiamo visitare, in quanto chiuso il lunedì (solita storia!). Tuttavia, fortunatamente, apprezziamo anche quest’ultimo dall’alto, dai tetti del Duomo.

Lasciamo il Duomo e ci dirigiamo verso l’automobile.
Al riguardo, premetto che avevamo lasciato la macchina in un parcheggio pubblico a pagamento (su strisce blu) e, non avendo trovato in loco la colonnina per il pagamento del ticket, premurosamente avevamo chiesto informazioni al barista, il quale, con tono rassicurante, ci aveva detto di stare tranquilli, in quanto eventualmente ci avrebbe pensato il parcheggiatore. Non avevamo ben capito cosa volesse dire, ma ci siamo fidati.
Giungiamo alla macchina e, sul tergicristallo, notiamo un bigliettino con sopra annotata, con la biro, l’ora di arrivo. Intanto, un ragazzo si avvicina e, dopo aver guardato il bigliettino, ci chiede 1 €., che noi, un po’ perplessi, gli diamo. Lui, con un piccolo aggeggio che ha in mano, ci stampa la ricevuta e ce la consegna. A quel punto comprendiamo che il servizio è del tutto regolare. Ma che strano modo! Ma ripensandoci, forse qui a Monreale hanno adottato tale escamotage per tenere lontani i parcheggiatori abusivi, che a Palermo, invece, sono una vera piaga. Infatti, in centro, dappertutto, non basta pagare regolarmente il parcheggio, bisogna sempre dare qualcosa anche ai parcheggiatori abusivi, che si sono organizzati in modo eccellente. Non c’è area esente da tale sovrattassa! E sembra che tutto ciò sia tollerato ed accettato, tanto da essere menzionato anche dalle guide turistiche.
Rientriamo in città che ormai siamo stanchi ed accaldati, quindi ci rifugiamo nella nostra camera, dove grazie all'aria condizionata e ad una buona doccia ci riprendiamo rapidamente.
Alle 20,00, per cena, ci rechiamo presso la Trattoria La Locanda, in una traversa di Via Roma, nei pressi di Piazza della Borsa. Una cena sufficientemente buona, a prezzo fisso (20 €. a persona), ma niente di eccezionale.
Alle 22,15 siamo definitivamente rientrati.
 


 


 

 

 

 
 
   

 

 

 

 

 

 

 

 


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